La storia dal basso degli ebrei italiani
di Susanna Nirenstein
È la cronaca della persecuzione antisemita nell’Italia fascista dal ’48 al ’45 così come fu percepita e raccontata giorno per giorno dagli stessi ebrei, un interessantissimo autoritratto inedito, perché finora nessuno storico aveva setacciato archivi pubblici e privati per rintracciare le lettere, i diari che gli italiani colpiti dalle leggi razziali prima e dalla caccia all’uomo poi scrissero.
Nella raccolta di Mario Avagliano e Marco Palmieri colpiscono lo smarrimento di tutti, l’orgoglio ferito di chi aveva partecipato alle guerre patrie, di chi era fascista (“come è possibile che non sia più ritenuto degno di essere figlio d’Italia? Ma non importa, siamo soldati come lo eravamo in trincea e il comandamento è uno solo, ubbidire”), la fiducia nel “popolo italiano” “che non crede, non beve e non berrà… gli articoli di scienziati o pseudo-scienziati” sulla razza, i suicidi. E più tardi le lettere dei tanti che parteciparono alla Resistenza (il 4% degli ebrei italiani), e naturalmente i gridi di dolore, ma al tempo stesso di rassicurazione per le famiglie, e infine le difficoltà di tornare a casa, spiazzati e soli.
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