tag:blogger.com,1999:blog-86384132605833678122024-03-22T01:33:05.854+01:00Stori@ - il blog di Mario AvaglianoGiornalista e storicoMariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.comBlogger471125tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-77150585053277326312022-02-23T09:34:00.001+01:002022-02-23T09:34:57.692+01:00Il dopoguerra anticipato del Sud: quando il popolo scrive la Storia<p> <strong style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px;">di Pasquale Chessa</strong></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhazxqMXCEYAnk7RdudOSX0wPTUrcS9_zH2U5_ZHIxmPCNfu0BYrqEC97c8wrAfpqg6TmiWGMafD_7YtxOEklpypeSHoSGb-7Cw9AL93l55F0EIuBrBrRVivsLL7FTFTDMhdqTDQ2n7zjESO3GyHwZ9ybtNyaJtXX_DgabGPQ-k5NJTJQloNSp4Z7ZPdw=s1264" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1264" data-original-width="1037" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhazxqMXCEYAnk7RdudOSX0wPTUrcS9_zH2U5_ZHIxmPCNfu0BYrqEC97c8wrAfpqg6TmiWGMafD_7YtxOEklpypeSHoSGb-7Cw9AL93l55F0EIuBrBrRVivsLL7FTFTDMhdqTDQ2n7zjESO3GyHwZ9ybtNyaJtXX_DgabGPQ-k5NJTJQloNSp4Z7ZPdw=s320" width="263" /></a></div><p></p><form action="http://marioavagliano.it/ocrart.aspx?a=2021120450251082" id="form1" method="post" name="form1" style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px;"><div><span id="LabelTesto">Furono tante le guerre che si combatterono in Italia dopo la caduta del fascismo: fra guerra civile e di liberazione, partigiana o di classe, c'è chi ne ha contate almeno sette, insieme a quella mondiale. Di conseguenza non ci fu un solo dopoguerra. Il primo è "scoppiato" almeno due anni prima del 1945, con lo sbarco degli Alleati in Sicilia. Un'asimmetria tutta italiana che rimanda alla frattura geografica e antropologica fra Nord e Sud, per lungo tempo trascurata dalla storiografia, che ha lasciato tracce indelebili non solo nella storia politica ma anche nella mentalità di tutta la nazione.</span></div><div> </div><div><span id="LabelTesto">LA RICERCA</span></div><div><span id="LabelTesto">Tracce ancora leggibili, come possiamo constatare seguendo la ricostruzione di Mario Avagliano e Marco Palmieri, frutto di una ricerca del tutto inedita sui modi affatto peculiari messi in atto dall'Italia postfascista per uscire dalla Seconda guerra mondiale. <strong>Paisà, sciuscià e segnorine. Il Sud e Roma dallo sbarco in Sicilia al 25 aprile</strong> (Il Mulino) infatti, non è solo un libro di storia ma piuttosto un racconto di storie che si ramificano nel tempo e nello spazio della geografia. <span><a name='more'></a></span>Con una polifonia di voci, che promuove le memorie popolari a fonte storiografica, insieme alle testimonianze giornalistiche e letterarie, compresi romanzi e Sofia Loren nel film del 1960 "La Ciociara" di Vittorio De Sica, dal romanzo di Alberto Moravia film, Avagliano e Palmieri riescono a farci entrare nel vissuto della storia colta nel momento in cui si radica nei comportamenti collettivi. Sapiente è l'equilibrio fra la grande storia, dalla caduta del fascismo alla liberazione di Roma, e i suoi riflessi sul sentimento popolare, dalle "segnorine" che si prostituiscono per salvarsi dalla fame, alle rivolte contadine e ai moti del pane.</span></div><div> </div><div><span id="LabelTesto">LA DEFINIZIONE</span></div><div><span id="LabelTesto">È stato Enzo Forcella, giornalista politico di primo rango del secondo Novecento, molto sensibile al vissuto collettivo del Paese, a coniare l'innovativa definizione di "altro dopoguerra" in un libro del 1976. Fu infatti un periodo eccezionale, una specie di laboratorio storico-politico, spesso funestato da forme feroci di repressione militare come risposta alle inevitabili rivolte popolari. A Canicattì, il 14 luglio, due giorni dopo la strage perpetrata dai tedeschi in ritirata, gli americani fucilarono almeno una ventina di civili arrestati per aver rubato del sapone... Nella Guida del soldato, la Sicilia è descritta come «un buco infernale [...]abitato da gente troppo povera per andarsene o troppo ignorante per sapere che esistono posti migliori».</span></div><div> </div><div><span id="LabelTesto">LA TRAGEDIA</span></div><div><span id="LabelTesto">Il romanzo di Alberto Moravia, La ciociara, che Vittorio De Sica tradusse in un film toccante magistralmente interpreto da Sofia Loren, trova la sua ispirazione originaria nella tragedia che travolse la Ciociaria invasa dalle truppe marocchine sbarcate a Napoli nel novembre del 1943 con licenza di saccheggio, fino allo stupro. «1 napoletani non sanno più chi odiare» scriveva Leo Longanesi. Eppure quei due anni «vissuti sotto l'occupazione alleata - riconoscono Avagliano e Palmieri - consolidano il mito della potenza americana collocando definitivamente e stabilmente l'Italia del dopoguerra nella sfera americana e occidentale, nel nuovo scenario della guerra fredda contro la sfera sovietica e comunista».</span></div><div> </div><div>(Il Messaggero, 4 dicembre 2021)</div></form>Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-67147625060989313982019-10-15T13:05:00.000+02:002019-10-15T13:05:49.716+02:00L’Italia del “Dopoguerra” ballava sulle macerie ma era divisa su tutto (Il Piccolo di Trieste)<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px;">
<em><strong>di Paolo Marcolin</strong></em></div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px;">
<em><strong><br /></strong></em></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdWSXk8DU7FgDfmee_JJPLvP2BMHuuyBbrbjfqm1MiyAf3AN3_Bi5UIL_GNgdYu8w-ebXEPhyphenhyphentrAFASSN1deTiriN6dNaphtz_06sp5jxJYZJljO_3b2ms3kvR66colLtwMjfhFZG72oo8/s1600/0025tris.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="990" data-original-width="990" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdWSXk8DU7FgDfmee_JJPLvP2BMHuuyBbrbjfqm1MiyAf3AN3_Bi5UIL_GNgdYu8w-ebXEPhyphenhyphentrAFASSN1deTiriN6dNaphtz_06sp5jxJYZJljO_3b2ms3kvR66colLtwMjfhFZG72oo8/s320/0025tris.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px;">
Nel libro di Mario Avagliano e Marco Palmieri edito dal Mulino una ricostruzione degli anni fra la Liberazione e la nascita della Costituzione</div>
<header class="entry_intro" style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px;"><div id="advHook">
“Quando dissi l’ultima battuta di ‘Napoli milionaria’ - raccontò anni dopo Eduardo - scoppiò un applauso furioso, e poi un pianto irrefrenabile, tutti piangevano. Io avevo detto il dolore di tutti”. Quel “ha da passà ‘a nuttata”, divenuto poi proverbiale, ebbe la forza di interpretare lo smarrimento, l’incertezza e la speranza di un intero Paese. L’Italia sferzata dalla violenza, dalla povertà e dal sudiciume che usciva da una lunga e disastrosa guerra, raccontata da Malaparte o dai film del neorealismo rivive nelle pagine di<b> “Dopoguerra” (Il Mulino, Pagg. 495, Euro 28,00).<a name='more'></a></b></div>
</header><div class="entry_content" id="article-body" style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px;">
<div id="adv-Bottom">
</div>
<div>
Scritto a quattro mani da <b>Mario Avagliano</b> e <b>Marco Palmieri</b>, entrambi giornalisti e storici, racconta i due anni e mezzo che vanno dalla Liberazione alla nascita della Costituzione, un periodo cruciale, in cui la vita politica, sociale, economica e culturale si trasforma radicalmente. Il volume ha il pregio di essere costruito, oltre che su una vasta bibliografia storica e memorialistica, sulle testimonianze di chi ha vissuto quegli anni. Pescando in decine di fondi d’archivio, come quello diaristico di Pieve di Santo Stefano che conserva oltre 8.000 tra diari, memorie ed epistolari, gli autori fanno rivivere voci di personaggi noti accanto a quelli di sconosciuti. Due esempi: la maestra friulana Blandina Snaidero ricorda che “si ballava sulle macerie fumanti, nelle sagre ci si ubriacava assieme ai soldati stranieri”, mentre Giampaolo Pansa fa sapere che aveva dieci anni quando la mamma gli fece scrivere il cartello per metterlo sulla vetrina del negozio di famiglia: “la signora Giovanna domani chiude il negozio perché va a votare per la prima volta a 43 anni”.</div>
</div>
<div class="entry_content" style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px;">
</div>
<div class="entry_content" style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px;">
Erano anni di contrapposizioni forti, alla Don Camillo e Peppone, ma che facevano intravedere come alla fine della ‘nuttata’ eduardiana si sarebbero schiuse le porte di un futuro migliore. Il vento del nord, il soffio partigiano a poco a poco mutava in bonaccia, ma si faceva strada l’allegria dei naufragi, quelli che erano scampati alla guerra e adesso tra cioccolata e sigarette americane tornavano a divertirsi. Si ballava nelle piazze, nei cortili, nei giardini, davanti ai caffè e tra i tavoli delle osterie, accompagnati da fisarmoniche, dai grammofoni a manovella o, in mancanza di meglio, dai battimani. Si sognava l’amore con i fotoromanzi come Grand Hotel, che finiva anche nelle borsette delle donne di sinistra, si tornava a tifare per il calcio. E a dividersi. Guareschi lo sapeva bene. “Gli italiani sono ugualmente pronti a scannarsi per un centrattacco, per un tenore o per un capopartito”. Ma che il peggio fosse finalmente alle spalle lo condensava una battuta alla Flaiano della sceneggiatrice Suso Cecchi d’Amico: ”Amore mio, è scoppiato il dopoguerra. Speriamo che duri poco”. —</div>
<div class="entry_content" style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px;">
</div>
<div class="entry_content" style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px;">
(Il Piccolo di Trieste, 3 settembre 2019)</div>
Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-78372498262360855332019-10-10T10:55:00.001+02:002019-10-10T10:55:11.032+02:00"Dopoguerra", intervista all'autore Mario Avagliano<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="344" src="https://www.youtube.com/embed/mlCfge9T5xo" width="459"></iframe>Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-26129578449249060252018-04-03T18:43:00.003+02:002018-04-03T18:46:57.195+02:00Da Baffone agli immigrati la paura ha fatto un Quarantotto<div class="separator" style="border-image: none; clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJibA9JWx5YnLODlg4tyI0xuEmLnYZphrajYxWa1wBrY7I95yazpObMt2wl-IDODEiscuseuqUpnwy3ejwsvS3tuid_BKPMoJFPcJqY9cb-x3nwJOtZTeXlBmw8t_vRfIViYQ-9iZI8JVj/s1600/bivio18+aprile.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="265" data-original-width="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJibA9JWx5YnLODlg4tyI0xuEmLnYZphrajYxWa1wBrY7I95yazpObMt2wl-IDODEiscuseuqUpnwy3ejwsvS3tuid_BKPMoJFPcJqY9cb-x3nwJOtZTeXlBmw8t_vRfIViYQ-9iZI8JVj/s1600/bivio18+aprile.jpg" /></a></div>
<strong>di Marco Bracconi</strong> <br />
<br /><br />
Oggi come allora, una campagna allarmista e, poi, una secca sconfitta per la sinistra. Ma le analogie non si fermano qui, a iniziare dalle fake news. Due storici le mettono in fila Tasto indietro. Rivediamo il film dall’inizio. E poi torniamo alla fine. Il ‘48 e oggi. Ma state attenti, non parliamo del 1848, che pure forse ci starebbe, visto che fu anno di gran rivoluzioni, bensì del più vicino 1948. Quando nella cabina elettorale c’era Dio che ti guardava, non come oggi che, al massimo, ti guarda il figlio di Casaleggio. Storicamente parlando, il gioco delle somiglianze e delle differenze è sempre un gran rischio. Ma, se perfino Marco Minniti, all’indomani del 4 marzo ha parlato di «una batosta peggio del ’48», allora il gioco vale la candela.<br />
<br />
<br />
Soprattutto se ad accenderla sono due storici che su quell’anno della nostra Repubblica hanno scritto un libro documentatissimo, divertente e per certi versi illuminante. «Sconfitta peggiore di quella? Non so. I comunisti non furono così scontenti di perdere, sarebbe stato difficile gestire la vittoria in quel contesto internazionale. E poi il loro vero obiettivo era prendere più voti dei socialisti, e lo colsero», dice Mario Avagliano, assieme a Marco Palmieri autore di 1948. Gli italiani nell’anno della svolta. Fatti, cronache e retroscena della baraonda culturale, politica, sociale e verbale che precedette il 18 aprile, vale a dire la data dello scontro epico tra la Dc e il Fronte popolare.<a name='more'></a><br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Secondo Palmieri la svolta del 1948 non è paragonabile a quella odierna «perché si trattava della scelta di un campo e di una collocazione internazionale per un Paese che usciva da un ventennio totalitario e da una guerra, anche civile». Però oggi come allora, secondo lo storico, «siamo di fronte a un profondo cambiamento della geografia politica,anche se non sappiamo se produrrà uno schema come quello, capace di durare decenni».<br />
<br />
<br />
Scorrendo i capitoli di questo saggio che si legge come un romanzo d’avventura, le discontinuità tra oggi e allora, si moltiplicano. Settant’anni di storia non passano senza scavare solchi e ci ritroviamo lontani anni luce dalle scomuniche papali, dal piano Marshall e dalla Guerra fredda. Eppure, sono gli stessi autori di 1948 a dirci che alcune dinamiche dello scontro politico, stabilite in quell’anno cruciale, sono le stesse oggi in vigore. Avagliano ricorda «la delegittimazione dell’avversario, indicato agli elettori come fonte di pericolo, e la conseguente paura instillata nell’opinione pubblica. E ancora, la semplificazione sloganistica del dibattito e la forte partecipazione nei momenti di maggiore contrapposizione».<br />
<br />
<br />
Se ieri arrivava Baffone a mangiare i bambini, insomma, oggi i migranti ci invadono per distruggere “la razza bianca”, e viene da chiedersi come sarebbe andata se settant’anni fa ci fossero stati internet e i social network. «Li avrebbero usati meglio i democristiani» immagina Palmieri. Che aggiunge: «Nella comunicazione hanno sempre saputo cogliere gli aspetti di modernità prima della sinistra. Pensate al manifesto con Giuseppe Garibaldi a due facce, la sua e quella di Stalin. Oppure alle campagne pubblicitarie rivolte esplicitamente alle donne, che non va dimenticato andavano per la prima volta ad eleggere i loro rappresentanti alla Camera e al Senato».<br />
<br />
<br />
Nel libro si narra tutta la passione ma anche l’emotività dell’Italia che sceglie il suo primo Parlamento repubblicano. E c’è un’illuminante citazione di Giuseppe Dossetti che parla di un elettorato influenzato dall’emotività e da fattori esterni alla razionalità della scelta politica. Sembra un’analisi della moderna politologia, e anche per Avagliano è una conferma: «Sì, da questo punto di vista il paragone regge benissimo, negli ultimi decenni è andata sempre più come diceva Dossetti. Soprattutto a partire dagli anni Novanta è cresciuta la volontà di cambiamento a tutti i costi, al di là dei contenuti. Più emotiva che razionale. Qui c’è un ilo rosso che lega il 1948, il voto degli ultimi due decenni e ancora di più quello del 4 marzo».<br />
<br />
<br />
Certo a girarla con una macchina fotografica l’Italia prima di quel 18 aprile e quella di oggi sarebbero due posti molto diversi: «I manifesti ovunque, le piazze piene e i sacerdoti invalidi portati a braccio al voto sono l’istantanea di una partecipazione fisica, viscerale» ricorda Palmieri, eppure «il comizio finale di Di Maio, con poche migliaia di persone in piazza, ha avuto due milioni di contatti ». È la rivoluzione digitale e non quella del proletariato, ma ogni tempo ha il tipo di partecipazione che si merita e perfino le prime fake news, spiega Palmieri, sono datate 1948: «Nelle case degli italiani iniziarono ad arrivare lettere di finti comunisti nelle quali si invocavano il libero amore, la dissoluzione della Chiesa cattolica e altri scenari semiapocalittici». E anche le polemiche sui sondaggi hanno un precedente in quel 18 aprile, con la Doxa accusata dai comunisti di pronosticare la vittoria democristiana perché il campionamento si basava su un “metodo statistico americano”. Il gioco della Storia, avverte Avagliano, dimostra la sua fallacia se si entra nel giudizio qualitativo, perché «le culture (e le personalità) politiche di allora avevano uno spessore non paragonabile a quelle del 4 marzo. Era una generazione che usciva da Fascismo e Resistenza, aveva fatto una Costituzione, si era forgiata in quel tipo di esperienze. È evidente la differenza con quella che oggi si affaccia alla vita pubblica».<br />
<br />
<br />
Se il libro dei due storici è un catino che ribolle di passioni e linguaggi tutti novecenteschi, le cronache dell’oggi ci indicano un rapporto tra la politica e i cittadini non necessariamente meno partecipato, ma molto più astratto e disincantato. «Però attenzione alla questione della militanza politica» fa notare Palmieri. «Se dobbiamo tentare un paragone storico con il 1948 allora possiamo dire che i militanti della Dc e del Fronte, quel tipo di militanti, con quel tipo di adesione passionale e speranzosa, sono oggi gli attivisti del Movimento Cinque Stelle e gli iscritti alla Lega di Salvini». Se è vero che quella svolta fu diversa da questa è dunque anche vero che il 4 marzo si è affacciata l’ipotesi – o l’ombra – di un nuovo bipolarismo. E se così andrà, allora sì che sarà stato un Quarantotto.<br />
<br /><br />
<br />
<br />
(Venerdì di Repubblica, 16 marzo 2018)
Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-3880356221419869652017-04-05T10:47:00.000+02:002017-04-05T10:54:17.026+02:00Il lato nascosto di Salò: la "resistenza nera" al Sud<div class="separator" style="border-image: none; clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmV03AIVzfvwnssT8ax9sC-hchBrGiDBB7B3bDkidVNZEg3n6Z0UxxrrZMwhCMHPjBfDvUBa8wUDNJCRt0RMVYgwhQmFuSE5fBLK8LvghXDk7vtKjy7gVvBj55BIv1D9f_b6EuYMBzAd01/s1600/CoverLItaliadiSalo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmV03AIVzfvwnssT8ax9sC-hchBrGiDBB7B3bDkidVNZEg3n6Z0UxxrrZMwhCMHPjBfDvUBa8wUDNJCRt0RMVYgwhQmFuSE5fBLK8LvghXDk7vtKjy7gVvBj55BIv1D9f_b6EuYMBzAd01/s200/CoverLItaliadiSalo.jpg" width="145" /></a></div>
<strong>di Roberto Chiarini</strong><br /><br />Dai «figli di stronza» di Elio Vittorini ai «quindicenni sbranati dalla primavera» di Francesco De Gregori, passando per i «non uomini» segnati dal «marchio di Caino» per finire con gli «esuli in patria» figli di nessuno: il destino di chi ha aderito alla Repubblica sociale è stato di reprobi sul piano morale e di feroci persecutori dei partigiani su quello politico.<br /><br /> Insomma, ha oscillato a lungo tra il «disconoscimento totale» della loro umanità e la taccia di essere «gregari» di un «regime fantoccio» al servizio dello straniero occupante, fautore di una causa aberrante che riservava un futuro di schiavitù e di oppressione ai popoli dell'intera Europa. Risultato: non solo nel dibattito politico ma anche nella considerazione storiografica, sui «ragazzi di Salò» ha gravato un pesante cono d'ombra fatto di silenzio e di disprezzo. Esattamente quel che si meritano dei sanguinari che non si sono fermati di fronte al baratro di una guerra fratricida in cui avrebbero cacciato il proprio Paese pur di soddisfare la loro sete di violenza.<br /><br />Ci sono voluti, prima le possenti spallate inferte da Renzo De Felice al pregiudizio che riduceva il fascismo a regime dittatoriale imposto di forza a un popolo di democratici, poi il coraggioso cambio di passo impresso agli studi sul Ventennio da Claudio Pavone con lo sdoganamento della categoria storiografica di guerra civile per liberare la considerazione dei «Balilla che andarono a Salò» dal vizio della loro demonizzazione. Stiamo parlando praticamente dell'intera generazione dei nati nel 1924 e '25. Se infatti si sommano ai volontari i giovani chiamati alla leva che o per un'atavica sudditanza all'autorità costituita o per un malinteso spirito di servizio o per un più elementare, comprensibile desiderio di sfuggire alla pena di morte riservata ai renitenti, si raggiunge la somma di più di 500mila ragazzi che alla fine misero comunque in gioco la loro vita per una causa che, bene o male, sapevano persa in partenza.<br /><br />Al confino morale e politico comminato loro dai vincitori si è paradossalmente sommato il cieco spirito di rivalsa dei «vinti» e dei loro epigoni, cui il rancore ha fatto velo a un'auspicabile rielaborazione critica della «scelta sbagliata» da loro compiuta.<br /><br />Ora di questo vasto e variegato mondo di vinti disponiamo di un'opera sistematica. Sulla scorta di un'accurata investigazione di fonti archivistiche edite e inedite nonché della cospicua letteratura accumulatasi nel frattempo in materia, Mario Avagliano e Marco Palmieri con il saggio <strong>L'Italia di Salò. 1943-1945</strong> (Il Mulino, pagg. 490, euro 28) ci mettono in condizione di articolare un giudizio sull'argomento a ragion veduta. <a name='more'></a><br /> La loro è una «storia dal basso», condotta cioè seguendo passo dopo passo il percorso compiuto da quegli italiani che, a diverso titolo e con diverse talora opposte - motivazioni, scelsero o subirono l'atroce destino di combattere o semplicemente di schierarsi a fianco del risorto regime fascista. Già il federale di Milano Vincenzo Costa aveva riconosciuto che, accanto agli idealisti, si nascondevano anche degli autentici sciacalli che vestirono la divisa per «camuffare i propri bassi istinti, le loro furfanterie». Entrando più nel dettaglio, Mario Cervi ha introdotto la distinzione tra i «fanatici, gli entusiasti, i rassegnati, i dubbiosi, i riluttanti», mentre Giorgio Bocca li ha suddivisi in «politici, romantici, onesti, illusi, profittatori scaltri, imprevedibili». Insomma, non si trattò solo di giovani invasati, di sanguinari, di accecati dall'odio ideologico. Corse a Salò, bene o male, tutta una generazione di giovanissimi nati, allevati e cresciuti a «libretto e moschetto», quindi «naturalmente» fascisti. Questo non impedì a molti di loro di maturare, alla luce della barbarie scatenata, di procedere poi a una sofferta revisione critica delle proprie originarie convinzioni fino ad aderire alla causa della libertà.<br /><br />Avagliano e Palmieri hanno il merito di esaminare nel dettaglio tutti i capitoli della vicenda, umana e politica, vissuta dei «figli di stronza», arricchendoli peraltro di una ricca documentazione: dai giovani che non aspettarono la nascita dello Stato fascista per impugnare le armi contro gli Alleati ai soldati che all'indomani dell'8 settembre o solidarizzarono con i tedeschi o che, una volta internati in Germania, decisero di rivestire la divisa della Rsi nonché ai prigionieri non cooperatori fino a quanti si arruolarono nelle varie formazioni «nere» (dalle SS italiane alla Guardia Nazionale Repubblicana, dalla X Mas alle Brigate Nere, allo stesso reparto femminile delle Saf per non dire delle famigerate bande Koch e Carità, resesi responsabili delle più barbare atrocità) o nell'Esercito nazionale repubblicano. Sono pagine di storia non del tutto sconosciute. Molte sono già state messe in chiaro dalla nutrita serie di memoriali e diari redatti dai reduci, oltre che da numerosi studi condotti dagli storici sull'argomento.<br /><br />Forse la meno nota al largo pubblico è la pagina scritta dalla cosiddetta resistenza nera, ossia dal fascismo clandestino che si organizzò nell'Italia liberata. Una forma di insorgenza fascista si manifestò soprattutto in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia. L'elenco delle organizzazioni animatrici della lotta agli Alleati, solo abbozzate o semplicemente ostentate, sarebbe lungo. Si va dal Movimento giovanile di rinascita nazionale di Catania alla Lega Italica di Caltanissetta, al gruppo Onore di Roma, al Movimento dei giovani italiani repubblicani di Firenze, soprattutto alla Guardia ai labari, formazione costituitasi ancor prima della caduta di Mussolini per espressa volontà del duce su mandato del segretario Scorza. Solo a partire dal 1944, comunque, il fascismo clandestino diede concreti segni di vita, sviluppando una qualche forma di propaganda, persino azzardando conati rivoltosi. Nel complesso, però, l'impatto della sua azione fu assai modesto. Non riuscì né a stabilire un saldo coordinamento tra le varie realtà operanti né a dotarsi di una leadership riconosciuta. Il suo stesso esponente di maggior rilievo e visibilità, il bizzarro principe Valerio Pignatelli della Cerchiaia, finì col rimanere invischiato nella ragnatela da lui costruita senza riuscire a far compiere un salto di qualità al movimento clandestino. È vero che il mandato delle varie organizzazioni non era di serrare le file del popolo fascista ormai in disarmo. Era, più modestamente, di non lasciare nulla di intentato per contrastare l'invasione del nemico facendo leva sull'acuta sofferenza sociale della popolazione. A Palermo nell'ottobre del '44 la pessima situazione alimentare fece scattare una vivissima protesta nei confronti delle autorità occupanti. La repressione che ne seguì provocò numerose vittime, tanto che si parlò apertamente di una «strage del pane». Ancor più grave fu la rivolta suscitata dalla chiamata alle armi dei nati da parte del Regno del Sud tra il 1914 e il 1924. Il moto, avviatosi a Catania si estese poi a molti altri centri. Non fu, comunque, in grado di far rialzare la testa a un fascismo agonizzante.<br /><br /> (Il Giornale, 27 marzo 2017)<br /><br /> <br /><br /><br /> <br /><br /> <br /><br /><br /><br /><br /><br /> <br /><br /><br /> Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-57006526564023622502017-04-05T10:34:00.001+02:002017-04-05T10:35:47.508+02:00L’Italia di Salò. 1943-1945 (Il Mulino)<br />
<div style="border-image: none; margin: 0cm 0cm 0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhePox3Bot7S8gPBofHWTrKSw6S0keueT10Bn7nRS3ZbqG651W1qhrf-YEmJBy9wogMD53g6UHw_mUaF6TlR9Rdse7Vz2FqaIIinKQMNymYVSzqTWXrjWlH7lejhcUWu3qSvassoAezXB1m/s1600/CoverLItaliadiSalo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhePox3Bot7S8gPBofHWTrKSw6S0keueT10Bn7nRS3ZbqG651W1qhrf-YEmJBy9wogMD53g6UHw_mUaF6TlR9Rdse7Vz2FqaIIinKQMNymYVSzqTWXrjWlH7lejhcUWu3qSvassoAezXB1m/s200/CoverLItaliadiSalo.jpg" width="145" /></a><span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Nei venti mesi
che vanno dall’annuncio dell’armistizio, l’8 settembre 1943, all’uccisione di
Mussolini e alla fine della guerra, nell’aprile del 1945, l’Italia non solo
continuò a essere un campo di battaglia tra eserciti stranieri – gli Alleati
che avanzavano da sud e i tedeschi che occupavano il centro-nord – ma diventò
anche teatro di una sanguinosa «guerra civile» e «contro i civili», che vide coinvolti
su fronti opposti coloro diedero vita alla Resistenza e coloro che rimasero
fedeli al fascismo, aderendo alla Repubblica di Salò. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0cm 0cm 0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Nel
dopoguerra, però, il punto di vista resistenziale è stato oggetto di
innumerevoli studi e ricerche e ha rappresentato una narrativa dominante. Al
contrario, la vicenda dei tanti italiani che scelsero di combattere dalla <i>parte
sbagliata</i> è rimasta a lungo marginale, finendo per rappresentare un vuoto,
un autentico <i>tassello mancante</i> nel panorama storiografico e della memoria
di quel complesso periodo, che segnò lo spartiacque tra la dittatura fascista e
la democrazia. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0cm 0cm 0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">In
particolare, restava ancora da scandagliare in profondità lo spettro delle
motivazioni che indussero oltre mezzo milione di italiani – uomini e
donne, spesso giovanissimi – ad aderire e combattere, in molti casi
volontariamente, per la Rsi. Cosa che fa, in modo documentatissimo, il
saggio storico <b><i style="mso-bidi-font-style: normal;">L’Italia di Salò.
1943-1945</i> </b><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">(Il Mulino, pp. 490,
euro 28), di Mario Avagliano e Marco Palmieri.</span></span><a name='more'></a><br /></div>
<br />
<div style="margin: 0cm 0cm 0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Questa ricerca
affronta sulla base delle fonti coeve disponibili – lettere, diari,
testamenti ideologici, posta censurata, relazioni sul morale delle truppe
e sullo spirito pubblico, notiziari della Gnr, note fiduciarie, carte di
polizia e dei servizi segreti – e della memorialistica postuma, scevra dai
condizionamenti politici che l’hanno caratterizzata e dalla pregiudiziale
politico-ideologico-culturale che ha portato molti testimoni a tenere
a lungo nascoste le tracce di un passato <i>inconfessabile</i>.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0cm 0cm 0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">La cesura del
25 luglio prima e dell’8 settembre poi, infatti, per molti italiani non
rappresentò un taglio netto con il precedente ventennio fascista, bensì una
svolta in continuità, la cui naturale conseguenza fu la
partecipazione all’esperienza della Rsi, che a sua volta non fu un evento senza
propagazioni e conseguenze sulla storia politica e sociale del
dopoguerra. Il ritorno sulla scena di Mussolini e la nuova chiamata alle
armi, per continuare la guerra contro le potenze nemiche e intraprenderne
una nuova contro i <i>traditori</i>, il nemico interno, i <i>banditi</i>,
misero nuovamente gli italiani di fronte alla necessità di fare una scelta.
Quali furono le principali motivazioni che animarono coloro che decisero
di aderire? Quale fu il collegamento ideale col <i>precedente</i> regime? Quali
aspettative si nutrivano nei confronti del <i>nuovo</i> fascismo. Perché molti
giovanissimi compirono quella scelta? Che tipo di esperienza vissero sotto le
armi coloro che combatterono per Salò? Cosa sapevano della Resistenza e come la
giudicavano? Cosa percepivano e come metabolizzavano le stragi e le
deportazioni razziali e politiche dei nazisti, alle quali molti di loro presero
parte anche attiva? Quanti ebbero ripensamenti e per quale motivo? Chi rimase
fedele alla causa fino alla fine e perché? </span></div>
<br />
<div style="margin: 0cm 0cm 0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">A questi
interrogativi Avagliano e Palmieri, attraverso una gran mole di documenti prima
in gran parte inediti o poco noti, forniscono una risposta <i>dal basso</i>,
passando in rassegna sia le diverse esperienze militari e combattentistiche di
Salò (l’esercito nazionale formalmente apolitico, le milizie di partito quali
la Guardia nazionale repubblicana e le Brigate nere, le formazioni
relativamente autonome come la X Mas, le sanguinarie bande irregolari e chi
militò direttamente con i tedeschi come le SS italiane), sia l’esperienza quasi
del tutto dimenticata degli Imi che optarono, dei prigionieri di guerra degli
Alleati che non accettarono di cooperare e dei fascisti clandestini che
operarono dietro le linee nemiche nelle regioni già liberate dagli anglo-americani.
Tra di loro ci furono anche molti italiani che nel dopoguerra diventeranno
personaggi noti della politica, della cultura, del giornalismo, dello
spettacolo e via dicendo.</span></div>
<br />
<div style="margin: 0cm 0cm 0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Uno dei tratti
salienti delle risposte fornite in sede di memoria successiva, escludendo
quelle di stampo dichiaratamente rivendicativo o apologetico, è stato il
carattere giustificativo. Spesso, cioè, rispetto alla messa a fuoco oggettiva
delle ragioni che all’epoca portarono a fare quella scelta, ha prevalso il
desiderio di farla apparire comprensibile e <i>accettabile</i> a coloro i quali
non la vissero in prima persona o si schierarono su fronti opposti. Ma in
realtà, come sostengono Avagliano e Palmieri, per una generazione di
italiani cresciuta fin dalle aule scolastiche nel mito del duce e forgiata da
slogan fideisti, come il famigerato <i>Credere obbedire combattere, </i>l’adesione
alla Rsi e l’impegno nella guerra civile in molti casi fu una conseguenza
naturale e ovvia di quel percorso formativo. </span></div>
<br />
<div style="margin: 0cm 0cm 0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Inoltre dal
saggio <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">L’Italia di Salò</b> emerge che la
gran parte dei combattenti della Rsi, fossero essi reclute dell’esercito
regolare formalmente apolitico o membri delle formazioni di partito fortemente
ideologizzate, venne impiegata prevalentemente nella guerra civile e contro il <i>nemico
interno, </i><span style="mso-bidi-font-style: italic;">e che<i> </i></span>i
vertici politico-militari della Rsi, il suo apparato burocratico-amministrativo
e molti uomini che militarono nelle sue forze armate e di polizia presero parte
al clima di violenza indiscriminata, sommaria e diffusa contro i partigiani e
la popolazione civile e all’opera di cattura e deportazione degli avversari
politici (i triangoli rossi) e degli ebrei. </span></div>
Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-40954261384642984882015-05-22T11:49:00.000+02:002017-04-05T10:28:45.835+02:00I ragazzi di via Buonarroti. Una storia della Resistenza<br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E' in uscita l'ultimo volume della collana "Il Filo Spinato", dal titolo "I ragazzi di via Buonarroti. Una storia della Resistenza" (Marlin editore), di Massimo Sestili, con i</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">ntroduzione di Mario Avagliano. <br /><br /><strong>IL LIBRO</strong> </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La storia dei cinque ragazzi di via Buonarroti – Paolo Petrucci, Paolo Buffa, Enrica Filippini-Lera e Vera e Cornelio Michelin-Salomon – è rappresentativa di quanto accadde in Italia durante l'occupazione nazista, delle diverse forme di resistenza che si svilupparono, dei diversi ambienti sociali e politici che vi parteciparono, dei tanti giovani che rendendosi conto di vivere in un mondo inconciliabile, si schierarono per la libertà e pagarono duramente il loro impegno con il carcere, la deportazione e la morte. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pur nascendo nel contesto dell'antifascismo romano e dell'occupazione nazista di Roma, la storia dei cinque ragazzi si sviluppa prima al Sud, con la missione che coinvolse tragicamente Giaime Pintor; poi al Nord, dove Paolo Buffa si recò in missione come tenente delle N. 1 Special Forces dopo la liberazione di Roma; ed infine ad Aichach in Germania, dove Enrica e Vera vennero deportate. Arrestati anch’essi dai nazisti e processati dal tribunale tedesco di guerra, i tre ragazzi erano stati giudicati innocenti.<br />Ma per una tragica fatalità, il 24 marzo 1944 si trovavano ancora nel carcere di Regina Coeli e uno di essi, Paolo Petrucci, fu tradotto alle Fosse Ardeatine e trucidato insieme ad altri 334 innocenti con un colpo alla nuca. Un ampio apparato di lettere, fotografie e documenti inediti, frutto di anni di ricerca, aiuta a ricostruire la vita e il destino dei cinque ragazzi di via Buonarroti e rende palpitante la lettura di queste pagine, capaci di commuovere fino alle lacrime. <br /><br /><strong>L’AUTORE</strong> </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Laureato in Filosofia e docente di Letteratura e Storia, Massimo Sestili in questi ultimi anni si è interessato dell’errore giudiziario nella letteratura. Ha pubblicato il volume L'errore giudiziario. L'affaire Dreyfus, Zola e la stampa italiana (2004). Ha curato e tradotto opere di Bernard Lazare (Contro l'antisemitismo, 2004, e L'antisemitismo. La sua storia e le sue cause, 2006), di Jules Verne (Un dramma in Livonia, 2009) e di Émile Zola (L'Affaire Dreyfus, 2011). Attualmente si sta interessando della Resistenza e della lotta per la casa a Roma nel secondo dopoguerra. Su questi temi ha pubblicato articoli e interviste. Negli anni è stato promotore di vari corsi di formazione dedicati alla didattica della Storia e della Letteratura nelle scuole. Collabora con varie riviste, tra cui “Patria Indipendente”. <br /> <br /><strong>LA FRASE</strong><<So che vi è un elevato numero di probabilità di perdere la vita e che in ogni modo sarà una prova durissima e dolorosa, pure ho deciso di affrontarla perché tale è il dovere (non verso l’umanità come assieme di uomini, ma per l’Umanità, cioè per quei pochi che soli vivono). Se non cadrò forse mi sentirò riscattato e degno di vivere, se andrà altrimenti, la coscienza di non essermi sottratto al dovere mi aiuterà ad affrontare la prova suprema.>> (Paolo Buffa) </span> Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-26430096930882234102015-04-24T16:54:00.001+02:002015-04-24T16:55:30.240+02:00La storia dell'eroismo ebraico. Il diritto di liberare i propri fratelli e di combattere l'islamofascismo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvy6NW3T1U70vF0y_0fuIM1IR5OFSUTblQ6s-t1Xl81U6r2JScjxIfE2wPmd5nJPfrkvWIHrZFvXrZBX5CEzd6C1IqStBUaWk-q8d8-LTH8VEIq1O0KmaLRZpdOGpCSyqbG4rMFagonri-/s1600/brigataebraica.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvy6NW3T1U70vF0y_0fuIM1IR5OFSUTblQ6s-t1Xl81U6r2JScjxIfE2wPmd5nJPfrkvWIHrZFvXrZBX5CEzd6C1IqStBUaWk-q8d8-LTH8VEIq1O0KmaLRZpdOGpCSyqbG4rMFagonri-/s1600/brigataebraica.png" /></a></div>
<span id="yui_3_16_0_1_1429885580655_25767"><strong><em>Intervista a Mario Avagliano sulla storia della Brigata Ebraica</em></strong></span><br />
<strong></strong><br />
<strong>a cura di Leonardo Rossi</strong><br />
<strong></strong><br />
<strong>Come e perché nasce l'idea di costituire una Brigata Ebraica?</strong><b> </b><br />
<b></b>Già dopo l'invasione tedesca della Polonia, nel settembre del 1939 l'Agenzia Ebraica offrì l'appoggio della comunità ebraica di Erez Israel allo sforzo bellico degli Alleati e propose di<span id="yiv9770586677yui_3_16_0_1_1429640099271_3632"> dare vita, come già avvenuto durante la Grande Guerra, a una forza armata ebraica che partecipasse al conflitto contro l’odiato Hitler, che perseguitava da anni gli ebrei in Europa. Londra respinse a lungo la proposta, temendo da un lato la reazione degli arabi e dall’altro che questo significasse un lasciapassare al processo di costituzione di uno Stato ebraico. Ai </span><span id="yiv9770586677yui_3_16_0_1_1429640099271_3635">volontari arabi ed ebrei fu consentito solo di entrare nelle varie unità dell'esercito inglese. </span><span id="yiv9770586677yui_3_16_0_1_1429640099271_3646"> Ma alla fine, dopo sei anni di negoziazione, la campagna ebraica per un esercito nazionale, alimentata da personaggi come Vladimir Jabotinsky, uno dei fondatori della Legione ebraica dell’esercito britannico durante la Grande Guerra, </span><span id="yiv9770586677yui_3_16_0_1_1429640099271_3647">Chaim Weizmann, leader del Movimento Sionista, e </span><span id="yiv9770586677yui_3_16_0_1_1429640099271_3806">Benzion Netanyahu, padre dell’attuale premier di Israele, e appoggiata anche oltreoceano, ad esempio da molte stelle di Hollywood e di Broadway, ebbe finalmente successo. Fu Winston Churchill, subentrato a Neville Chamberlain alla guida del governo, a dare il via libera nel settembre del 1944, </span>d'accordo col Presidente americano Roosevelt, alla creazione della Brigata Ebraica, esprimendo il suo favore all'idea che gli ebrei potessero combattere “contro gli assassini dei loro connazionali in Europa”.<br />
<a name='more'></a><br />
<b id="yui_3_16_0_1_1429885580655_25776"><span id="yui_3_16_0_1_1429885580655_25775">Quando la Brigata viene fatta arrivare a Taranto, per cominciare la risalita, gli italiani come hanno reagito a una presenza militare così ben identificabile? In fondo, non si sostiene la tesi che gli italiani fossero antisemiti?</span></b><br />
<b></b><span id="yui_3_16_0_1_1429885580655_25778">In realtà già a partire dall’agosto del 1943 piccole unità o compagnie di soldati ebrei parteciparono alla campagna d’Italia. Ad esempio ci fu una compagnia che sbarcò a Salerno e poi aiutò la popolazione napoletana e gli ebrei della città. E un’altra compagnia, arrivata a Taranto nel novembre del '43, realizzò finte strutture militari per ingannare i comandi tedeschi. Quanto alla</span><span id="yui_3_16_0_1_1429885580655_25779"> Brigata Ebraica, era costituita da tre battaglioni, per un totale di circa 5.500 </span>volontari ebrei provenienti dalla Palestina, allora sotto Mandato britannico,<span id="yiv9770586677yui_3_16_0_1_1429640099271_3805"> guidati dal generale Ernest Benjamin, ebreo di cittadinanza canadese. La Brigata si addestrò in Egitto, venne inquadrata nell’Ottava Armata e a novembre del 1944 fu destinata al fronte italiano, con un’insegna di battaglia particolare: una stella di David color oro su sfondo a strisce bianche e azzurre. La stessa bandiera che poi venne adottata dallo Stato di Israele. L</span><span id="yiv9770586677yui_3_16_0_1_1429640099271_3802">a notizia della costituzione di una unità combattente ebraica suscitò una reazione abbastanza stizzita da parte della propaganda tedesca e di quella della Repubblica di Salò. Le radio tedesche criticavano Churchill per aver permesso "ai giudei di avventarsi come cani idrofobi contro il popolo germanico”, parlando addirittura di “sanguinaria brigata giudaica". Nel nostro Paese, però, dopo la caduta del fascismo gli italiani avevano aperto gli occhi. E in pianura padana i nostri soldati combatterono fianco a fianco con quelli della Brigata Ebraica contro nazisti e fascisti di Salò. </span><br />
<b>La Brigata si è distinta in importanti azioni militari, come lo sfondamento della Linea Gotica nella Vallata del Senio, come mai la sua memoria si è così affievolita fino a scomparire?</b><br />
<b></b>Il battesimo del fuoco della Brigata Ebraica avvenne in Romagna, con la partecipazione alle operazioni militari alleate per forzare il fronte del Senio, che le procurarono più di 40 vittime fra morti e dispersi, 150 feriti e 21 decorati al valore sul campo. Ai primi di marzo del 1945 la Brigata ebbe il compito di controllare il fronte a nord di Ravenna e poi il 27 marzo fu trasferita nel settore di Riolo dei Bagni, dove assieme al Gruppo di Combattimento Friuli del ricostituito esercito italiano liberò la cittadina termale. Non fu la sola città liberata dai soldati ebrei, che intervennero anche a Cuffiano, Riolo Terme, Ossano, Monte Ghebbio, La Serra, Imola.<br />
<b>Ci sono anche lati oscuri della loro attività in Italia. Come la decisione di avviare un vero e proprio ufficio di aiuto per l'emigrazione ebraica a Milano, in via Cantù 5. Le forze italiane sapevano di questo esodo organizzato?</b><br />
<b></b>Non parlerei di lati oscuri. L’attività delle compagnie militari ebraiche e poi della Brigata Ebraica di aiuto agli ebrei che intendevano recarsi in Israele era nota ed era svolta alla luce del sole. Proprio allo scopo di coordinare l'opera di soccorso ai profughi ebrei che stavano affluendo nell'Italia meridionale, venne costituito a Bari un "Centro profughi", poi trasferito a giugno del 1944 a Roma, a seguito della liberazione della capitale. Man mano che gli alleati risalivano la penisola, altri centri profughi furono istituiti in varie altre città, come Ancona, Ravenna, Firenze, Arezzo, Siena e nella primavera-estate del 1945 in varie città dell'Italia settentrionale, come Milano. L’obiettivo era quello di recuperare i sopravvissuti alla Shoah e addestrare in appositi centri di preparazione professionale chi era interessato a "salire" in Israele. Fu importante anche l'attività dei militari ebrei nell'opera di ricostruzione morale e materiale delle comunità ebraiche delle città liberate. Dopo la persecuzione fascista e la caccia all’uomo da parte dei nazisti e della polizia di Salò, per gli ebrei italiani l'incontro con soldati con il simbolo ebraico della stella di David, fu davvero emozionante. Nell’estate del 1945, infine, le unità della Brigata Ebraica presidiarono il confine con l’Austria, proprio per facilitare il transito dei sopravvissuti dell'Olocausto verso la Palestina. In seguito molti veterani della Brigata diventarono membri attivi nel "Bricha", il movimento clandestino che permise l’immigrazione di migliaia di profughi ebrei in Israele, e poi parteciparono alla guerra del 1948 che portò alla fondazione del nuovo Stato.<br />
<b id="yiv9770586677yui_3_16_0_1_1429640099271_3812"><span id="yiv9770586677yui_3_16_0_1_1429640099271_3811">Adesso, a Roma è esplosa la polemica per il rifiuto da parte dell'Aned e della Brigata Ebraica di partecipare alla manifestazione in Campidoglio accanto alle bandiere palestinesi. A loro avviso, erano alleati dei nazisti. </span></b><br />
<b></b><span id="yiv9770586677yui_3_16_0_1_1429640099271_3816">Credo che il problema sia più generale. La manifestazione del 25 aprile riguarda un evento cruciale della nostra storia: la liberazione del nostro Paese dal nazismo e dal fascismo e il ritorno della libertà e della democrazia. L’unica bandiera che dovrebbe sventolare in piazza e nei cortei è quindi quella italiana, tutt’al più assieme a quella delle formazioni partigiane e di chi contribuì alla guerra di liberazione. Fatta questa premessa, a “rigor” di storia non c’è dubbio che, come per primo capì il compianto presidente dell’Anpi Massimo Rendina, la Brigata Ebraica è pienamente legittimata a partecipare alla celebrazione con i suoi vessilli, le bandiere palestinesi invece non c’entrano niente. Ci sono altre occasioni per manifestare la vicinanza o meno alla causa palestinese. </span><br />
<b id="yiv9770586677yui_3_16_0_1_1429640099271_3820"><span id="yiv9770586677yui_3_16_0_1_1429640099271_3819">Vogliamo dire qualche parola sulla “amicizia” palestinese durante la II Guerra Mondiale, da che parte stavano loro? Chi era il Gran Muftì di Gerusalemme e che relazione aveva con Adolf Hitler?</span></b><br />
<b></b>Muhammad Amīn al-Husaynī, che all’epoca<span id="yiv9770586677yui_3_16_0_1_1429640099271_3795"> era Gran Muftī di Gerusalemme, è stato uno dei principali leader nazionalisti arabi e forse il più feroce e determinato oppositore del progetto di nascita di uno Stato ebraico in Palestina, sostenendo al contrario la creazione di uno Stato islamico. Fu questo il motivo che lo spinse ad allearsi a doppio filo con la Germania di Hitler e l’Italia di Mussolini, collaborando con le forze dell’Asse durante la seconda guerra mondiale, con attività di propaganda e di sabotaggio e l’arruolamento di una divisione di militanti islamici bosniaci nelle formazioni delle SS, in funzione antiebraica. Amīn al-Husaynī condivideva il progetto di Hitler dello sterminio finale degli ebrei e dal 1941 si trasferì a Berlino, dove rimase fino alla fine della guerra. Ormai la storiografia ha accertato, sulla base di una grande quantità di documenti e di carteggi, che il movimento di Amīn al-Husaynī e i vertici del nazismo erano collegati e lavorarono di comune accordo contro la comunità israelitica internazionale e le democrazie occidentali.</span><br />
<b>Perché l'islamismo si è legato a doppio filo con il nazismo? E come mai buona parte dei gerarchi scampati alle vendette sono scappati in paesi arabi a trazione Baathista. C'è un collegamento di fondo tra baathismo e nazismo?</b><br />
<span id="yiv9770586677yui_3_16_0_1_1429640099271_3640">Sarebbe sbagliato generalizzare. L’Islam non è un monolite indistinto e ci sono anche componenti del mondo islamico moderate e democratiche. Inoltre molti gerarchi nazisti, oltre che nei paesi arabi, fuggirono anche in Usa (vedi il caso degli scienziati) e nell’America del Sud. Fatto sta, però, che il Mein Kampf di Adolf Hitler tra molti islamici è tuttora un best seller. Ed è anche vero che il baathismo siro-iracheno, fondato nel 1943 a Damasco, si ispirò al nazionalsocialismo.</span><br />
<b>Solamente nel 1998 l'OLP ha tolto dalla sua carta fondativa gli articoli sulla distruzione dello Stato di Israele, ma non Hamas. C'è un fondo di verità storica nella decisione della Brigata ebraica di non voler sfilare accanto ai palestinesi?</b><br />
<b></b><span id="yiv9770586677yui_3_16_0_1_1429640099271_3623">Questo è un discorso diverso. Lo ribadisco: la Brigata Ebraica partecipò alla guerra di liberazione ed è giusto che sia in piazza con i suoi vessilli il 25 aprile. Molti palestinesi e arabi, invece, in quegli anni oscuri, si schierarono dalla parte dei nazisti. Punto. Al di là del giudizio che si può avere su Hamas, e il mio è certamente negativo, riproporre la questione del Medio Oriente in funzione o in riferimento alla festa della liberazione, sarebbe un grave errore.</span><br />
<br />
(Il Giornale dell'Umbria, 24 aprile 2015)Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-28522816437409752232015-04-23T10:01:00.001+02:002015-04-23T10:05:06.464+02:00Intervista ad Emilio Gentile: 'La Resistenza valore fondante da condividere' <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXYKt2CVKZwQUaldbe3OVMbC3cpioZ2fULM7N75IDo8OcPqE2HmOj4B6JW_EIDwYF_ZiW9Ey1sHXicriL-5HH2KPvlZB_YvH5DOqLGj-5qMY7Mfvq51tDu7iyhwfPGN6tbJlQSlGnK0xMB/s1600/emiliogentile.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXYKt2CVKZwQUaldbe3OVMbC3cpioZ2fULM7N75IDo8OcPqE2HmOj4B6JW_EIDwYF_ZiW9Ey1sHXicriL-5HH2KPvlZB_YvH5DOqLGj-5qMY7Mfvq51tDu7iyhwfPGN6tbJlQSlGnK0xMB/s1600/emiliogentile.png" /></a></div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><strong>di Mario Avagliano</strong></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">“La Resistenza, come il Risorgimento, rappresenta un patrimonio nazionale di valori che andrebbe condiviso da tutti, senza contrapposizioni politiche o ideologiche”. È la convinzione dello storico Emilio Gentile, il massimo studioso del fascismo, che sabato 25 aprile, alle 16.30, presso l’Auditorium Parco della Musica a Roma, parlerà del mito conteso della Resistenza e della Liberazione.</span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><strong>Professore, oggi qual è il valore del 25 aprile?</strong><br />Esattamente quello di 70 anni fa: è la data simbolo della partecipazione italiana alla guerra degli Alleati per la liberazione del Paese dal nazifascismo. E poiché la liberazione è avvenuta propugnando gli ideali comuni della libertà, della democrazia e della giustizia sociale, se non abbiamo rinunciato a nessuno di questi valori, essi sono ancora attuali.</span><a name='more'></a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /><strong>Quale rappresentazione della Resistenza è stata data nel dopoguerra?</strong><br />È evidente che, da parte dei protagonisti, c’è stata la tendenza a ricostruire la Resistenza come un mito, tutta in chiave positiva. In questi decenni, però, la storiografia ha sfrondato il mito di tutte le esagerazioni, mettendo in luce anche gli aspetti negativi, ma confermando i valori alla base di quell’evento.<br /><strong>Per lungo tempo il 25 aprile è stata la festa dei soli partigiani, lasciando fuori dai cortei (e dalla memoria) le altre forme di Resistenza, come gli internati militari, i deportati politici, le formazioni dei militari, i resistenti civili. Come mai?</strong><br />Il 25 aprile ricorda in modo specifico il movimento partigiano. In quegli anni ci furono altre forme di opposizione al nazismo e al fascismo, come la resistenza degli internati militari, che rifiutarono di aderire alla Repubblica sociale. Ma si tratta di un fenomeno diverso dai partigiani. Comunque la storiografia oggi ha approfondito anche questi aspetti. Ci sono state ricerche importanti, ad esempio su Cefalonia e sulla resistenza di matrice moderata.<br /><strong>Ha contato anche il clima della guerra fredda?</strong><br />La guerra fredda è stata decisiva nel rompere il fronte comune della Resistenza, facendo emergere l’antagonismo ideologico tra i vari partiti del Cln, presente fin dal 1946, e favorendo una diversa rappresentazione pubblica degli eventi. Ad esempio, nell’immediato dopoguerra ci fu il tentativo del partito comunista di agitare il vessillo della Resistenza come una rivoluzione incompiuta o tradita dai governi democristiani. E negli anni Cinquanta e Settanta il mito della Resistenza venne di volta in volta rianimato a seconda dell’andamento del conflitto politico e per contrastare il risorgente neofascismo. Di recente si è arrivati quasi a dissolvere questo mito nell’oblio, specialmente per le nuove generazioni.<br /><strong>Nell’ultimo ventennio dal mito della Resistenza si è passati quasi all’antimito, come nel libro “Bella ciao” di Giampaolo Pansa.</strong><br />In questo la storiografia c’entra poco. Va sempre distinto il piano della storiografia da quello della pubblicistica, la quale quasi sempre non ha aggiunto niente di nuovo a quanto già accertato dalla ricerca storiografica, ma ha presentato semplicemente i fatti con una visione polemica o scandalistica.<br /><strong>Ma c’è del vero nella tesi che i comunisti parteciparono alla Resistenza solo in funzione della rivoluzione proletaria?</strong><br />Ogni partito contribuì alla Resistenza con il proposito di andare al di là dell’obiettivo immediato e necessario di liberare l’Italia dal nazifascismo. Ma nei fatti i comunisti non fecero la rivoluzione, contribuendo invece, assieme alle altre forze politiche, alla fondazione della Repubblica e alla Costituzione.<br /><strong>La vigilia di questo 25 aprile è stata caratterizzata da una polemica assai aspra sulla partecipazione della Brigata Ebraica e dei rappresentanti dei palestinesi al corteo romano.</strong> <br />È molto triste. Oltre che da storico, lo dico da cittadino. Il 25 aprile dovrebbe costituire il momento in cui si mettono da parte le differenze ideologiche e politiche e si pone l’accento sui valori comuni della Resistenza. E poi non dimentichiamoci che questa festa ricorda un evento avvenuto in Italia nel 1945: la liberazione. La bandiera che sventolava il 25 aprile del 1945 era quella italiana, ed è l’unica che dovrebbe sventolare nella ricorrenza della Liberazione.<br /><strong>Il 26 gennaio 1955, a Milano, Piero Calamandrei, in un famoso discorso ad un gruppo di studenti, affermò: “Se voi volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani”.</strong><br />È vero. I partiti della Resistenza realizzarono la Costituzione firmata nel dicembre del 1947. E questo nonostante che già durante la celebrazione del 25 aprile del 1947 fossero profondamente lacerati e antagonisti. Vuol dire che qualcosa di quello spirito comune era rimasto.<br /><strong>Il contributo alla guerra di liberazione da parte della Resistenza e del ricostituito esercito italiano come cobelligerante contò alla conferenza di pace a Parigi dell’agosto 1946?</strong><br />Sì certamente, fu molto importante perché evitò all’Italia di fare la fine della Germania e di essere divisa in zone di occupazione fra americani, inglesi,francesi e jugoslavi.<br /><strong>Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato alla Camera che non è possibile equiparare i resistenti con i combattenti di Salò.</strong><br />Mi pare una dichiarazione di buon senso storico. Erano due gruppi di italiani animati da valori completamente contrapposti che si combatterono come nemici. Da una parte c’era chi combatteva per la democrazia e per la libertà, dall’altra parte chi combatteva per conservare, restaurare o addirittura espandere il regime totalitario e razzista. È vero, ci fu chi aderì a Salò in buona fede e per patriottismo, ma la buona fede non cambia la sostanza delle cose. Anche le SS erano in buona fede e patriottiche.<br /><strong>In Italia ci fu “una guerra civile”, come ha sostenuto Claudio Pavone nel suo saggio del 1991?</strong><br />All’epoca ne erano già convinti i combattenti di entrambe le parti. La storiografia non ha fatto altro che prendere atto di una realtà che per molto tempo è stata ignorata perché si temeva che, parlando di guerra civile, si mettessero sullo stesso piano i resistenti e i combattenti di Salò.<br /><strong>La Resistenza è stata tradita dalle classi dirigenti del dopoguerra?</strong><br />Si possono avere giudizi diversi sul grado di realizzazione degli ideali della Resistenza. Ma se oggi possiamo parlare liberamente anche di questo, è il prodotto della libertà che la Resistenza ha contribuito a riportare in Italia.<br /><strong>Sui confini orientali però ci furono scontri violenti tra le bande partigiane comuniste e cattoliche ed episodi come l’eccidio di Porzus.</strong><br />Sono episodi tragici legati a situazioni particolari, su cui si è fatta ampiamente luce e che comunque non mettono in discussione il valore generale della Resistenza.<br /><strong>Neppure le vendette del dopoguerra?</strong><br />Beh, qui siamo fuori dal perimetro della Resistenza. È come quando si vuol negare il valore storico e ideale del Risorgimento, parlando della repressione piemontese del brigantaggio.<br /><br />(Il Messaggero, 22 aprile 2015)</span><br />Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-83026754136895653672015-04-22T10:14:00.000+02:002015-04-22T10:14:08.034+02:00Storie - il mio ricordo di Elio Toaff<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiy4HOECkwu8Z82foD33_R19csCSyTJIWTIBCFZaxlUWQHBxFsG_tFK7Pb1hyPoaD2w1_Om2M6-7cO3fCVx8zsQw3FQH8tPTTLqq11k3EXwgP5_6xM8lhO8JXSkPjl8tM8YTiIJ3OyUMWNw/s1600/eliotoaff.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiy4HOECkwu8Z82foD33_R19csCSyTJIWTIBCFZaxlUWQHBxFsG_tFK7Pb1hyPoaD2w1_Om2M6-7cO3fCVx8zsQw3FQH8tPTTLqq11k3EXwgP5_6xM8lhO8JXSkPjl8tM8YTiIJ3OyUMWNw/s1600/eliotoaff.jpg" /></a></div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><strong>di Mario Avagliano</strong><br /> <br />Sulla straordinaria figura di Elio Toaff, ex partigiano, rabbino, intellettuale, uomo del dialogo interreligioso, si è scritto, a giusta ragione, molto in queste ore. Voglio citare un episodio che ho riportato nel mio libro “Di pura razza italiana”, relativo al periodo successivo alle leggi razziste del 1938.<br />Nel suo libro di memorie (<em>Perfidi giudei fratelli maggiori</em>, Mondadori) Toaff ha raccontato che nell’anno accademico 1938-39 all’università di Pisa, alla quale era iscritto, si recò ben poco perché il «viaggio Livorno-Pisa e viceversa era diventato una specie di calvario per gli studenti di razza ebraica, esposti al dileggio e al disprezzo – qualche volta anche alla violenza – degli studenti fascisti».</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"></span><a name='more'></a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">In una successiva intervista del 2006, Toaff ha ricordato che una volta, durante il viaggio di andata, «alcuni giovani fascisti mi avevano fermato, mi avevano fatto distendere in uno scompartimento, mi avevano spogliato e avevano scritto delle frasi ingiuriose sulla mia pancia».<br />Al ritorno a casa, su consiglio del professore di diritto commerciale Lorenzo Mossa (l’unico che in quel clima aveva avuto il coraggio di assegnargli la tesi), Toaff scattò una fotografia di quelle frasi, a futura memoria. Una fotografia che, rivelò nell’intervista, conservava tuttora. <br />Forse è ancora lì tra le sue carte. A testimoniare l’Italia razzista del 1938 e il coraggio di un ragazzo ebreo che non si piegò mai alla violenza.</span><br />
<span style="font-family: Arial;"></span><br />
<span style="font-family: Arial;">(L'Unione Informa e Moked.it del 21 aprile 2015)</span>Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-58273672552423770462015-04-20T20:23:00.001+02:002015-04-20T20:23:35.161+02:00Come e perché Mussolini e le sue guerre ebbero tanta popolarità
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjD_hCyTxqDxwmfOb7KiZrY_vMvN4-N2WPyDbopt_FS9Lk3fliSrOFjy-IZkl9Hq0Kev3ZRTEkSbajUysWBIgbqtF6n3iWwi0VeWXM4lVmuzNK7JmbOPuZCVwpGFxFifyr54bkcNJQFMkI7/s1600/vincere-e-vinceremo-11-04-2015.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjD_hCyTxqDxwmfOb7KiZrY_vMvN4-N2WPyDbopt_FS9Lk3fliSrOFjy-IZkl9Hq0Kev3ZRTEkSbajUysWBIgbqtF6n3iWwi0VeWXM4lVmuzNK7JmbOPuZCVwpGFxFifyr54bkcNJQFMkI7/s1600/vincere-e-vinceremo-11-04-2015.jpg" height="320" width="226" /></a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><strong>Introduzione alla presentazione del libro “Vincere e Vinceremo” </strong><br /><strong></strong></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><strong>di Massimo Taborri</strong><br /><em>Circolo Culturale Montesacro, 11 aprile 2015</em></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"> - Prima di entrare nel merito della pagine del bel libro “Vincere e Vinceremo”, Gli italiani al fronte tra il ’40 e il ’43, ho pensato di aprire insolitamente questa mia introduzione con una breve notazione di carattere familiare che non mi pare stonata nel contesto delle cose di cui parleremo, perché se avessi saputo che Mario Avagliano e Marco Palmieri stavano lavorando ad un’opera così vasta e approfondita – come quella che presentiamo oggi – avrei volentieri messo a loro disposizione un piccolo archivio di famiglia, formato da 24 lettere scritte da un mio parente, uno zio che portava il mio stesso cognome Taborri, che ha concluso la sua esistenza in Russia durante la tragica ritirata dei primi mesi del ’43.<br /><br /> - Un ragazzo di 20 anni, Otello, chiamato subito a combattere sulle Alpi Occidentali, sul confine francese, poi in Grecia e quindi in Russia con la Divisione Tridentina<br /><br /> - Tra queste lettere ce n’è una spedita dal Moncenisio che porta la data del 20 giugno ’40. Sono dunque i giorni della guerra con la Francia, quelli della famosa pugnalata alla schiena (visto che – come è noto - l’esercito tedesco aveva già piegato l’Armata francese entrando il 14 giugno a Parigi), durante i quali l’esercito italiano arrivò a Mentone e in poche altre località delle prime valli francesi, appena al di là delle Alpi.<br /><br /> - La guerra dichiarata da Mussolini il 10 giugno del ’40 che, sul fronte francese, impegnò i reparti italiani solo per 4 o 5 giorni, visto che le operazioni militari praticamente presero avvio intorno al 20 giugno e appena cinque giorni dopo fu firmato dalla Francia, a Parigi, l’armistizio con le potenze dell’Asse.</span><a name='more'></a><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">- “Cara mamma, non allarmarti se siamo vicini alla Francia - scrivevo mio zio a 2.500 metri di quota – noi restiamo sempre indietro (Otello era un radiotelegrafista addetto al Comando di Divisione che, in effetti, restava un po’ indietro dalle prime linee, ma può anche darsi che scrivesse questo per non impensierire a casa, n.d.r.) e poi ormai si può dire che la Francia è finita, infatti da più notti non si sente nemmanco un colpo d’Artiglieria.” E aggiungeva: “ avrei però da chiederti un favore, dovresti mandarmi un paio di calze pesanti, possibilmente nere o grigie verdi, che qui ai piedi si sente molto freddo, addosso no perché ho il maglione militare ma ai piedi non ho che calze fine, se puoi mandarmele al più presto possibile mi farai un gran piacere”.<br /><br />- Sul Moncenisio, anche nel mese di giugno, la temperatura soprattutto di notte scende vari gradi sotto lo zero. Dunque indossare un paio di calze di lana sarebbe stata una gran fortuna, ma quelle calze dovevano essere rigorosamente nere o grigio verdi perché, in caso contrario, non avrebbe potuto utilizzarle.<br /><br />- La guerra con la Francia, come dicevo, durò pochi giorni eppure costò tra soldati e ufficiali oltre 600 morti, oltre 600 dispersi e più di 2.600 tra feriti e congelati: naturalmente congelati… ai piedi. Il dato è conosciuto da storici e studiosi ed è richiamato nel libro di M. A. e M. P., ma non è forse poi così noto al grande pubblico.<br /><br />- Per entrare ora nel merito del libro mi pare che il suo significato sia ben raccolto e spiegato nell’epigrafe che è stata scelta dagli autori a presentazione dell’opera. Si tratta di una lettera di Gaetano Salvemini dell’agosto ’46 scritta dagli USA e indirizzata a Ernesto Rossi e Leo Valiani.<br /><br />- Salvemini fu un socialista un po’ atipico, un antifascista costretto all’esilio in Francia, un accademico che negli anni ’30 se ne andò poi negli Usa, per insegnare ad Harward. Per tornare in Italia solo nel lontano ’49: <br /><br />- “Inutile andare in giro raccontando che la guerra fu voluta dal solo Mussolini e non dall’Italia. Certo il popolo italiano non volle la guerra se si intende tutto il popolo. Ma i generali, gli ammiragli, i grossi industriali, glia alti burocrati, i senatori, i deputati, i professori d’università, i vescovi, gli arcivescovi, i cardinali, tutto quel lerciume accettò la guerra, e parecchi altri la vollero finché cedettero che l’avrebbero vinta dato lo sfacelo militare che era già avvenuto in Francia e che si prevedeva imminente in Inghilterra (…). Anche se si parla delle classi medie e inferiori del popolo italiano, non bisogna dimenticare che una larga parte seguì Mussolini, e che fra esse Mussolini godé di una larga popolarità dopo la vittoria nella guerra in Etiopia ed al tempo dello squartamento cecoslovacco. E se le cose gli fossero andate bene nella guerra mondiale, Mussolini sarebbe per molta gente un grand’uomo. Questa è la verità (...). Bisogna, dunque, smetterla con questa balla che l’Italia non è responsabile”.<br /><br />- E forse non è un caso che parole tanto esplicite siano state scritte da un uomo lontano dalle polemiche politiche che infiammarono gli anni del dopoguerra.<br /><br /> - L’obiettivo del libro è dunque questo: capire come e perché Mussolini e le sue guerre ebbero tanta popolarità e di quali elementi ideologici, emotivi e psicologici, questo consenso si alimentava. Un obbiettivo importante visto che nella pubblicistica e nella letteratura del dopoguerra vi è stata – come si spiega nell’introduzione – una sostanziale rimozione delle responsabilità nazionali rispetto alle guerre italiane, quasi sempre definite guerre fasciste, con un evidente intento di autoassoluzione da parte di tutti coloro, la grande maggioranza, che avevano accolta la guerra con esultanza e convinzione, senza essere necessariamente ed entusiasticamente fascisti.<br /><br /> - D’altra parte, come era in parte inevitabile, gli eventi successivi all’armistizio dell’8 settembre del ’43 e il riscatto rappresentato dall’epopea partigiana che da quella data cominciò a svilupparsi, hanno messo in ombra il grado di consenso popolare, lo slancio e l’entusiasmo con cui gli italiani, avevano, prima dell’8 settembre, preso parte alla mobilitazione e alla guerra.<br /><br /> - Il libro si incarica, quindi, di affrontare questa zona un po’ opaca della storia del popolo italiano, nel modo più efficace ed incontrovertibile: e cioè esaminando le migliaia di lettere da e per il fronte, i diari scritti da ufficiali e soldati, le relazioni indirizzate alle varie autorità, Duce compreso, dalle commissioni militari di censura che passavano al vaglio tali lettere, tutta quella che potremmo definire la letteratura coeva e proprio per questo più autentica e rappresentativa dei sentimenti diffusi.<br /><br /> - Ne emerge un mosaico piuttosto persuasivo della dimensione ampia e radicata delle motivazioni con cui con cui gli italiani guardarono alla guerra, sia da parte del cosiddetto fronte interno (le famiglie a casa) sia da parte del fronte esterno (coloro che combattevano in prima linea), con poche o nessuna differenza tra i vari quadri d’operazione: i Balcani e la Grecia, l’Africa e poi la Russia. Un consenso che - diversamente dai proclami mussoliniani sull’efficacia delle nostre armi – assunse, di fronte alla prime serie difficoltà operative, un andamento sinusoidale, sulla base dei successi o degli insuccessi della guerra, ma che iniziò seriamente a vacillare solo nei primi mesi del ’43, dopo Stalingrado e l’arretramento italiano in Tunisia, seguito alla sconfitta italo-tedesca di El Alamein.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">- Un consenso alla guerra che non fu però solamente frutto della propaganda del regime ormai ventennale, o della smisurata e fideistica ammirazione attribuita al suo capo, e neppure semplicemente frutto delle promesse imperiali del fascismo, che - come si sa - rivendicava all’Italia il diritto della nazione giovane ed emergente ad una diversa distribuzione delle risorse nel quadro internazionale, oltrechè il suo naturale primato all’egemonia nei balcani e nel Mediterraneo.<br /><br /> - Perché si trattò di un consenso ideologico derivato anche da motivi più atavici, legato per es. alla tradizione cattolica del Paese, che alimentava o perlomeno giustificava la guerra in Russia come crociata antibolscevica ed antislava. Non erano pochi alpini e fanti che scrivevano ad es. direttamente a parroci e curati delle località da cui provenivano, e da questi ricevevano risposte di incoraggiamento a continuare nella loro azione anche in nome di Dio. Per non parlare della questione della persecuzione e della deportazione razziale nelle zone occupate dall’esercito italiano su cui di certo si soffermeranno gli autori. O anche del capitolo riguardante la repressione contro partigiani e popolazione civile messa in opera dall’esercito italiano in Grecia o in Jugoslavia.<br /><br /> - Così come non mancò, nelle motivazioni che spinsero ufficiali e soldati ad operare in Russia, come in Africa o in Grecia – in condizioni davvero proibitive – il semplice amor di patria, la volontà di fare fino in fondo il proprio dovere, di dimostrare la propria coerenza, soprattutto dopo che si erano veduti via via morire centinaia di commilitoni, spesso amici con cui sui erano condivisi così tanti sacrifici. Proprio come era accaduto ai propri padri nella prima guerra mondiale, al cui esempio molti si richiamavano.<br /><br /> - Tutto questo consenso – come sentiremo – comincerà a declinare solo nei primi mesi del ’43 e soprattutto con l’occupazione anglo americana della Sicilia del luglio ’43. Il fattore fondamentale che – come si sa - determinò la caduta di Mussolini. Un evento, questo della caduta del Duce, che vide le piazze di tutta Italia riempirsi di una gran folla esultante ed eccitata, quando il peggio doveva ancora venire. Un entusiasmo straripante che aveva le sue legittime motivazioni, ma che non convinceva del tutto un uomo come Nuto Revelli, appena tornato dalla drammatica ritirata dalla Russia, che assiste, convalescente, dalle finestre della propria casa di Cuneo a queste manifestazioni di gioia e crede di vedere in tale generale esultanza, i segni della solita tendenza endemica al trasformismo, tipica del popolo italiano, di una inclinazione al conformismo e al gattopardismo, di una eccessiva facilità all’emozione piuttosto che alla riflessione. Caratteristiche senza considerare le quali – a mio giudizio – non si spiegherebbero neppure diversi passaggi, apparentemente incongruenti, che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese anche nei decenni successivi. E scrive Revelli annotando sul suo diario in quei giorni:<br /><br />- “è caduto il fascismo, viva l’esercito, viva Badoglio, hanno gridato stanotte in Via Roma. Ho risposto con un urlo, come se mi avessero ferito: Che confusione! Odio con tutte le mie forze i tedeschi, disprezzo i fascisti, i gerarchi imboscati, corrotti, vigliacchi. Ma i morti, i nostri poveri morti di Russia, non mi danno pace. Morti per nulla, proprio come se la Patria non esistesse più. Si grida abbasso il fascismo, viva l’esercito. Ma quale esercito! Quello dei morti per nulla,quello dei vivi che non sanno più per che combbattere. Volevo scendere stanotte. Forse mi sarei fatto picchiare. E più avanti:”Vedo i cortei, sento i discorsi: voglio vedere e sentire tutto. Riconosco troppi fascisti di ieri. Più fascisti erano ieri più oggi sono antifascisti e si agitano, spaccano, urlano”.<br /><br /> - Gli amici Mario Avagliano e Marco Palmieri lavorano insieme e con successo ormai da diversi anni. Giornalisti e storici entrambi hanno prodotto sempre col solito metodo del ricorso alla letteratura coeva, negli ultimi anni una serie di opere, a mio giudizio, preziose:<br /><br /> - 1) Di pura razza italiana, un libro che rappresenta un documento sulle reazioni degli italiani di fronte alle leggi razziali. Una storia di indifferenza, complicità e opportunismo, accanto ad episodici casi di solidarietà. Un libro che sarà presto tradotto e pubblicato in Germania.<br /><br /> - 2) Voci dal lager, un libro basato sulle lettere dei deportati politici dal lager (che abbiamo presentato con Marco Palmieri anche in questa sede).<br /><br /> - 3) Gli internati militari italiani, la vicenda, prima scarsamente conosciuta, degli oltre 600 mila militari italiani chiusi nei lager nazisti, che si rifiutarono di collaborare col nazismo e la RSI.<br /><br /><strong>La registrazione della presentazione: </strong><a href="http://www.circoloculturalemontesacro.it/cultura/storia/vincere-e-vinceremo-11-04-2015/vincere-e-vinceremo-11-04-2015-audio.html">http://www.circoloculturalemontesacro.it/cultura/storia/vincere-e-vinceremo-11-04-2015/vincere-e-vinceremo-11-04-2015-audio.html</a><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /> </span>Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-40407626137223821422015-03-30T14:35:00.001+02:002015-03-30T17:06:48.457+02:00Vincere e vinceremo! - La recensione del Sole 24 Ore Domenica<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:TrackMoves/>
<w:TrackFormatting/>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:DoNotPromoteQF/>
<w:LidThemeOther>IT</w:LidThemeOther>
<w:LidThemeAsian>X-NONE</w:LidThemeAsian>
<w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
<w:SplitPgBreakAndParaMark/>
<w:DontVertAlignCellWithSp/>
<w:DontBreakConstrainedForcedTables/>
<w:DontVertAlignInTxbx/>
<w:Word11KerningPairs/>
<w:CachedColBalance/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
<m:mathPr>
<m:mathFont m:val="Cambria Math"/>
<m:brkBin m:val="before"/>
<m:brkBinSub m:val="--"/>
<m:smallFrac m:val="off"/>
<m:dispDef/>
<m:lMargin m:val="0"/>
<m:rMargin m:val="0"/>
<m:defJc m:val="centerGroup"/>
<m:wrapIndent m:val="1440"/>
<m:intLim m:val="subSup"/>
<m:naryLim m:val="undOvr"/>
</m:mathPr></w:WordDocument>
</xml><![endif]--><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOGpr_IWSzoM_-H97rDGYWfi0NYoK0eBrI7KnAEUc8iYj9WhVAO8775cGS40Q3wQFmtULgoDDyWRUP8tKurnO4MRmYRwpGrvdKgLKVdEZ0cebBTfuYFSFkwHN90OEAFcPOl_X0ql866zk6/s1600/sole24ore29-03-2015.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOGpr_IWSzoM_-H97rDGYWfi0NYoK0eBrI7KnAEUc8iYj9WhVAO8775cGS40Q3wQFmtULgoDDyWRUP8tKurnO4MRmYRwpGrvdKgLKVdEZ0cebBTfuYFSFkwHN90OEAFcPOl_X0ql866zk6/s1600/sole24ore29-03-2015.jpg" height="320" width="239" /></a><br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">LA
BIBLIOTECA </span></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">di Giorgio Dell'Arti </span></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<i><b><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Soldati di stanza in Africa </span></span></b></i></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b>Assalto.</b> «Caro
Mario, con ogni probabilità domani mattina all'alba si va all'assalto; se la va
bene sarà una magnifica esperienza di vita, se la va male farò la morte più
bella che un italiano di vent'anni oggi possa fare» (lettera al fratello del
lombardo Cesare Tosi, caduto a vent'anni in Albania, il 20 gennaio 1941).</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b>Lettere. </b>Durante il primo anno di guerra, 9.285.000 lettere. </span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b>Censura. </b>Gli
uomini impiegati a controllare la corrispondenza esaminavano mediamente 150-200
lettere al giorno. </span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b>Tipologie.</b> Le lettere potevano essere bollate come
"ammesse in corso", "ammesse in corso dopo censura
parziale", da "sequestrare", da "incriminare". </span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b>Cretino.</b> Scrive il capitano Luigi Guerrieri Gonzaga dell'artiglieria a cavallo
il 21 febbraio 1942: «Mi secca molto che un cretino di censore abbia
sporcacciato tutta una mia lettera per te; deve essere un gran fesso quel tale
e gli farebbe bene un po' di Russia vorrei ritrovarlo quando rientreremo in
Patria. lo sono sicuro di quanto scrivo; non metto mai nulla che possa anche
lontanamente servire di indicazione o comunque essere "pericoloso"».</span></span></div>
<a name='more'></a><span style="font-size: small;"> </span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b>Familiari.</b> I soldati, soliti rassicurare i propri familiari attraverso formule
ricorrenti: «Sto bene», oppure «Non pensate a me» spesso accompagnate da
invocazioni di tipo religioso. </span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><strong>Mussolini.</strong> Dal 1941, «Mussolini non lo sa» o «se
la sapesse Mussolini».</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b>Negroidi.</b> I «maledetti» inglesi, gli americani
«negroidi» e «dediti al vizio», i russi «senza Dio», gli arabi «sporchi e rozzi». </span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b>Inglesi.</b> Gli inglesi, «i maledetti figli di Albione», «vigliacchi e farabutti»,
«soldati dai cinque pasti e dalla pancia troppo piena», «audaci fresconi che
l'illusione ha voluto per un po' vittoriosi».</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b>Tedeschi.</b> Da una relazione del
Comando generale dei Carabinieri del maggio 1941: «Negli ambienti militari la
soddisfazione per i nostri successi viene sensibilmente temperata dalla
considerazione che molto si deve all'apporto dato dalla potente azione delle
forze tedesche».</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b>Rapporto. </b>Dalla lettera alla famiglia di un militare temano di
stanza in Africa, datata 24 febbraio 1942, che di fronte alla richiesta di
redigere un rapporto sul morale delle truppe, dopo aver lamentato che il
partito chiede il pagamento della tessera anche ai militari richiamati e inviati
al fronte, così si sfoga: «Vengano un po' a domandare ai nostri soldati ed
avranno una risposta più che esauriente. È naturale che il rapporto non potrà
che dire le solite cose; ma vengano pure tra i soldati e sentiranno. Posta che
non arriva, pacchi che sono in giro da mesi e di cui non si ha notizia; se
qualcuno ne arriva è ridotto al solo involucro; giornali che vengono
distribuiti una volta al mese; un pasto al giorno, cotto al mattino alle io e
mangiato alle 2 del pomeriggio. Tutto questo potrebbero rispondere i nostri
soldati se venissero interrogati; ma siccome non lo saranno mai, tutto questo
rimane sconosciuto e si parlerà soltanto dello spirito di sacrificio e del
morale altissimo del soldato italiano». </span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b>Guerra. </b>«Inutile andare in giro raccontando
che la guerra fu voluta dal solo Mussolini e non dall'Italia. Certo il popolo
italiano non volle la guerra, se si intende tutto il popolo. Ma i generali, gli
ammiragli, i grossi industriali, gli alti burocrati, i senatori, i deputati, i
professori d'università, i vescovi, gli arcivescovi, i cardinali, tutto quel
lerciume accettò la guerra, e parecchi altri la vollero finché credettero che
l'avrebbero vinta dato lo sfacelo militare che era già avvenuto in Francia e
che si prevedeva imminente in Inghilterra [...] Bisogna, dunque, smetterla con
questa balla che l'Italia non è responsabile» (Gaetano Salvemini, Lettera a E.
Rossi e L. Valiani, io agosto 1946). </span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><strong>Notizie tratte da</strong>: Mario Avagliano e Marco
Palmieri, <i>Vincere e vinceremo! Gli italiani al fronte 1940-1943,</i> Il Mulino,
Bologna, pagg. 376, euro 25,00</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">(Il Sole 24 Ore, Domenica, 29 marzo 2015) <span style="color: #002060;"></span></span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span><br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span></span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="color: #002060;"> </span></span></span><span style="font-family: "Segoe UI","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: IT; mso-fareast-theme-font: minor-latin;"><br style="mso-special-character: line-break;" />
</span></div>
Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-79321068278484472522015-03-27T19:19:00.000+01:002015-03-27T19:19:00.045+01:00Quelli di Radio Caterina - altro libero della collana "Il Filo Spinato"<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:TrackMoves/>
<w:TrackFormatting/>
<w:DoNotShowRevisions/>
<w:DoNotPrintRevisions/>
<w:DoNotShowMarkup/>
<w:DoNotShowComments/>
<w:DoNotShowInsertionsAndDeletions/>
<w:DoNotShowPropertyChanges/>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:DoNotPromoteQF/>
<w:LidThemeOther>IT</w:LidThemeOther>
<w:LidThemeAsian>X-NONE</w:LidThemeAsian>
<w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
<w:SplitPgBreakAndParaMark/>
<w:DontVertAlignCellWithSp/>
<w:DontBreakConstrainedForcedTables/>
<w:DontVertAlignInTxbx/>
<w:Word11KerningPairs/>
<w:CachedColBalance/>
<w:UseFELayout/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
<m:mathPr>
<m:mathFont m:val="Cambria Math"/>
<m:brkBin m:val="before"/>
<m:brkBinSub m:val="--"/>
<m:smallFrac m:val="off"/>
<m:dispDef/>
<m:lMargin m:val="0"/>
<m:rMargin m:val="0"/>
<m:defJc m:val="centerGroup"/>
<m:wrapIndent m:val="1440"/>
<m:intLim m:val="subSup"/>
<m:naryLim m:val="undOvr"/>
</m:mathPr></w:WordDocument>
</xml><![endif]--><br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="true"
DefSemiHidden="true" DefQFormat="false" DefPriority="99"
LatentStyleCount="267">
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Normal"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="heading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="35" QFormat="true" Name="caption"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="10" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" Name="Default Paragraph Font"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="11" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtitle"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" Name="Body Text Indent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="22" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Strong"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="20" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="59" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Table Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Placeholder Text"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="No Spacing"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Revision"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="34" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="List Paragraph"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="29" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="30" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="19" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="21" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="31" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="32" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="33" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Book Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="37" Name="Bibliography"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" QFormat="true" Name="TOC Heading"/>
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Calibri","sans-serif";
mso-fareast-font-family:Calibri;
mso-bidi-font-family:"Times New Roman";}
</style>
<![endif]--><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ1De2jtG_qPAkFobReJ8KnsIJSLoSFvHhRQGuOfG5DUd0IAoE6TxX8ir-t8KDqJ0LMBHbr7XW-1ZIrRCnYNvy6ANUBdJXtf-zDLUmYOQZp9chLqHDlLmuA4IE1hiIA9_O6ge0FIMUcLDe/s1600/Radio+Caterina+copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ1De2jtG_qPAkFobReJ8KnsIJSLoSFvHhRQGuOfG5DUd0IAoE6TxX8ir-t8KDqJ0LMBHbr7XW-1ZIrRCnYNvy6ANUBdJXtf-zDLUmYOQZp9chLqHDlLmuA4IE1hiIA9_O6ge0FIMUcLDe/s1600/Radio+Caterina+copertina.jpg" height="320" width="192" /></a><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">E questo è l'ultimo nato della collana storica "Il Filo Spinato" della Marlin Editore, diretta da Mario Avagliano e Marco Palmieri</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;"> </span></span><br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;"> ARRIGO BOMPANI <br /></span></span> <b><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">QUELLI DI RADIO CATERINA </span></span></b><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;"><br />A cura di Antonio Ceglia <br /><br />Presentazione di Angelo Tranfaglia <br /></span></span> <b><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">IL LIBRO </span></span></b><br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Il volume accoglie la narrazione delle vicende accadute dall’8 settembre 1943 al 24 agosto 1945, periodo di prigionia del Tenente Arrigo Bompani, dal momento della cattura del reparto da lui comandato, di stanza nell’entroterra ligure. La lunga tradotta lo porta a Sandbostel, nella bassa Sassonia, e Bompani racconta i disagi e le angherie sopportate dagli italiani nei vari Lager. Un lungo accenno ai dinieghi degli IMI (Internati Militari Italiani) alle continue richieste di collaborazione, avanzate dai tedeschi e dai repubblichini, fa risaltare l’eroica dignità dei nostri soldati che, pur vivendo una vita al limite della sopportazione, non cedono alle lusinghe di nazisti e fascisti. </span></span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Grande rilievo assume nel racconto l’episodio della “Caterina”, una radio costruita con materiale di fortuna, consistente in barattoli, grafite di matita ecc., una radio che permetteva agli internati di conoscere, prima dei loro carcerieri, le vicende che si svolgevano in Europa. Con dovizia di particolari vengono descritte le peregrinazioni da un campo di concentramento all’altro e la vita che si svolgeva nel campo di Wietzendorf. </span></span><br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Durante uno dei trasferimenti il Bompani conobbe lo scrittore Giovanni Guareschi e racconta un gustoso episodio di cui il padre di “Don Camillo” fu protagonista. Il rientro in patria avvenne in un clima di diffidenza e sospetto, come narrato nel finale, dove l’autore cerca di capire e spiegare i motivi dell’indifferenza con cui la popolazione accolse il ritorno dei prigionieri dai campi di concentramento. <br /></span></span> <span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">ARRIGO BOMPANI (Crespellano, Bologna 1914 - Bologna 2013), richiamato alle armi nel 1941 e, con il grado di Tenente, incaricato di sorvegliare la costa e la linea ferroviaria da Savona a Ventimiglia, la mattina dell’11 settembre fu sorpreso da un grosso contingente di truppe tedesche e fatto prigioniero con i suoi uomini. Dopo venti mesi di Lager, rimpatriò nell’agosto del 1945 e venne congedato il 3 ottobre con il grado di Maggiore. Conseguito il diploma di geometra, si impiegò nell’ufficio del Catasto cittadino. Quale ex ufficiale internato nei Lager tedeschi, aderì all’ANEI (Associazione Nazionale Ex Internati) e costituì la sezione di Bologna, diventandone il Presidente. Ha partecipato ad innumerevoli interventi nelle scuole, soprattutto per raccontare l’“altra resistenza” effettuata nei Lager dagli IMI. Per sua iniziativa, sulla facciata del Palazzo del Podestà di Bologna fu apposta una lapide in ricordo dei militari italiani caduti nei Lager e venne eretto all’ingresso del cimitero cittadino un monumento progettato dall’architetto Pancaldi, suo compagno di prigionia. <br /></span></span> <span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;"></span></span><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">ANTONIO CEGLIA è nato a Bari nel 1946. Ufficiale di carriera nell’esercito, ha terminato la sua attività come Generale nel 2006 nella città di Bologna. Con Arrigo Bompani ha organizzato un convegno sugli ex internati militari al quale partecipava la figlia di Giovanni Guareschi, Carlotta. Essendo egli stesso figlio di un internato, si è appassionato alla storia dell’amico e, insieme a lui, ne ha raccolto le vicende. <br /></span></span><b> </b><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>LA CITAZIONE</b></span></span><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Ognuno di noi si trovò improvvisamente nudo: tutto fu lasciato fuori del reticolato: la fama e il grado, bene o male guadagnati. E ognuno si trovò soltanto con le cose che aveva dentro. Con la sua effettiva ricchezza o con la sua effettiva povertà. E ognuno diede quello che aveva dentro e che poteva dare e così nacque un mondo dove ognuno contava per uno. Giovanni Guareschi</span></span>Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-58350983774235359312015-03-26T19:13:00.000+01:002015-03-26T19:13:00.072+01:00Pane secco e Avemarie - il nuovo libro della collana "Il Filo Spinato"<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:TrackMoves/>
<w:TrackFormatting/>
<w:DoNotShowRevisions/>
<w:DoNotPrintRevisions/>
<w:DoNotShowMarkup/>
<w:DoNotShowComments/>
<w:DoNotShowInsertionsAndDeletions/>
<w:DoNotShowPropertyChanges/>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:DoNotPromoteQF/>
<w:LidThemeOther>IT</w:LidThemeOther>
<w:LidThemeAsian>X-NONE</w:LidThemeAsian>
<w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
<w:SplitPgBreakAndParaMark/>
<w:DontVertAlignCellWithSp/>
<w:DontBreakConstrainedForcedTables/>
<w:DontVertAlignInTxbx/>
<w:Word11KerningPairs/>
<w:CachedColBalance/>
<w:UseFELayout/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
<m:mathPr>
<m:mathFont m:val="Cambria Math"/>
<m:brkBin m:val="before"/>
<m:brkBinSub m:val="--"/>
<m:smallFrac m:val="off"/>
<m:dispDef/>
<m:lMargin m:val="0"/>
<m:rMargin m:val="0"/>
<m:defJc m:val="centerGroup"/>
<m:wrapIndent m:val="1440"/>
<m:intLim m:val="subSup"/>
<m:naryLim m:val="undOvr"/>
</m:mathPr></w:WordDocument>
</xml><![endif]--><br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="true"
DefSemiHidden="true" DefQFormat="false" DefPriority="99"
LatentStyleCount="267">
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Normal"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="heading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="35" QFormat="true" Name="caption"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="10" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" Name="Default Paragraph Font"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="11" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtitle"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" Name="Body Text Indent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="22" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Strong"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="20" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="59" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Table Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Placeholder Text"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="No Spacing"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Revision"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="34" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="List Paragraph"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="29" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="30" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="19" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="21" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="31" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="32" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="33" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Book Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="37" Name="Bibliography"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" QFormat="true" Name="TOC Heading"/>
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Calibri","sans-serif";
mso-fareast-font-family:Calibri;
mso-bidi-font-family:"Times New Roman";}
</style>
<![endif]--><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheCoQEjrOcsztAlB6NJeKpHSOg8t2UNIXe8-6iT52XNeCOwu4Dtvp-iqF6u-DHxy9-Yw6_rzVoewNoLb_I-0hJ9qOfofV21BnpPVyO_YVPIUCa3YNDRZBpkAb2ilbK13j6JumcV800WfkR/s1600/Pane+secco+e+avemarie.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheCoQEjrOcsztAlB6NJeKpHSOg8t2UNIXe8-6iT52XNeCOwu4Dtvp-iqF6u-DHxy9-Yw6_rzVoewNoLb_I-0hJ9qOfofV21BnpPVyO_YVPIUCa3YNDRZBpkAb2ilbK13j6JumcV800WfkR/s1600/Pane+secco+e+avemarie.jpg" height="200" width="120" /></a><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">VALERIA NICOLIS </span> <span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b>PANE SECCO <br />E AVEMARIE </b></span> <span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Due militari italiani nei Lager nazisti </span> <span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Introduzione di Mario Avagliano <br /><br /><b>IL LIBRO </b></span><br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">In queste pagine sono raccolte le vicende simili e diverse di due futuri amici accomunati dall’esperienza di prigionia, Enrico Bertolini e Luigi Montresor. Il Bertolini (1923-1982), nonno materno dell’autrice, aveva da poco compiuto vent’anni quando venne catturato presso Atene dopo l’armistizio dell’8 settembre e diventò un IMI, un internato militare italiano. </span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">La sua storia, ricostruita a partire dai pochi ricordi condivisi non senza reticenza con i familiari, per quanto frammentaria e incompleta, tratteggia alcuni aspetti dell’esperienza di un giovane soldato italiano alle prese con la prigionia. Il carteggio di Luigi Montresor (1916-1987), catturato presso la caserma di Verona, permette di immergersi in modo più approfondito nella sua vicenda di internato militare, grazie alle lettere scambiate con il padre Pompeo lungo tutto il periodo di prigionia, tra il 1943 e il 1945. </span><br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">In queste lettere, dal tono rassicurante ed ottimista, si intravedono vari elementi dell’esperienza dell’internato: dal lavoro ai bombardamenti, dalle difficoltà alle speranze, espressi in uno stile delicato e gentile, tipico della sua personalità. Divenuto, in seguito al rimpatrio, presidente della sezione ANEI del comune di Bussolengo, il Montresor conobbe il compaesano Enrico Bertolini con il quale, sulla base della comprensione che poteva esserci solo tra chi ha vissuto momenti così duri da renderne quasi impossibile la condivisione con chiunque altro, nacque una profonda amicizia che li legò per il resto della vita. <br /><br /> <b>VALERIA NICOLIS</b>, nata a Bussolengo in provincia di Verona nel 1992, studia Teologia presso lo Studio Teologico San Zeno della città capoluogo. Dai racconti della nonna è nata la sua passione per le storie di famiglia, da cui deriva questo lavoro, che le ha consentito di avvicinarsi all’esperienza di un nonno mai conosciuto. <br /><br /> <b>LA CITAZIONE</b><br />La bisnonna Nina appese al muro una grossa cartina della Germania e ogni volta che ci passava davanti si fermava a toccare quel punto ripetendo “Mio figlio è qui”, come se consumando la carta potesse sorvolare i chilometri con la punta del dito per posare una carezza sul suo ragazzo. Alla fine della guerra, quella piccola porzione della cartina era così lisa che il nome della città non si leggeva più.</span>Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-51891202648498574552015-03-25T17:53:00.003+01:002015-03-25T17:53:17.862+01:00Testimonianze di storia ebraica fra Cremona e Mantova<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b>di Mario Avagliano</b><br /><br />Sulle tracce della presenza ebraica in Lombardia. L'Istituto Mantovano di Storia Contemporanea, nell'ambito del progetto Rimon, percorsi ebraici in Lombardia, ha organizzato il ciclo di incontri "Testimonianze di storia ebraica fra Cremona e Mantova", dedicati alle vestigia ebraiche ancora presenti in quel territorio. <br />L'obiettivo è di offrire una panoramica dei luoghi e dei nuclei urbani che hanno ospitato le comunità ebraiche dal XIV-XV secolo a oggi: edifici, monumenti, opere d'arte, oggetti e reperti vari che documentano la cultura e la storia ebraica.</span><br />
<a name='more'></a> <span style="font-size: small;">Il "viaggio" nella memoria sarà introdotto dal pomeriggio di studi del 31 marzo, organizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano, Polo di Mantova, nel corso del quale sarà presentato il libro "Fra cultura, diritto e religione. Sinagoghe e cimiteri ebraici in Lombardia", a cura di Stefania T. Salvi (Corberi Sapori, 2013).</span><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">(L'Unione Informa e Moked.it del 24 marzo 2015)</span></span>Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-4519393456474030662015-03-24T15:31:00.000+01:002015-03-25T15:32:54.489+01:00Adriana Montezemolo: mio padre eroe dimenticato della Resistenza <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5ttUqAmvEdTiSz_BY5qvSU3AGB0DZF44nHNgH4bElH4zAAZvN2aix8H6QrvqNu0i06UoTS0ICb93oB4ZB1IEwP5cah7dsFUo2FV1GlX_Ave6uINietp4OCxWRsyaZLRHKP3KMlmoogj89/s1600/montezemolofotoemedaglie.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5ttUqAmvEdTiSz_BY5qvSU3AGB0DZF44nHNgH4bElH4zAAZvN2aix8H6QrvqNu0i06UoTS0ICb93oB4ZB1IEwP5cah7dsFUo2FV1GlX_Ave6uINietp4OCxWRsyaZLRHKP3KMlmoogj89/s1600/montezemolofotoemedaglie.jpg" /></a><b><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">di Dino Messina</span></span></b><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span></span>
<a href="http://lanostrastoria.corriere.it/files/2015/03/Famiglia-a-Forte-dei-Marmi-estate-1940-da-destra-Montezemolo-la-Moglie-Juccia-Dematteis-i-figli-Manfredi-Andrea-Lydia-Jsolda-Adriana2-250x176.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="" border="0" class="alignleft size-medium wp-image-3022" height="176" src="http://lanostrastoria.corriere.it/files/2015/03/Famiglia-a-Forte-dei-Marmi-estate-1940-da-destra-Montezemolo-la-Moglie-Juccia-Dematteis-i-figli-Manfredi-Andrea-Lydia-Jsolda-Adriana2-250x176.jpg" title="Famiglia a Forte dei Marmi estate 1940- da destra Montezemolo, la Moglie Juccia Dematteis, i figli Manfredi, Andrea, Lydia, Jsolda, Adriana" width="250" /></a><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">“L’ultima volta che vidi mio padre era il Capodanno del 1944. I
baroni Scammacca del Murgo, coraggiosi amici, correndo gravi rischi, ci
avevano ospitati al nostro rientro a Roma e avevano organizzato
quell’attesaa riunione familiare”.<br />
Adriana Cordero Lanza di Montezemolo, ultimogenita del colonnello
Giuseppe Montezemolo, il capo del Fronte militare clandestino, ricorda
con tratti veloci e precisi la figura del padre, medaglia d’oro, eroe
della Resistenza, massacrato alle Fosse Ardeatine nel pomeriggio del 24
marzo 1944, assieme agli altri 334 prigionieri politici, ebrei, detenuti
comuni che erano stati prelevati dalla prigione nazista di via Tasso e
da Regina.<br />
Nella casa che da molti anni condivide con Benedetto Della Chiesa,
nipote di Papa Benedetto XV, in una tenuta agricola che corre proprio
lungo la via Ardeatina, Adriana di Montezemolo custodisce memorie
importanti, avendo ereditato dalla madre Juccia (Amalia), scomparsa nel
1983, la missione di ricordare quel padre importante, figura centrale
della Resistenza, che tuttavia per oltre mezzo secolo è stato tenuto
fuori dalla storiografia ufficiale. “Abbiamo avuto infinite
manifestazioni di affetto private e ufficiali, culminate in una medaglia
d’oro, ma è vero per molto tempo del ruolo di mio padre s’è parlato
molto poco. Forse perché noi siamo una famiglia di militari, abituati ai
fatti. Certo, mi fece grande piacere leggere nel 2003, sul ‘Corriere
della sera’, un articolo di Paolo Mieli in cui diceva che era il momento
di far entrare il colonnello Montezemolo nei libri di storia. Meno di
dieci anni dopo <b>è arrivata la biografia di Mario Avagliano, ‘Il
partigiano Montezemolo’ (Dalai editore) che colmava una lacuna”.</b></span></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-size: small;">
Adriana Montezemolo parla veloce, talvolta si interrompe e si alza per
mostrare un cimelio importante, i biglietti del padre dalla prigione di
via Tasso, la lettera di ringraziamento del generale Harold Alexander,
comandante degli eserciti alleati in Italia, alla mamma Juccia per
l’opera insostituibile svolta dal capo delle Forze militari clandestine a
Roma, la foto che ritraeva la famiglia per l’ultima estate spensierata a
Forte dei Marmi: ci sono il primogenito Manfredi, classe 1924, che
aiutò il padre nella lotta clandestina, il secondogenito Andrea, oggi
cardinale, che lavorò con il medico Attilio Ascarelli dopo la
liberazione di Roma a ricomporre i resti delle vittime delle Fosse
Ardeatine, infine, assieme ad Adriana, le sorelle Lidia e Isolda.<br />
Adriana nel dopoguerra si è laureata in fisica con Edoardo Amaldi, ma
assieme al marito Benedetto, da cui ha avuto cinque figli, si è sempre
occupata di agricoltura, organizzando una tenuta agricola in Kenia e poi
dal 1960 seguendo le attività nelle campagne romane e del Viterbese.</span>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
Le memorie della famiglia si intrecciano a quelle pubbliche. “Ci
eravamo trasferiti a Roma da Torino nel 1940, quando mio padre era stato
nominato colonnello, il più giovane con quel grado. Diceva che
nell’esercito contano gli ufficiali con la c (caporale, come lui era
stato nella prima guerra mondiale, capitano e colonnello) perché i più
vicini alla truppa. Il papà era una persona affettuosa, ma come usava
una volta riservata e severa. Aveva un’autorità eccezionale, tutti
glielo riconoscevano, era un capo nato. Dopo la laurea in ingegneria e
una breve parentesi di lavoro come civile a Genova, era rientrato
nell’esercito dove aveva bruciato le tappe: volontario nella Guerra di
Spagna, aveva poi compiuto almeno 16 missioni in Africa settentrionale
dove era stato decorato con una medaglia d’argento”.<br />
Fedele ai Savoia, il 19 luglio 1943 aveva accompagnato Mussolini
all’incontro di Feltre con Hitler, dove il capo del fascismo non ebbe il
coraggio di sostenere con il Fuehrer le ragioni di una pace separata.
Fu allora che venne decisa la sorte del Duce e il colonnello Montezemolo
ebbe una parte nel suo arresto. Consigliere militare di Badoglio,
decise di restare a Roma dopo l’8 settembre per organizzare la difesa
militare, quando la corte e tutte le alte cariche dell’esercito e del
governo prendevano la via di Pescara. “La funzione di mio padre era di
collegamento tra il governo legittimo del Sud e la Resistenza romana. Si
era fatto paracadutare alcune radio ricetrasmittenti e comunicava agli
Alleati gli spostamenti delle truppe tedesche e tutte le informazioni
utili che riusciva ad ottenere”.<br />
Per questo Herbert Kappler, il comandate delle SS di Roma, che poi lo
avrebbe interrogato e torturato in via Tasso, lo considerava il nemico
pubblico numero uno.<br />
“Passammo quell’estate del 1943 in una tenuta di alcuni amici a Perugia.
Mio fratello Manfredi che frequentava il collegio militare a Lucca ci
raggiunse a piedi, Andrea invece era con noi. Dopo l’8 settembre nostro
padre ci diede l’ordine di non muoverci, la situazione era molto
pericolosa, ma non riuscimmo a trattenere Manfredi che andò a Roma in
bicicletta e si unì all’organizzazione clandestina con documenti falsi.
Nostro padre teneva le fila non soltanto delle forze militari
clandestine ma coordinava i gruppi della Resistenza che si andavano
formando. ‘Mai avrei pensato – diceva – io monarchico di collaborare e
avere buoni rapporti con il comunista Giorgio Amendola”.<br />
Giorgio Amendola, che diede l’ordine dell’attentato al battaglione SS
Bozen in via Rasella, da cui scaturì la rappresaglia nazista delle Fosse
Ardeatine. “Mio padre credeva alle forze armate clandestine spettasse
l’azione di intelligence e il controllo in città. Alla Resistenza
civile, che fu aiutata dal Fronte militare clandestino anche con il
rifornimento di armi, erano riservate azioni di sabotaggio in campagna.
Mio padre era molto preoccupato dalle rappresaglie e finché rimase in
libertà riuscì a tenere il controllo della situazione. Dopo il suo
arresto, il 25 gennaio 1944, dapprima i protagonisti della Resistenza si
dileguarono nel timore che parlasse. Ma quando si accorsero che il
colonnello Montezemolo riuscì a resistere alle torture, cominciarono le
azioni dei Gap”.</span></span><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
Adriana Montezemolo era rimasta a Perugia con la mamma e le sorelle
sino a fine dicembre 1943: “Il 27 dicembre venne a prenderci in macchina
un maresciallo dei carabinieri di cui mio padre si fidava. Prima
andammo un paio di giorni dai baroni Scammacca, quindi cominciammo a
frequentare le scuole al collegio di Trinità dei Monti, dove anche mia
madre viveva in una stanza del pensionato, mentre mio fratello Andrea
era nel collegio ucraino. Mio padre e mia madre si incontravano il
mercoledì in casa Scammacca verso le 14,30, poi di solito uscivano per
una passeggiata a Villa Borghese cercando di non dare nell’occhio.
All’ultimo incontro, credo il 19 gennaio, tre giorni prima dello sbarco
di Anzio, mio padre disse alla mamma che se gli americani non arrivavano
a Roma lui sarebbe stato preso. Si sentiva braccato, aveva cinque
polizie alle calcagna. La settimana successiva la mamma arrivò prima
all’appuntamento, ma attese inutilmente. Arrivò invece mio fratello
Manfredi con la notizia che il papà il 25 era stato arrestato”.<br />
Chi era stato a parlare, a fare la delazione, a rivelare che sotto i
baffi a manubrio del “professor Giuseppe Martini” si nascondeva il capo
della Resistenza militare clandestina? “Ci sono state varie voci, potrei
dire dei nomi, ma la verità non si saprà mai. Speravamo che il papà non
fosse finito nelle mani delle SS. Una persona terribile, che dava
informazioni cercando di carpire denaro, ci disse che lo aveva visto a
Regina Coeli, tranquillo che giocava a carte. Strano, pensammo, il papà
non gioca a carte”.<br />
Era invece nelle mani di Kappler nella prigione di via Tasso, dove venne
torturato per giorni. Nelle stesse stanze, oggi diventate museo, sono
esposti gli abiti del prigioniero Montezemolo: una camicia con le cifre,
un maglione inglese di marca Wolsey, la giacca e i pantaloni sdruciti.<br />
“Una cugina si era offerta di portare un po’ di biancheria. Dalla
prigione di via Tasso filtrarono tre biglietti di mio padre, poi il
silenzio. Fino al 25 marzo, quando una donna mostrò a mia madre una
pagina del ‘Messaggero’ con la notizia che alle Fosse Ardeatine erano
stati giustiziati comunisti e badogliani… Vivemmo nell’angoscia e nella
speranza anche dopo aver ricevuto la comunicazione tedesca che potevamo
andare a ritirare in via Tasso gli effetti personali di nostro padre.
Magari, qualcuno ci confortava, l’anno portato al Nord. Speravamo che
l’intervento del Vaticano che avevamo sollecitato avesse avuto qualche
effetto. Avemmo la certezza che il colonnello Montezemolo era morto nel
peggiore dei modi alle fosse Ardeatine quando la mamma riconobbe alcuni
effetti personali, tra cui la fede nuziale, raccolti alle Mantellate,
nel luglio 1944, dopo la liberazione di Roma”.<br />
Da allora è cominciata la meticolosa ricostruzione dei fatti, gli
incontri che con la memoria rinnovavano il dolore. “In anni recenti,
durante un dibattito a via Tasso mi è venuta incontro una signora, era
Carla Capponi (la compagna di Rosario Bentivegna che partecipò
all’attentato di via Rasella, ndr), mi raccontò che durante la
Resistenza aveva incontrato mio padre che le aveva consegnato delle
armi. Io la salutati, ma in maniera fredda. Forse ho sbagliato”.<br />
L’ultimo ricordo di quella stagione terribile riguarda il capitato Eric
Priebke, il collaboratore di Kappler e interprete delle SS che partecipò
al massacro delle Ardeatine. “Arrestarlo in anni recenti – dice Adriana
sorprendendoci – è stato un errore. Non l’ho conosciuto ma ho avuto con
lui una corrispondenza epistolare attraverso il suo avvocato Paolo
Giachini. Gli chiesi se avesse conosciuto mio padre. Mi rispose che non
l’aveva mai incontrato. Strano, per uno che faceva l’interprete in via
Tasso. Ma perché non dovrei credergli?”.</span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">(Il Corriere della Sera, 23 marzo 2015)</span></span>Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-52038540897628082732015-03-17T17:55:00.000+01:002015-03-25T18:04:28.295+01:00Storie - Il Giusto siciliano<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiq5SE9p2q4jfKQ2tzw1B7yl5vG7iIp1gqqMPHtEOG_fuA3OGQETMPN0tkxiZPPsZihiMTMxQiWukHaL_KnfU0kwpb9GoM7v3p-KFvMyw7vfgUIJfCK_tYVy-yCnOpXRogEds07kF5g1BXa/s1600/calogeromarrone.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiq5SE9p2q4jfKQ2tzw1B7yl5vG7iIp1gqqMPHtEOG_fuA3OGQETMPN0tkxiZPPsZihiMTMxQiWukHaL_KnfU0kwpb9GoM7v3p-KFvMyw7vfgUIJfCK_tYVy-yCnOpXRogEds07kF5g1BXa/s1600/calogeromarrone.png" /></a><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b>di Mario Avagliano</b></span></span><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b> </b><br />Domani a Favara, in provincia di Agrigento, verrà ricordato Calogero Marrone, il deportato politico siciliano morto nel Lager di Dachau e dichiarato nel 2013 "Giusto tra le Nazioni". Il programma prevede alle ore 9, in Piazza della Pace, l’inaugurazione del Giardino della Memoria, con la piantumazione di un albero della vita e la scopertura di un’epigrafe, e alle ore 10, al castello Chiaramonte, un convegno sulla figura di Marrone, con la partecipazione tra gli altri del presidente dell'Istituto Siciliano di studi ebraici Maria Antonietta Ancona, della studiosa Lucia Vincenti, del presidente e del segretario dell'Anpi di Palermo Ottavio Terranova e Angelo Ficarra e di Daniela Marrone, una delle nipoti del Giusto.</span></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-size: small;"><br /><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Antifascista, classe 1889, Marrone era capo dell’Ufficio anagrafe del Comune di Varese e dopo l’8 settembre del 1943 entrò a far parte del gruppo partigiano "5 Giornate del San Martino". In quel periodo Varese, città di frontiera, divenne la meta di numerosi antifascisti ed ebrei, desiderosi di tentare il passaggio nella vicina e neutrale Svizzera, considerata la terra della salvezza. <br />Marrone approfittò del suo incarico al Comune per rilasciare documenti d’identità falsi ad ebrei ed antifascisti, permettendo così loro di superare il confine e di salvarsi. Scoperto a causa di una delazione, venne arrestato il 7 gennaio 1944 da ufficiali della Guardia di Frontiera tedesca e, prima di essere deportato nel Reich, venne rinchiuso e torturato nelle carceri di Varese, Como e S. Vittore a Milano e nel campo di concentramento di Bolzano. Morì nel Lager di Dachau il 15 febbraio del 1945, ufficialmente di tifo.<br />A Marrone avevano dedicato un libro, nel 2003, Franco Giannantoni e Ibio Paolucci, Un eroe dimenticato (edizioni artirigere). Una curiosità: una delle nipoti del Giusto siciliano, Manuela, è la moglie dell’ex leader della Lega Umberto Bossi.</span></span><br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">(L'Unione Informa e Moked.it del 17 marzo 2015) </span></span>Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-43478517179588594642015-02-24T17:54:00.001+01:002015-02-24T17:54:22.756+01:00Storie - I volenterosi carnefici di Mussolini<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:TrackMoves/>
<w:TrackFormatting/>
<w:DoNotShowRevisions/>
<w:DoNotPrintRevisions/>
<w:DoNotShowMarkup/>
<w:DoNotShowComments/>
<w:DoNotShowInsertionsAndDeletions/>
<w:DoNotShowPropertyChanges/>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:DoNotPromoteQF/>
<w:LidThemeOther>IT</w:LidThemeOther>
<w:LidThemeAsian>X-NONE</w:LidThemeAsian>
<w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
<w:SplitPgBreakAndParaMark/>
<w:DontVertAlignCellWithSp/>
<w:DontBreakConstrainedForcedTables/>
<w:DontVertAlignInTxbx/>
<w:Word11KerningPairs/>
<w:CachedColBalance/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
<m:mathPr>
<m:mathFont m:val="Cambria Math"/>
<m:brkBin m:val="before"/>
<m:brkBinSub m:val="--"/>
<m:smallFrac m:val="off"/>
<m:dispDef/>
<m:lMargin m:val="0"/>
<m:rMargin m:val="0"/>
<m:defJc m:val="centerGroup"/>
<m:wrapIndent m:val="1440"/>
<m:intLim m:val="subSup"/>
<m:naryLim m:val="undOvr"/>
</m:mathPr></w:WordDocument>
</xml><![endif]--><br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="true"
DefSemiHidden="true" DefQFormat="false" DefPriority="99"
LatentStyleCount="267">
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Normal"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="heading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="35" QFormat="true" Name="caption"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="10" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" Name="Default Paragraph Font"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="11" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtitle"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="22" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Strong"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="20" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="59" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Table Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Placeholder Text"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="No Spacing"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Revision"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="34" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="List Paragraph"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="29" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="30" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="19" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="21" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="31" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="32" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="33" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Book Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="37" Name="Bibliography"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" QFormat="true" Name="TOC Heading"/>
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin-top:0cm;
mso-para-margin-right:34.0pt;
mso-para-margin-bottom:0cm;
mso-para-margin-left:34.0pt;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
text-align:justify;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman","serif";
mso-fareast-font-family:"Times New Roman";}
</style>
<![endif]-->
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHnfLq7eXfYHVhLmSZSu5ycp6PEoqtW5NRiYaO7GqsR-lUYi3uKc-7NvZ0Up9EBecIEymfNV-kv0SC-2ybsxRP4zzQ0tu4Qf9RHYT3WLcLUqKpgFbutyA7IIOgKedDcGjiBGljaeTaLn_i/s1600/carneficiitaliani.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHnfLq7eXfYHVhLmSZSu5ycp6PEoqtW5NRiYaO7GqsR-lUYi3uKc-7NvZ0Up9EBecIEymfNV-kv0SC-2ybsxRP4zzQ0tu4Qf9RHYT3WLcLUqKpgFbutyA7IIOgKedDcGjiBGljaeTaLn_i/s1600/carneficiitaliani.jpg" height="200" width="129" /></a></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: #222222; font-family: "Arial","sans-serif";">di Mario Avagliano</span></b></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: "Arial","sans-serif";">Nei due anni tragici di
Salò e dell’occupazione tedesca del centro nord dell’Italia, numerosi italiani si
prestarono ad essere “volenterosi” carnefici dei loro connazionali ebrei. La retata
a Venezia del 5 dicembre 1943, ad esempio, fu condotta da poliziotti,
carabinieri e volontari del ricostituito partito fascista. E almeno la metà
degli arresti degli ebrei poi deportati ad Auschwitz e in altri Lager fu opera
di italiani, senza ordini o diretta partecipazione dei tedeschi. </span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: "Arial","sans-serif";">A ricordarcelo, con un
agile e documentato saggio pubblicato da Feltrinelli, è Simon Levis Sullam, professore
di Storia Contemporanea presso l'Università Ca' Foscari di Venezia, in <a href="https://www.blogger.com/null" name="title"></a><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">I carnefici italiani. Scene dal genocidio degli ebrei, 1943-1945</span></i><span style="mso-bidi-font-weight: bold;"> (pp. 150), il cui titolo rimanda volutamente
a quello del saggio di Goldhagen, "I volonterosi carnefici di
Hitler", che ha riaperto la questione sulla responsabilità dei tedeschi (e
non solo dei nazisti) nella Shoah.</span></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-weight: bold;">Anche dopo l’armistizio, l</span><span style="color: #222222; font-family: "Arial","sans-serif";">’Italia non rimase “al di fuori del cono d’ombra dell’Olocausto”
e accanto ai giusti e ai salvatori, vi furono purtroppo tanti persecutori. Nel
libro, oltre che delle responsabilità degli apparati dello Stato e degli uomini
di partito, ci si occupa fra l’altro del ruolo dei delatori, che non furono
solo fascisti convinti ma anche semplici civili, quasi sempre per motivi di
soldi. E perfino alcuni ebrei, come il triestino Mauro Grini, che tra Trieste,
Venezia, Milano identificò e denunciò un migliaio di ebrei ("anche di
più" - si vantava) dietro lauti pagamenti, e la romana Celeste Di Porto.</span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: "Arial","sans-serif";">(L'Unione Informa e Moked.it del 24 febbraio 2015) </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-57542231786374916182015-02-12T14:54:00.002+01:002015-02-12T15:10:49.902+01:00Vincere e vinceremo, lo specchio dell'Italia fascista che fu<!--[if !mso]>
<style>
v\:* {behavior:url(#default#VML);}
o\:* {behavior:url(#default#VML);}
w\:* {behavior:url(#default#VML);}
.shape {behavior:url(#default#VML);}
</style>
<![endif]--><br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:TrackMoves/>
<w:TrackFormatting/>
<w:DoNotShowRevisions/>
<w:DoNotPrintRevisions/>
<w:DoNotShowMarkup/>
<w:DoNotShowComments/>
<w:DoNotShowInsertionsAndDeletions/>
<w:DoNotShowPropertyChanges/>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:DoNotPromoteQF/>
<w:LidThemeOther>IT</w:LidThemeOther>
<w:LidThemeAsian>X-NONE</w:LidThemeAsian>
<w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
<w:SplitPgBreakAndParaMark/>
<w:DontVertAlignCellWithSp/>
<w:DontBreakConstrainedForcedTables/>
<w:DontVertAlignInTxbx/>
<w:Word11KerningPairs/>
<w:CachedColBalance/>
</w:Compatibility>
<m:mathPr>
<m:mathFont m:val="Cambria Math"/>
<m:brkBin m:val="before"/>
<m:brkBinSub m:val="--"/>
<m:smallFrac m:val="off"/>
<m:dispDef/>
<m:lMargin m:val="0"/>
<m:rMargin m:val="0"/>
<m:defJc m:val="centerGroup"/>
<m:wrapIndent m:val="1440"/>
<m:intLim m:val="subSup"/>
<m:naryLim m:val="undOvr"/>
</m:mathPr></w:WordDocument>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="true"
DefSemiHidden="true" DefQFormat="false" DefPriority="99"
LatentStyleCount="267">
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Normal"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="heading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="35" QFormat="true" Name="caption"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="10" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" Name="Default Paragraph Font"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" Name="Body Text Indent"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="11" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtitle"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" Name="Hyperlink"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="22" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Strong"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="20" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="59" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Table Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Placeholder Text"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="No Spacing"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Revision"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="34" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="List Paragraph"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="29" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="30" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="19" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="21" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="31" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="32" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="33" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Book Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="37" Name="Bibliography"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" QFormat="true" Name="TOC Heading"/>
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin-top:0cm;
mso-para-margin-right:0cm;
mso-para-margin-bottom:10.0pt;
mso-para-margin-left:0cm;
line-height:115%;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:11.0pt;
font-family:"Calibri","sans-serif";
mso-ascii-font-family:Calibri;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-hansi-font-family:Calibri;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;
mso-bidi-font-family:"Times New Roman";
mso-bidi-theme-font:minor-bidi;
mso-fareast-language:EN-US;}
</style>
<![endif]-->
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6gEYyniXfYNh6mdGq5cMGJSzvN78y2qj4ZH-dktuVgf9PAa1UTJSafKE_Eth8tO-EnioeL8CITZMyAOtOjuByQyiOzcom2u3Dtfxb6WiX_gwa2hxjTTsY7kGuwejtNWfolPGoErx5QSHy/s1600/ceccanovincere.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6gEYyniXfYNh6mdGq5cMGJSzvN78y2qj4ZH-dktuVgf9PAa1UTJSafKE_Eth8tO-EnioeL8CITZMyAOtOjuByQyiOzcom2u3Dtfxb6WiX_gwa2hxjTTsY7kGuwejtNWfolPGoErx5QSHy/s1600/ceccanovincere.jpg" height="320" width="179" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;"><b>di Enrico Zuccaro</b> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Con
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Vincere e Vinceremo</b>, l’ormai
collaudato binomio Avagliano-Palmieri prosegue nella sua opera di rigorosa<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>revisione della nostra storia nazionale per
troppo anni intrisa di tanta retorica e luoghi comuni.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Tra
questi ultimi quello secondo cui<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>gli
italiani non vollero<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e sopportarono a
malincuore la decisione del fascismo di entrare in guerra nel 1940 a fianco
dell’allora Germania nazista.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">In
realtà le cose andarono diversamente, perché tanti italiani vollero la guerra,
salvo poi pentirsene, come gli autori dimostrano non attraverso l’analisi dei
documenti ufficiali, bensì tramite una lettura attenta, critica e ben
contestualizzata di centinaia di lettere di combattenti, relazioni di polizia,
carabinieri, spie e fiduciari dell’ occhiuto apparato repressivo del regime
fascista.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">La
storia propostaci dagli autori è quindi una storia scritta più che mai <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">dall’interno</b>, una storia di <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>donne e uomini che combatterono e soffrirono
tra il 1940 ed il 1943, UNA STORIA POTREMMO DIRE “EMOTIVA”, come<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ci suggerisco gli autori nella loro
introduzione,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ma che sin dalle prime
pagine assume l’autorevolezza di un analitico saggio <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">sull’opinione pubblica degli italiani di allora. </b></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Va
da sé che ciò che gli autori ci propongono è quanto risulta dall’esame di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>posta accuratamente passata al vaglio della
censura, come avveniva, per ovvi motivi di sicurezza, in tutti gli eserciti di
allora.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Nondimeno
il quadro che ne risulta spicca per originalità<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>di analisi e per veridicità.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">In
nove capitoli<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>per un totale di 313
pagine, gli autori ripercorrono i tre anni e tre mesi che intercorrono dal
10.06.1940 (entrata in guerra)<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>alle
giornate del 25.07. ed<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>8.09.1943, che
notoriamente segnano la caduta del fascismo e la firma dell’armistizio con gli
Alleati. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Grazie
alla lettura della corrispondenza inviata dai militari, gli autori scandagliano
l’animo degli italiani che in 3 anni e tre mesi appunto passano dall’adesione
entusiastica alla guerra, alla disillusione, al malcontento ed infine alla
avversione ed all’ antifascismo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">E
la posta- da sempre considerata forse in chiave troppo sentimentale solo come
momento di malinconico sfogo e di struggente<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>nostalgia- <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">diviene invece
specchio di un intero paese, suggerendo al lettore numerose chiavi di lettura.</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">La
prima, intorno a cui ruota un po’ tutto il libro, è quella dell’analisi dei
molteplici aspetti del <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>consenso al
regime,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e soprattutto al suo capo. Un
consenso chiaramente indotto, diremmo fabbricato (come dalla nota monografia di
Cannistraro; “La fabbrica del consenso”) da<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>diciotto anni di propaganda martellante, attuata dal PNF, dal regime e
dalle sue organizzazioni satelliti (dopolavoro ecc.) in una sorta di tentativo
di controllo di ogni settore della vita degli italiani. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Un
consenso in cui però non mancano note di sincera ammirazione, talvolta
sconfinanti in un vero e proprio culto della personalità di Mussolini,
DESTINATARIO DI MOLTE LETTERE DI SOLDATI e visto come il capo indiscusso e
indiscutibile, che ha sempre ragione<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che
non sbaglia mai e che soprattutto, quando le cose vanno male su qualsiasi
fronte, è ignaro di quanto sta accadendo perché incolpevole vittima degli
inganni dei gerarchi e sottoposti. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Dall’esame
delle lettere riprodotte nel testo scaturisce, ancora, con chiarezza
cristallina, la periodizzazione del consenso al regime ed il suo progressivo
deteriorarsi, il suo andamento ondivago perché connesso alle mutevoli sorti
degli eventi bellici, sin dai primi mesi di guerra infauste per le armi
italiane. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Gli
umori che traspaiono da<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>quanto
scrivono<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>i nostri soldati non sfuggono
agli zelanti censori, né<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ai Carabinieri,
né alla polizia, né ai servizi segreti. Mai i loro rapporti, che pure giungono
sino alle più alte sfere del regime fascista, pensiamo ai cosiddetti
“Promemoria per il duce” nulla producono, all’ infuori della segnalazione<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di questo o quel militare alle competenti
autorità di polizia o al Tribunale speciale per la difesa dello Stato. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Una seconda</span></b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;"> chiave di lettura-
strettamente connessa alla prima -<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>è quella relativa alle opinioni che i nostri
militari hanno dei loro nemici, così come le troviamo espresse nelle<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>loro lettere. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Smentendo,
qualora ce ne fosse<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ancora bisogno,
l’adusato clichè <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">dell’italiano buono</b>
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">contrapposto al tedesco cattivo</b>, l’immagine
del nostro soldato che traspare dalle lettere riportate nel testo è quello di
un soldato razzista con il nemico, che talvolta ammira il crudele alleato
tedesco, che è<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>antisemita e consapevole
di tanti stragi perpetrate dai nazisti, anticomunista, o meglio antibolscevico
e<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>feroce col nemico (lettera del
lanciafiammista), specie <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>nella
repressione anti partigiana. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">(A
dire il vero si era razzisti anche in altri eserciti; tra gli altri anche in
quello americano, specie sul fronte del Pacifico, nei confronti dei giapponesi).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">A
questi due ultimi riguardi (anti bolscevismo e repressione anti partigiana) va riconosciuto
al libro un <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">elevato valore<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>storico-documentale</b>, specie <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>nei capitoli dedicati alla guerra in Russia ed
ai crimini di guerra, non a caso forse tra i più estesi dello intero volume. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Sono pagine che ci hanno riportato alla
memoria gli scritti <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dolentissimi di “<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Italiani senza onore”</b> <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di Costantino Di Sante; di “<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Qui si ammazza</b> <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">troppo poco”</b> di Gianni Oliva, e del più recente “<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">L’Occupazione italiana dei</b> <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Balcani”,</b> di Davide Conti. Pagine dalle
quali l’onore delle Armi italiane esce indelebilmente macchiato ma che aiutano
a fare senza reticenza alcuna<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>i
cosiddetti conti con il passato, cosa che noi italiani non abbiamo ancora fatto
completamente. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Una terza chiave di
lettura è </span></b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">quella
relativa alle <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">manipolazione delle
coscienze</b> che emerge chiaramente in tante lettere, talvolta con toni anche
grotteschi ma che testimoniano del<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>lavaggio cerebrale subito da taluni nostri soldati. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">E
così capita di leggere di militi che credono alle bombe avvelenate lanciate dal
nemico o che dopo la loro eventuale morte chiedono, dopo la cremazione, di caricare
un proiettile con le loro ceneri e di utilizzarlo contro il nemico. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">In
quest’ottica vanno analizzate, in particolare, le lettere che arrivano dal
fronte russo, dove tanti soldati credono di combattere una guerra santa, contro
un nemico senza Dio e perciò barbaro e sacrilego<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> (un po’ come il<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>“Dio lo vuole”
delle crociate ed il <span style="mso-spacerun: yes;"></span>Got mit uns tedesco).
</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Una ultima chiave è
quella di carattere più spiccatamente sociologico.</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">L’ampio
campione di scritti riportati dagli autori, conferma, purtroppo,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che il livello di istruzione media del fante
italiano era la seconda elementare. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Da
qui errori e strafalcioni di ortografia che caratterizzano tutte o quasi le
lettere dei nostri soldati.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Soldati
che continuano ad <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>indirizzare tante loro
missive<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ai parroci dei loro comuni di
residenza, così come facevano venti anni prima, durante il primo conflitto mondiale
i loro genitori, perché a casa nessun altro sapeva leggere. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">E
ciò suona a conferma del non innalzamento dei livelli di alfabetizzazione degli
italiani, specie nelle zone rurali e nonostante i 20 anni di un regime, nelle
parole molto vicino al suo popolo, nei fatti poco attento all’istruzione del
medesimo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">A
proposito delle lettere indirizzate ai parroci, c’è un ulteriore aspetto che
merita di essere sottolineato: l’organicità di parte del clero al regime
fascista, organicità tradotta spesso in incoraggiamenti rivolta ai soldati,
specie a quelli attivi sul fronte russo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">La<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>lettura sociologica della posta dei nostri
soldati si rivela particolarmente interessante, laddove si esamina il circuito
di comunicazione Fronte di combattimento- Fronte interno. E qui paradossalmente
si scopre che <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>in tantissimi <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>casi, non è dalle mura domestiche che giunge
conforto ai nostri soldati, ma che sono piuttosto questi ultimi, talvolta con
incrollabile fede nella vittoria finale, a dare sostegno a chi è rimasto a
casa.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">E
ciò la dice lunga sulla qualità del consenso<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>al regime; una qualità che impallidisce, di fronte alla tenuta del
fronte interno della Germania hitleriana, mantenutosi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>granitico sino quasi alle ultime settimane di
guerra. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Altro
interessante spunto di riflessione, ancora<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>in chiave sociologica, è quello che si trae dai giudizi sugli americani
e conseguentemente sul loro esercito, espressi nelle parole dei nostri soldati.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Benché
timorosi della eventualità di scontrarsi con parenti od amici emigrati oltre
oceano, i nostri militari<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>vedono nei
loro coetanei statunitensi degli “sciampagnoni” ), infiacchiti dalla vita
comoda (si vedano in proposito tanti brani del Diario <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di Ciano), un po’ come gli omologhi inglesi,
definiti con disprezzo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>“popolo dei 5
pasti”. Si tratta , ovviamente di giudizi intrisi di sconsiderata
superficialità.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Dolenti,
<a href="https://www.blogger.com/null" name="_GoBack"></a>ancora sul versante sociologico, i tanti accenni al
malcostume della corruzione, presenti in tante missive di militari che lamentano
la violazione a scopo di furto dei pacchi loro inviati.…<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Gli
<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ultimi<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>3 capitoli del libro sono i capitoli della disillusione,
della sconfitta e della presa di coscienza del tradimento ordito dal fascismo
contro l’Italia.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">I
terremoti indotti dalle sconfitte in terra d’Africa e tanto più in Russia, avevano
già svelato a tutti l’inadeguatezza del nostro apparato militare dietro il
quale, lo sappiamo tutti, c’è sempre un apparato politico. Tali inadeguatezze
risaltano ancor più quando gli Alleati sbarcano i<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Sicilia provocando in pochi giorni la caduta
del regime.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Nonostante
tutto, anche<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dopo il 25 luglio ed il
conseguente sbando, dalle lettere dei nostri militari traspare un sincero e
commovente<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>amor di Patria, una fiducia
ingenua, fino ad apparire quasi inquietante nella ripresa del nostro esercito
sotto la guida del maresciallo Badoglio, successore di Mussolini dopo esserne
stato complice.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Eppure<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tale amor di Patria<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>non manca di suscitare<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ammirazione e rispetto. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Giunti
all’ ultima pagina del libro, chi vi parla ha più volte ripercorso le tante
note a matita vergate e i tanti interrogativi suscitati da Avagliano e
Palmieri, convincendosi che “Vincere<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e
vinceremo” è un libro che non può mancare nella biblioteca degli appassionati
di storia. Un libro cui auguro tutta la fortuna che merita.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;"></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">(relazione
letta in occasione della<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>presentazione
del volume svoltasi a Ceccano il 31 gennaio .2015) </span></div>
Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-47788143209890411202015-02-11T20:00:00.000+01:002015-02-12T14:55:19.706+01:00Foibe, il dramma degli italiani di Istria e Dalmazia<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:TrackMoves/>
<w:TrackFormatting/>
<w:DoNotShowRevisions/>
<w:DoNotPrintRevisions/>
<w:DoNotShowMarkup/>
<w:DoNotShowComments/>
<w:DoNotShowInsertionsAndDeletions/>
<w:DoNotShowPropertyChanges/>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:DoNotPromoteQF/>
<w:LidThemeOther>IT</w:LidThemeOther>
<w:LidThemeAsian>X-NONE</w:LidThemeAsian>
<w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
<w:SplitPgBreakAndParaMark/>
<w:DontVertAlignCellWithSp/>
<w:DontBreakConstrainedForcedTables/>
<w:DontVertAlignInTxbx/>
<w:Word11KerningPairs/>
<w:CachedColBalance/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
<m:mathPr>
<m:mathFont m:val="Cambria Math"/>
<m:brkBin m:val="before"/>
<m:brkBinSub m:val="--"/>
<m:smallFrac m:val="off"/>
<m:dispDef/>
<m:lMargin m:val="0"/>
<m:rMargin m:val="0"/>
<m:defJc m:val="centerGroup"/>
<m:wrapIndent m:val="1440"/>
<m:intLim m:val="subSup"/>
<m:naryLim m:val="undOvr"/>
</m:mathPr></w:WordDocument>
</xml><![endif]--><br />
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="true"
DefSemiHidden="true" DefQFormat="false" DefPriority="99"
LatentStyleCount="267">
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Normal"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="heading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="35" QFormat="true" Name="caption"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="10" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" Name="Default Paragraph Font"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="11" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtitle"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="22" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Strong"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="20" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="59" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Table Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Placeholder Text"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="No Spacing"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Revision"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="34" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="List Paragraph"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="29" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="30" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="19" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="21" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="31" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="32" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="33" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Book Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="37" Name="Bibliography"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" QFormat="true" Name="TOC Heading"/>
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:11.0pt;
font-family:"Calibri","sans-serif";
mso-ascii-font-family:Calibri;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-fareast-font-family:"Times New Roman";
mso-fareast-theme-font:minor-fareast;
mso-hansi-font-family:Calibri;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;
mso-bidi-font-family:"Times New Roman";
mso-bidi-theme-font:minor-bidi;}
</style>
<![endif]-->
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6UOG2gdehZk0W-u6IEbaZLG1bouXBeFqz8BLhysN9W2nzM8i3sBxh0OTECWIg74wzOipWU298LGER0YTgwziKgplGbz0UsuIEoiqPb_tfuu5IjJ1FjwbV0MpBkdyJJYCA4KzOtRkoB59b/s1600/esulegiuliana.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6UOG2gdehZk0W-u6IEbaZLG1bouXBeFqz8BLhysN9W2nzM8i3sBxh0OTECWIg74wzOipWU298LGER0YTgwziKgplGbz0UsuIEoiqPb_tfuu5IjJ1FjwbV0MpBkdyJJYCA4KzOtRkoB59b/s1600/esulegiuliana.jpg" height="200" width="161" /></a><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">di Mario Avagliano</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">“Per
troppo tempo le sofferenze patite dagli italiani giuliano-dalmati con la
tragedia delle foibe e dell'esodo hanno costituito una pagina strappata nel
libro della nostra storia". Lo ha detto ieri il presidente della Repubblica,
Sergio Mattarella, al termine delle celebrazioni a Montecitorio per il Giorno
del Ricordo. Una commemorazione che quest’anno ha viste unite tutte le forze
politiche, in un clima più sereno del passato e qualche polemica solo a livello
locale, a Napoli e a Milano, dove alcuni esponenti del centrodestra hanno
accusato i sindaci De Magistris e Pisapia di aver dimenticato la ricorrenza.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Gli
antefatti delle foibe risalgono al primo dopoguerra. Nel 1920 il trattato di
Rapallo assegna all’Italia Trieste, Gorizia, l’Istria e Zara e dichiara Fiume
“città libera”. Quello stesso anno Benito Mussolini, in visita a Pola, chiarisce:
“Di fronte a una razza inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire
la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone”. Le bande fasciste la
mettono subito in pratica, dando alle fiamme nell’intera Venezia Giulia 134
edifici di sloveni e croati.</span></div>
<a name='more'></a><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Dopo
la “marcia su Roma” e la nomina a capo del governo, Mussolini persegue una strategia
di “bonifica nazionale” nei confronti della popolazione slava, definita
sprezzantemente come “allogena”. E così, tra il 1923 e il 1927 vengono rimossi
gli impiegati e gli insegnanti slavi dagli uffici pubblici e dalle scuole,
viene proibito l’uso dello sloveno e del croato, vengono soppresse le loro organizzazioni
culturali, ricreative e culturali e viene imposta l’italianizzazione dei
cognomi e delle località.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Un
nuovo capitolo si apre con la seconda guerra mondiale e<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>l’invasione da parte italo-tedesca della Jugoslavia
nell’aprile 1941. Altro che “italiani brava gente”, anche le nostre truppe di
occupazione si macchiano di eccidi, fucilazioni, incendi di villaggi, deportazioni.
“Non occhio per occhio e dente per dente! Piuttosto una testa per ogni dente”,
come ordina il generale Mario Roatta. E migliaia di civili slavi muoiono di
stenti nei campi di internamento italiani. Uno dei peggiori è sull'isola
dalmata di Arbe, ma il regime fascista istituisce decine di campi anche in
Italia, da Gonars (Udine) ad Alatri (Frosinone).</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Dopo
l’armistizio dell’8 settembre, sloveni e croati insorgono in favore dei
partigiani jugoslavi di Tito, dando sfogo al desiderio di vendetta contro i fascisti
italiani. È in questo periodo che si registra la prima ondata di violenze
in Istria e in Dalmazia, con l’uccisione di alcune centinaia di fascisti nelle <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">foibe, caverne </span>a forma di imbuto
rovesciato, che possono raggiungere la profondità di 200 metri. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">A
inizio ottobre del ’43 i nazisti e i fascisti rioccupano l'Istria e la mettono
a ferro e fuoco, arrestando migliaia di partigiani, di ebrei e di oppositori
slavi, molti dei quali vengono rinchiusi ed uccisi nella Risiera di San Sabba a
Trieste, l’unico campo di sterminio italiano, e altri deportati in Germania.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Il
1° maggio del 1945 la IV armata di Tito entra a Trieste e a Gorizia. In un
clima di resa dei conti, a cadere dentro le foibe e ad andare nei campi di
concentramento (famoso quello di Borovnica) sono migliaia di persone, comprese
donne e bambini. Non solo fascisti, ma anche cattolici, liberaldemocratici,
socialisti, parroci, per la sola “colpa” di essere italiani o di opporsi a Tito.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">La
tragedia degli istriani e dei dalmati non finisce qui. Il 10 febbraio del 1947 l’Italia
ratifica il trattato di pace: l’Istria, Fiume e Zara passano sotto la Jugoslavia.
Trecentocinquantamila italiani sono perseguitati e costretti all’esilio
forzato, perdendo quasi tutti i loro averi: case, patrimoni, attività. E quando
giungono in Italia, spesso vengono accolti<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">
</b>come fascisti. Sul loro dramma, come denuncerà l’ex capo dello Stato Giorgio
Napolitano nel 2007, cala un vergognoso silenzio, sull’altare della guerra
fredda e delle pregiudiziali ideologiche. Fino a quando il Parlamento nel marzo
del 2004 approva la legge 92, che istituisce il 'Giorno del ricordo'.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">(versione più sintetica su Il Messaggero, 11 febbraio 2015) </span></div>
Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-69796995043974544782015-02-10T16:17:00.002+01:002015-02-10T16:17:57.063+01:00Storie - Gli ebrei e il Regno Sabaudo<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_-KF65UBXrMywLKR22FMfEPNtQFXR5sgg2lJtLRIzcc5deSrpZklW6_Y3iea_-t9rBzoPw7c1zFmqOEOjMiZnD1Bd3wITAUuh4vFtyVIslYF0thhBYSPyvIzMNVtcNRC_k_ftzGJt87KT/s1600/gli-ebrei-sotto-il-regno-sabaudo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_-KF65UBXrMywLKR22FMfEPNtQFXR5sgg2lJtLRIzcc5deSrpZklW6_Y3iea_-t9rBzoPw7c1zFmqOEOjMiZnD1Bd3wITAUuh4vFtyVIslYF0thhBYSPyvIzMNVtcNRC_k_ftzGJt87KT/s1600/gli-ebrei-sotto-il-regno-sabaudo.jpg" /></a><b><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">di Mario Avagliano</span></span></b><br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">La storia italiana è stata “sempre strettamente connessa con quella più
specifica della sua bimillennaria componente ebraica”. Così Pia Jarach ha
scritto nella prefazione al libro di Gianfranco Moscati “Gli ebrei sotto il
Regno Sabaudo. Combattenti – Resistenza – Shoah” (editore Origrame), dal quale è
nata una mostra itinerante che ora giunge a Roma, dove viene presentata domani
11 febbraio alle ore 17,00 presso la Camera dei Deputati (Complesso di Vicolo
Valdina).<br />La mostra, che sarà aperta al pubblico dal 12 al 20 febbraio (ore
10-18, con ingresso a Piazza di Campo Marzio 42), illustra attraverso documenti
ed immagini la partecipazione degli ebrei italiani alla vita nazionale nei 150
anni di regno sabaudo, dalle guerre risorgimentali fino alle leggi razziste del
1938, all’adesione alle bande partigiane e alla deportazione nei lager
nazisti.</span></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-size: small;"><br />Viaggiando attraverso i preziosi frammenti di Memoria raccolti da
Gianfranco Moscati, scopriamo così che tra i mille garibaldini sbarcati a
Marsala ben sette erano ebrei. E c’erano diversi ebrei in tutte le guerre
italiane, spesso partiti volontari per amor di patria: dalla guerra italo-turca
del 1911 alla Grande Guerra, fino alla guerra di Etiopia e alla guerra di
Spagna.<br />Solo alla Seconda guerra mondiale gli ebrei non parteciparono (salvo
pochissime eccezioni, come il generale Umberto Pugliese del Genio Navale,
richiamato in servizio nel 1941, essendo l’unico in grado di recuperare le
corazzate italiane affondate dagli inglesi nel porto di Taranto), perché esclusi
dall’esercito, come da ogni altro settore della società civile, a seguito dei
provvedimenti razzisti.<br />E in quegli anni gli ebrei sono protagonisti anche
dell’antifascismo (basti ricordare i fratelli Rosselli) e della Resistenza (il
più giovane partigiano ucciso in combattimento fu l’ebreo Franco Cesana). Non
poteva mancare un capitolo dedicato alla persecuzione degli ebrei e alla Shoah.
La pagina più nera di quel secolo e mezzo, alla quale anche i Savoia e tanti
altri italiani contribuirono.</span><br />
<br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">(L'Unione Informa e Moked.it del 10 febbraio 2015) </span></span>Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-71574575913536042772015-02-09T11:34:00.001+01:002015-02-09T11:51:04.536+01:00Ciao comandante Max....<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<big><big><b></b></big></big></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><i><big><b>Scomparso
a 95 anni Massimo Rendina</b></big></i></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhewpLTFTbR2XymWxIQB4LckEjEMFBnIDhK4KcoXbeKSBrvJNSCcgZN8csTECITYX2ZD6Wl02dY0t_TzCMp8shT3RgOfU153K3x5E4CPc-YK_3qz41NLQhz-JqxtDUJWxSQBWSAHvnIBHAC/s1600/massimo+rendina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhewpLTFTbR2XymWxIQB4LckEjEMFBnIDhK4KcoXbeKSBrvJNSCcgZN8csTECITYX2ZD6Wl02dY0t_TzCMp8shT3RgOfU153K3x5E4CPc-YK_3qz41NLQhz-JqxtDUJWxSQBWSAHvnIBHAC/s1600/massimo+rendina.jpg" height="249" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Sono ore tristi per me. E' scomparso ieri a Roma l'ex partigiano <b>Massimo Rendina</b>, all'età di 95 anni. E' stato uno dei miei Maestri di Storia, insieme a Vittorio Foa e Giuliano Vassalli. Fu lui a spingermi all'iscrizione all'Anpi di Roma, a farmi dirigere il Centro Studi della Resistenza e a propormi come vicepresidente. Era un uomo di straordinaria umanità, intelligenza, dolcezza, integrità morale. Amava i giovani ed era da loro amatissimo. Fu anche l'ideatore della Casa della Storia e della Memoria, il cui sogno si realizzò grazie all'allora sindaco Walter Veltroni. Vanno ricordati la sua partecipazione alla seconda guerra mondiale, nella Campagna di Russia; la sua storia di coraggioso comandante partigiano; la sua brillante carriera di giornalista; il suo impegno civile nell'Anpi; il suo impegno storiografico di studioso attento della Resistenza. Vi propongo la sua scheda biografica.</span></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b>Massimo Rendina</b><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">, nato a Mestre (VE)<b> </b></span>il 4/1/1920 da
Federico e Maria Manara; morto a Roma l’8/2/2015. Studente alla facoltà di
giurisprudenza dell'università di Bologna. Prestò servizio militare in fanteria nei
guastatori, e poi con il grado di sottotenente dei bersaglieri partecipò alla campagna di Russia nel Csir. </span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Congedato nell'autunno 1942, nel dicembre fu nominato
condirettore di "Architrave", il mensile del GUF bolognese, diretto da Eugenio
Facchini, pure lui reduce dal fronte russo. Nelle intenzioni dei gerarchi fascisti
bolognesi i due reduci avrebbero dovuto dare un tono più fascista al giornale,
considerato un foglio della fronda. Pio Marsilli e Vittorio Chesi, il direttore e il
condirettore della gestione precedente, erano stati destituiti d'autorità e proposti per
il confino di polizia, perché considerati antifascisti. Invece i due nuovi giornalisti
diedero al giornale un contenuto e un tono che non era più di fronda, ma di aperta
contestazione del regime e della guerra. Nella nota <i>Motivo ideale, </i>siglata M.R.
(Massimo Rendina) si legge: «Ormai la retorica illusione di una vittoria facile e di una
guerra lampo è sprofondata nell'abisso del passato». La nostra «è sempre stata, sin
dal primo colpo di cannone, una guerra difensiva» e «Ora soltanto il conflitto appare
definitivamente difensivo nella sua intima essenza e si trasmuta in una lotta integrale,
assoluta, di vita o di morte, estranea ad ogni altro pensiero che non sia di sopravvivere
alla distruzione di tutto il mondo» ("Architrave", 31/1/43). Nello stesso
numero, in una nota dal titolo <i>Indagine sulla Russia,</i>parlando dell'esperienza fatta
sul fronte orientale, si chiese: «a) come mai il popolo russo, che non è convinto della
bolscevizzazione, la tollera come un gioco, resiste, non si ribella, combatte con valore?;
b) come mai dopo un'improvvisa e stupefacente disfatta militare, creduta da tutto il mondo
irreparabile, ha opposto un'accanita resistenza e proprio sul principio dell'ultimo atto
del grande dramma riconquistando parte delle posizioni perdute con un successo che ha del
soprannaturale?». «Noi non crediamo - proseguiva — in una serie di astute ed avvedute
manovre da parte del governo rosso: le ragioni sono piuttosto da ricercarsi nel sistema
organizzativo e nelle vicende naturali della guerra che vedono l'alternarsi della fortuna,
da una parte e dalla altra dei combattenti». Concludeva che se i russi «hanno sorpreso
chiunque, la situazione delle armate tedesche non va considerata assolutamente nel campo
del "disastroso"». </span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Chiuso "Architrave", dopo la caduta del fascismo,
Rendina passò a "il Resto del Carlino", dove ebbe come collega Enzo Biagi.
Quando, dopo l’8/9/43, al giornale fu nominato un direttore repubblicano, intervenne
all'assemblea dei redattori per annunciare pubblicamente che non avrebbe collaborato con
la RSI. </span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Abbandonò il giornale e si trasferì in Piemonte, dove - come un altro reduce di Russia, Nuto Revelli -
prese parte alla lotta di liberazione, con il nome di battaglia di <i>Max il giornalista</i>.
</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Militò prima nella 19<span style="font-size: 7.5pt;">a <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span>Brigata Giambone Garibaldi, con funzione di
capo di stato maggiore, e successivamente nella 103<span style="font-size: 7.5pt;">a </span>Brigata
Nannetti della 1<span style="font-size: 7.5pt;">a </span>Divisione Garibaldi, della quale fu
prima comandante e poi capo di <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>stato maggiore. Fu in contatto anche con Edgardo Sogno, che fece ricevere alla sua divisione lanci di munizioni da parte degli inglesi.
Partecipò alla liberazione di Torino. Ferito, è stato riconosciuto
invalido di guerra. E’ stato partigiano dall'1/11/43 al 7/5/45. </span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Lo zio Roberto Rendina fu ucciso alle Fosse Ardeatine a
Roma.</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Nel capoluogo piemontese Rendina riprese la professione di
giornalista a <i>l'Unità</i>, con Giorgio Amendola e Ludovico Geymonat. Terminata la guerra, si occupò di cinema scrivendo film
con Piero Tellini, curò poi la settimana Incom con Luigi Barzini junior e successivamente
entrò in Rai, dove prima lavorò al giornale radio e poi fu direttore del primo telegiornale. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Cattolico, nel dopoguerra Rendina uscì dal Pci e aderì alla sinistra della Dc, collaborando con Aldo Moro, Mariano Rumor e Benigno Zaccagnini.</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Il presidente del Consiglio Fernando Tambroni chiese ed ottenne il suo allontanamento dalla Rai. Aldo Moro lo reintegrò, nominandolo condirettore del giornale radio e mandandolo in America a fondare Rai Corporation.</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Negli ultimi anni della sua vita Rendina è stato uno dei
principali protagonisti dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, rivestendo
per oltre dodici anni la carica di presidente del Comitato Provinciale ANPI Roma e
diventando, nell’aprile 2011, vicepresidente nazionale. È stato nominato anche membro
del Comitato scientifico dell'<i>Istituto Luigi Sturzo per le ricerche storiche sulla
Resistenza</i>.</span><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">È stato, inoltre, l’ideatore della Casa della Memoria e
nella Storia inaugurata a Roma dalla giunta Veltroni nel 2006 e fondatore
dell’associazione di telespettatori cattolici Aiart.</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Nel 2011 ha raccontato nel documentario <i>Comandante Max</i>,
diretto da Claudio Costa, la sua esperienza di guerra in Russia e nella Resistenza.</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">È stato anche un appassionato studioso della Resistenza. Ha pubblicato:
<i>Italia 1943-45. Guerra civile o Resistenza?, </i>Newton, Roma 1995; <i>Dizionario della
Resistenza italiana, </i><span style="mso-bidi-font-style: italic;">Editori </span>Riuniti,
Roma 1995. Ha anche curato la “Cronologia della Resistenza romana”, pubblicata sul
portale storico <a href="http://www.storiaxxisecolo.it/">www.<span style="mso-bidi-font-weight: bold;">storiaXXIsecolo</span>.it</a>, di cui è stato anche
il fondatore.</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">E’ morto all’età di 95 anni, a Roma.</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto
ricordare la memoria di Rendina, mandando un messaggio di cordoglio alla moglie: "Per
la scomparsa di un testimone leale e appassionato di molti decenni della nostra
storia". Il presidente della Repubblica ha ricordato la partecipazione di Rendina
"alla tragica ritirata di Russia e la successiva, decisa scelta di campo nelle file
della resistenza", nella quale assunse il nome di 'comandante Max', distinguendosi
"per coraggio e lungimiranza politica". Nel dopoguerra, ha affermato ancora il
presidente Mattarella, "fu brillante giornalista e comunicatore, ricoprendo posizioni
di prestigio. L'immagine più nitida che mi resta di lui- ha concluso il capo dello stato-
è quella, più recente, di instancabile dirigente dell'anpi, al vertice della quale ha
saputo difendere la memoria autentica dei valori della resistenza e tramandarla ai giovani
con passione ed entusiasmo".</span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">(a cura di Mario Avagliano)</span></div>
Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-58761193476471436242015-02-04T18:12:00.002+01:002015-02-04T18:12:28.060+01:00Storie – A lezione di razzismo nell’Italia fascista<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:WordDocument>
<w:View>Normal</w:View>
<w:Zoom>0</w:Zoom>
<w:TrackMoves/>
<w:TrackFormatting/>
<w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone>
<w:PunctuationKerning/>
<w:ValidateAgainstSchemas/>
<w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid>
<w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent>
<w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText>
<w:DoNotPromoteQF/>
<w:LidThemeOther>IT</w:LidThemeOther>
<w:LidThemeAsian>X-NONE</w:LidThemeAsian>
<w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript>
<w:Compatibility>
<w:BreakWrappedTables/>
<w:SnapToGridInCell/>
<w:WrapTextWithPunct/>
<w:UseAsianBreakRules/>
<w:DontGrowAutofit/>
<w:SplitPgBreakAndParaMark/>
<w:DontVertAlignCellWithSp/>
<w:DontBreakConstrainedForcedTables/>
<w:DontVertAlignInTxbx/>
<w:Word11KerningPairs/>
<w:CachedColBalance/>
</w:Compatibility>
<w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel>
<m:mathPr>
<m:mathFont m:val="Cambria Math"/>
<m:brkBin m:val="before"/>
<m:brkBinSub m:val="--"/>
<m:smallFrac m:val="off"/>
<m:dispDef/>
<m:lMargin m:val="0"/>
<m:rMargin m:val="0"/>
<m:defJc m:val="centerGroup"/>
<m:wrapIndent m:val="1440"/>
<m:intLim m:val="subSup"/>
<m:naryLim m:val="undOvr"/>
</m:mathPr></w:WordDocument>
</xml><![endif]--><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4PATVLfv9xu97DPVZrH2FAqttXZgi04bSxrMHAAVq_oe_pZ1hix1WjG6zQmsylq2k8doWTivx6VgBQTGG_PxWlLNRaVzRmJA2ymWLoxuwewMQU0TDUTjwfMim58WKX22js3E3OxOpn0sJ/s1600/alezionerazzismo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4PATVLfv9xu97DPVZrH2FAqttXZgi04bSxrMHAAVq_oe_pZ1hix1WjG6zQmsylq2k8doWTivx6VgBQTGG_PxWlLNRaVzRmJA2ymWLoxuwewMQU0TDUTjwfMim58WKX22js3E3OxOpn0sJ/s1600/alezionerazzismo.jpg" height="113" width="320" /></a></div>
<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="true"
DefSemiHidden="true" DefQFormat="false" DefPriority="99"
LatentStyleCount="267">
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Normal"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="heading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="35" QFormat="true" Name="caption"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="10" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" Name="Default Paragraph Font"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="11" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtitle"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="22" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Strong"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="20" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="59" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Table Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Placeholder Text"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="No Spacing"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Revision"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="34" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="List Paragraph"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="29" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="30" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="19" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="21" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="31" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="32" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="33" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Book Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="37" Name="Bibliography"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" QFormat="true" Name="TOC Heading"/>
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:"Times New Roman","serif";}
</style>
<![endif]--><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>di Mario Avagliano</b> <br /></span></span> <span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">“Ma fra i nuovi conquistatori si era mescolata la razza giudaica, disseminata lungo le rive del Golfo Persico e sulle coste dell’Arabia, dispersa poi lontano dalla patria d’origine, quasi per maledizione di Dio, e astutamente infiltratasi nelle patrie degli Ariani, Essa aveva inoculato nei popoli nordici uno spirito nuovo fatto di mercantilismo e sete di guadagno, uno spirito che mirava unicamente ad accaparrarsi le maggiori ricchezze della terra. L’Italia di Mussolini, erede della gloriosa civiltà romana, non poteva rimanere inerte davanti a questa associazione di interessi affaristici, seminatrice di discordia, nemica di ogni idealità”. <br /><br />Così si leggeva ne "Il libro della quinta classe elementare: letture" di Luigi Rinaldi, edizione 1941, nel capitolo "Le razze", per giustificare le misure razziste adottate dal regime a partire dal 1938 nei confronti degli ebrei. È uno dei documenti presentati nella mostra "A lezione di razzismo - Scuola e libri durante la persecuzione antisemita", allestita a Bologna in occasione della Giornata della Memoria, presso il Museo Ebraico, e aperta al pubblico fino all’8 marzo. <br /></span></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-size: small;">Il sistema dell’istruzione scolastica fu il primo ad essere colpito dai provvedimenti razzisti, con l’espulsione dei docenti e degli studenti ebrei dalle scuole, e fu uno degli strumenti principali del regime fascista per inoculare il veleno razzista nella popolazione italiana, in particolare nelle nuove generazioni, attraverso i libri di testo, i temi scolastici e le lezioni degli insegnanti, prendendo di mira prima le popolazioni colonizzate dell’Africa e poi gli ebrei. <br /><br />Lo attestano i materiali della mostra, provenienti dall’Indire, l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa, istituito nel 1925 con l'obiettivo di ospitare un'esposizione permanente della "scuola nuova", frutto della riforma Gentile. Libri, quaderni, diari, oltre a diverse fotografie dell'epoca, che illustrano il clima in cui crebbe la gioventù in quegli anni, fondato sul mito della superiorità della razza latina, sulla rigida divisione tra "civilizzati" e "non civilizzati", a partire dagli abitanti autoctoni delle colonie dell’Impero, e sull’esaltazione dei ragazzi bianchi e fascisti. E contribuiscono a spiegare il forte consenso alle leggi razziste degli italiani dell’epoca. Un film in bianco e nero che non fa onore all’Italia, ma che bisogna ricordare. </span><br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;"></span></span><br />
<br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">(L'Unione Informa e Moked.it del 3 febbraio 2015)<br /></span></span> Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-12460645333182977792015-01-28T18:00:00.000+01:002015-01-28T18:00:02.077+01:00Quando eravamo fascisti <span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>Quando eravamo fascisti</b> </span></span><br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">(Mario Avagliano – Marco Palmieri, Vincere e vinceremo!, Il Mulino, Bologna, 2014) </span></span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8fReg0G0AH9QmVzQUYSYyD4hle9lhu04B_a4DcjJmoPemulcDRn9uvff15qkYqGoXafgvulpwO6WzpmTIVIRFnk8RSotkot92AcCL9p2jut5yZ5CcetLv1hvyzKZFVlOiqNuUcrUsdVY_/s1600/copertinaVincereweb.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8fReg0G0AH9QmVzQUYSYyD4hle9lhu04B_a4DcjJmoPemulcDRn9uvff15qkYqGoXafgvulpwO6WzpmTIVIRFnk8RSotkot92AcCL9p2jut5yZ5CcetLv1hvyzKZFVlOiqNuUcrUsdVY_/s1600/copertinaVincereweb.png" height="200" width="146" /></a></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;"><b>di Andrea Rossi</b><br /><br />Avagliano e Palmieri proseguono il lavoro di scavo nella storia dell’Italia fascista, e dopo aver illustrato nel loro precedente studio quanto fossero diffusi e radicati gli stereotipi razzisti nel nostro paese, gettano ora una luce sinistra sul “comune sentire” degli italiani durante il secondo conflitto mondiale, attraverso l’indagine della corrispondenza inviata da tutti i fronti di guerra dal 1940 al 1943. L’affresco che ne emerge è impietoso, fin dal titolo, quel “vincere e vinceremo” con cui decine di migliaia di italiani chiudevano le proprie missive dall’Africa come dalla Russia o dai Balcani; una locuzione che nessuno obbligava a inserire nella propria corrispondenza privata, e che rivela quanto gli italiani in larghissima parte fossero entusiasti dell’entrata in guerra del paese, mutuando spesso dalla propaganda fascista i temi e la retorica. </span></span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Il mito del presunto e progressivo distacco dal regime mussoliniano fin dai primi rovesci sul fronte albanese e africano, è ampiamente smentito dall’accurata indagine degli autori: i nostri soldati combatterono, soffrirono e morirono non per un Italia qualsivoglia, ma per l’Italia fascista, come emerge da un numero impressionante di lettere; la fede nella vittoria restò inscalfibile almeno fino alla fine del 1942, così come l’adesione totale alle versioni di comodo della propaganda ufficiale: su tutto ci restano impressi gli scritti dei componenti del nostro corpo di spedizione in Unione sovietica, i quali, più che manifestare entusiasmo per sopravvissuti all’inverno russo, parevano realmente convinti di aver assestato durissimi colpi all’armata rossa, tanto da attendere nel giro di qualche mese il crollo del regime comunista. </span></span><br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Se già in diversi studi dell’ultimo decennio si era ben compreso che la nostra occupazione nei Balcani era stata tutt’altro che “allegra”, impressionano le narrazioni delle operazioni contro i partigiani di Tito, da cui emerge un abbruttimento morale delle nostre truppe davvero sconcertante; così come lascia sgomenti l’insensibilità diffusa alla sofferenza delle popolazioni civili vittime della nostra brutalità. </span></span><br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Se il 1943 è l’anno di svolta delle vicende belliche, i segnali di insofferenza diffusa iniziarono a comparire soltanto dopo la catastrofe nel teatro di guerra dell’Africa settentrionale e – soprattutto – dopo il rientro dei reduci dalla campagna di Russia; comunque, ancora dopo la caduta del regime, una consistente minoranza delle nostre forze armate restava convinta della necessità di proseguire a oltranza la guerra assieme ai nazisti, confermando come le motivazioni di molti dei futuri aderenti alla RSI fossero preesistenti all’armistizio dell’8 settembre. </span></span><br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">In conclusione, il lavoro di Avagliano e Palmieri si rivela fonte preziosa per arricchire il dibattito storico attorno alla guerra degli italiani, sfrondandolo da versioni oleografiche che, davvero, a settant’anni dalla fine del conflitto non hanno più ragione di esistere; fa riflettere semmai come il mito degli “italiani brava gente” è tuttora duro a morire. Evidentemente l’autoassoluzione collettiva è una delle scorciatoie per affrontare il passato. E anche il presente.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">(Orientamenti Storici, 26 gennaio 2015) </span></span>Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8638413260583367812.post-41216372177814001152015-01-27T17:48:00.000+01:002015-01-27T17:48:00.069+01:00Shoah, ecco i disegni dell'orrore<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLSohxVuQe30MuUhw3YRR8Sdq1AFi2N2vZswR4-E0VYccZKM3Uz9tu3Kys8ps11xiVcirQgmK0Z1PtyyYPvP4RkIUu75w5W-j4PaQxhdOfOT30zYE8dzDXFtZ_ET1zP6wCJUc9AabQZIKZ/s1600/KZ.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLSohxVuQe30MuUhw3YRR8Sdq1AFi2N2vZswR4-E0VYccZKM3Uz9tu3Kys8ps11xiVcirQgmK0Z1PtyyYPvP4RkIUu75w5W-j4PaQxhdOfOT30zYE8dzDXFtZ_ET1zP6wCJUc9AabQZIKZ/s1600/KZ.jpg" height="125" width="320" /></a><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b>di Mario Avagliano</b></span></span><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b> </b><br /> Sulla difficoltà di raccontare l'orrore dei lager, si sono esercitati in passato diversi storici, qualificati sociologi e gli stessi ex deportati. C'è un confine delicato e invalicabile tra ciò che riesce ad esprimere la parola orale o scritta e ciò che invece è per sua natura "indicibile". Ma dove non arriva la parola, possono soccorrere i disegni di chi ha vissuto l'inferno dei campi di concentramento, che "hanno la forza cruda dell'occhio che ha visto e che trasmette la sua indignazione". <br />Così scriveva nel 1981 Primo Levi nella prefazione al lavoro di ricerca di questa preziosa documentazione visiva sui lager nazisti condotto dal ragionier Arturo Benvenuti, originario di Oderzo, bancario di professione e per hobby poeta e pittore. Una raccolta straordinaria, rimasta praticamente inedita per trent'anni, e che solo ora, in occasione del settantesimo della liberazione di Auschwitz e alla vigilia della Giornata della Memoria, vede finalmente la luce in libreria, con il titolo "K.Z. Disegni degli internati nei campi di concentramento nazifascisti" (edizioni BeccoGiallo, pp. 272, euro 26), a cura di Roberto Costella. Una parte di questi disegni sarà esposta per un mese a Roma, in una mostra aperta al pubblico, presso la Libreria Fandango, dal 27 gennaio al 27 febbraio. </span></span><br />
<a name='more'></a><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm159n3Pn4my7oHim3sufxyG-tXhjaw1uie12jWeAUxMT59hM_cjtXmgUy5q_BciSPPm3csXcjFVE6TZhuFXIR-rY4eBZHaq99hv9VPTUExV_aTBFg9Ti7RSZ7Cl2KhkWVLs-yfmBT5Fj7/s1600/KZ2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm159n3Pn4my7oHim3sufxyG-tXhjaw1uie12jWeAUxMT59hM_cjtXmgUy5q_BciSPPm3csXcjFVE6TZhuFXIR-rY4eBZHaq99hv9VPTUExV_aTBFg9Ti7RSZ7Cl2KhkWVLs-yfmBT5Fj7/s1600/KZ2.jpg" height="215" width="320" /></a></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Nel settembre 1979, il cinquantaseienne Benvenuti si mise in viaggio con la moglie a bordo di un camper per una sorta di via crucis, di pellegrinaggio laico e riparatore lungo le "stazioni" di Auschwitz, Terezín, Mauthausen-Gusen, Buchenwald, Dachau, Gonars, Monigo, Renicci, Banjica, Ravensbrück, Jasenovac, Belsen, Gürs, visitando archivi, musei, biblioteche del Vecchio continente, incontrando decine di sopravvissuti, recuperando testimonianze perdute e fotografando centinaia di disegni, per lo più realizzati dagli internati negli stessi lager con spezzoni di matita e su fogli di fortuna, qualcuno dipinto dai superstiti nell'immediato dopoguerra o da chi entrò nei campi come liberatore e volle fermare la memoria su carta. <br />Ne nacque un volume concepito come un "frammento di memoria universale", al quale Primo Levi eccezionalmente concesse l'onore della prefazione. All'epoca Benvenuti lo stampò fuori commercio in poche centinaia di copie e meritoriamente oggi viene pubblicato e messo a disposizione di un pubblico più vasto. <br />Dai bozzetti, le ombre, i chiaroscuri delle 250 opere in bianco e nero selezionate con cura e passione da Benvenuti, emerge il quadro grigio e desolante della vita, anzi della non vita di uomini e donne di tutte le nazionalità in quel particolare microcosmo, dominato dall'annullamento di ogni tratto di umanità e dall'incubo perenne e incombente della morte. <br />Si resta colpiti soprattutto dal fatto che le figure dei deportati sembrano sospese nel nulla, in un'atmosfera irreale, quali fantasmi scheletrici indistinguibili, che vagano come ombre tra le baracche, non di rado con i lineamenti deformi o deformati o ancora coprendosi il volto con le mani. Un'umanità dolente e senza identità, accatastata nei campi, privata della libertà e della dignità, ridotta in schiavitù dalla terrificante macchina dello sterminio messa in piedi da Adolf Hitler, con il suo apparato di carcerieri delle SS e cani ringhianti. <br />Benvenuti, che oggi ha 91 anni, nell'introduzione afferma che il libro costituisce "un contributo alla giusta 'rivolta' da parte di chi sente di non potersi rassegnare, nonostante tutto, ad una realtà mostruosa, terrificante". Quello dei prigionieri artisti fu insomma un tentativo di resistere all'orrore (i disegni venivano nascosti e gli autori rischiavano la vita) e anche di testimoniare a futura memoria ciò che è stato, senza "vuote parole, senza retorica". Contro chi avrebbe cercato, come poi purtroppo è avvenuto, di cancellare, negare, mistificare, minimizzare. Con la forza dell'arte e del documento visivo, di fronte al quale davvero viene da pensare e da chiedersi, citando l'opera più famosa di Primo Levi, "se questo è un uomo".</span></span><br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">(Il Mattino, 25 gennaio 2015) </span></span>Mariohttp://www.blogger.com/profile/11557294779530167473noreply@blogger.com0