giovedì 9 febbraio 2012

Dalla giornata della SHOAH agli I.M.I. senza fissa dimora...

di Claudio Sommaruga

Come testimone diretto e interessato della nascita e dell'evolvere della Legge riguardo la Giornata della memoria rilevo che c'era una volta il "27 gennaio ", segnalato soprattutto alle scuole e dedicato alla memoria della Shoah nei KL di eliminazione; poi venne esteso anche alla memoria dei Lager dei deportati politici civili, pure essi da eliminare ma col lavoro forzato e ai Lager di concentramento degli I.M.I., di vocazione badogliani ma considerati forza di lavoro o potenziali collaboratori militari del Reich o della repubblica di Salò. Questa ammucchiata è stata pensata probabilmente per non complicare particolarmente le scuole con tre giornate di memorie dei Lager.

Ma, di fatto, il 27 gennaio restò nei media un ibrido con preponderanza della Shoah e con le briciole ai deportati politici e agli I.M.I.
Di fronte all'ammucchiata squilibrata del 27 gennaio, che nuoce a chi meno e a chi più, il sottoscritto, ex internato militare ed ex deportato politico civile, condivide la proposta di Primarosa Pia, figlia e nipote di deportati politici, affinché la "Giornata della Memoria" venga riservata come in origine alla Shoah e a coloro che furono perseguitati per ragioni diverse da scelte personali. 
Per tutti gli altri, i deportati politici programmati a morire col lavoro duro, e gli I.M.I., mi sta bene che siano considerati un'altra storia, ma a patto che il loro sfratto sia accompagnato da una promozione a una fissa dimora e che non sia una panchina !
Per i politici KZ mi sembrerebbe indicato il 5 maggio, giorno della liberazione dell'ultimo Lager, quello di Mauthausen, anche perchè è in quel giorno che anche gli ultimi superstiti delle marce della morte partiti da Auschwitz sono stati liberati! E non tutti ad Auschwitz erano ebrei.

Da vecchio I.M.I., permettetemi di rilevare che a differenza di innamorati, mamme, nonni, foibe, partigiani, malattie, ecc., essi non hanno un propria giornata commemorativa ma sono ospitati caritatevolmente da deportati e partigiani e l' 8 settembre, "giornata del "NO", è invasa da tutti.
Ciò premesso teniamo presente che:
-I destinati allo sterminio non avevano scelte da compiere e subivano con disperazione o rassegnazione la loro eliminazione programmata nei KL.
- I politici civili, deportati anche loro in KL, avevano compiuta una sola scelta iniziale, consapevole, arruolandosi nella Resistenza, consci di una loro possibile cattura e soppressione.
- Gli I.M.I., unici "volontari nei Lager" nella storiografia delle deportazioni, dopo il loro "NO"  plateale che inaugurò la "Resistenza", compirono una scelta continua lunga 20 mesi, pari a 600 giorni o 50 milioni di secondi, per contribuire a dare agli italiani libertà e democrazia a costo di quasi 30.000 caduti iniziali e oltre 50.000 nei Lager d' Europa. Se fossero stati altrettanti "SI" si sarebbe scritta di certo una storia diversa !

Quella degli I.M.I. è stata per molti anni una storia sottovoce, colpevolmente affossata dagli italiani e che pochi conoscono, testimoniata per lo più in qualche scuola e concorrente di altre storie, di ben più largarisonanza mediatica, di ebrei, deportati politici civili e partigiani.
Gli I.M.I., ormai quasi estinti, non sono più in grado di reclamare-perorare una giornata dedicata alla loro storia ! Le loro associazioni sono in chiusura o già chiuse o in fondazioni quasi senza fondi. A differenza della Germania da noi scarseggieno musei, mostre o riconoscimenti dedicati alla Resistenza e agli oltre 600.000 I.M.I., salvo l'alibi di poche migliaia di "medaglied'onore" e di una commissione storica italo-tedesca insediata a Villa Vigoni (Como), di cui non si sente parlare e che dovrebbe regalarci una storia condivisa che malignamente immagino piegata a compromessi.

Dulcis in fundo,  la Corte di Giustizia dell' Aja - la chiamerei piuttosto "corte dei compromessi" - ha sancito che le vittime italiane della Germania (stragi, deportati e internati) non devono essere risarcite a differenza di quanto disposto dalla magistratura italiana. 
Una sentenza ingiusta ma scontata perchè il diritto al risarcimento scatenerebbe una reazione globale a domino che si estenderebbe a tutti gli schiavi e vittime di Hitler, alle vittime dei 1300 criminali di guerra italiani nei Balcani e colonie (100.000 vittime libiche già riconosciute da Berlusconi a Gheddafi) e di conseguenaza nelle guerre coloniali europee in tutti i continenti !
A questo punto ci vorrebbe una prescrizione inesistente per le vittime dei crimini contro l' umanità: 20 anni come vorrebbero i tedeschi, 100...200..? 
Altrimenti i  troiani potrebbero richiedere un indennizzo ai greci, i sabini ai romani per il ratto delle loro donne, i cosiddetti "briganti" borbonici ai piemontesi...
Amen.

(fonte: google.groups "Deportazione Mai Più")

4 commenti:

  1. Ho scritto SCORZE DI PATATE con il cuore di figlia subito dopo la morte di mio padre. spero possa contribuire ad arricchire l’offuscato capitolo degli Internati Militari Italiani di cui, tutt’oggi, si conosce poco. Una realtà che si conosce poco e si continua, purtroppo, a parlarne ancora poco. Mio padre e mio zio hanno fatto la loro Resistenza dicendo "no” tutti i santi giorni costretti a vivere una vita al limite della sopravvivenza con il nemico sempre davanti gli occhi. La Resistenza è stata combattuta dalle Alpi alle Madonie da tutti gli italiani, di tutte le regioni che con il loro contributo, sui vari fronti di occupazione, nelle valli del nord Italia e nei campi recintati dal filo spinato, uniti nella condivisione degli ideali, hanno contribuito a far nascere un’Italia non più solo espressione geografica, ma nazione libera e democratica.

    RispondiElimina
  2. I midia e i giornalisti, in particolare, promotori della parola scritta e della diffusione dell’informazione, credo che abbiano il dovere di aggiungere a conoscenze altre nuove conoscenze, testimonianze ad altre testimonianze. Mi spiace sottolineare che nei vari articoli che ho letto, dedicati al Giorno della Memoria, non ho trovato neanche un accenno ai soldati italiani deportati nei lager nazisti. Forse gli IMI sono soldati di serie B?
    I prigionieri italiani, schiavi di Hitler, un esercito senz’armi, hanno fatto della propria debolezza fisica,(debilitati dalla fame e non solo) la forza interiore per difendere la vita.

    RispondiElimina
  3. Quello che è successo all’interno dei lager, mio padre KG 194671 e mio zio KG 194125, hanno potuto solo riassumerlo, raccontarlo, renderci partecipi in modo parziale. Le sofferenze e le umiliazioni che hanno vissuto personalmente, sicuramente, sono rimasti dentro di loro come un grumo caldo che non si è né sciolto né raffreddato. Un’esperienza che è rimasta sulla pelle come una ruvida corazza.
    Perchè nei libri di storia non esiste neanhe un accenno?

    RispondiElimina
  4. Mi fa piacere constatare che in questi anni non ne parla solo Claudio Sommaruga. Ti ringrazio Mario, apprezzo moltissimo il tuo lavoro.
    Occorre scrivere, scrivere. Dare voce al Silenzio. E'durato troppo.

    RispondiElimina