martedì 22 marzo 2011

Richard Wagner, antisemita ante litteram

Wagner, svolte pericolose

di Mario Avagliano


Richard Wagner antisemita ante litteram? Anticipatore delle folli teorie di Hitler sulla soluzione finale del problema ebraico? Sembrerebbe proprio di sì. Almeno è quanto sostiene lo studioso Nicola Montenz in Parsifal e l’Incantatore (Archinto, 304 pagine, 16 euro), bel saggio uscito in questi giorni sul talentuoso compositore, amato dai melomani di tutto il mondo (ma bandito in Israele) e di cui nel 2013 si celebrerà il bicentenario della nascita.
Il ritratto intimo, musicale e politico di Wagner e della sua leggendaria amicizia con il giovane re di Baviera Ludwig II, non è affatto edificante. Negli anni Sessanta dell’Ottocento il musicista tedesco, un passato da anarchico rivoluzionario al fianco di Bakunin, poi convertitosi agli ideali dell’aristocrazia conservatrice e infine assurto a vate dell’Impero tedesco (Karl Marx lo sbeffeggiò coll’appellativo di “musicante di Stato”), nel mentre componeva opere meravigliose come l’Anello del Nibelungo, Die Walküre e Tristano ed Isotta, come era già noto idolatrava le tesi del Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane del conte francese Joseph Arthur de Gobineau e a sua volta vergava e pubblicava testi violentemente antisemiti. Peraltro era cinico ed egoista anche nei rapporti d’amore e di amicizia, tanto da abbandonare la prima moglie al suo destino e da prendersi come amante e poi come consorte Cosima Listz, figlia del celebre pianista, nonostante fosse sposata con il suo miglior amico e finanziatore, Hans von Bulow.
Montenz argomenta la sua tesi citando tra l’altro uno dei diversi saggi razzisti scritti dal compositore tedesco, Il giudaismo nella musica, in cui Wagner auspicò una particolare forma di redenzione per gli ebrei: lo sterminio. Non c’è quindi da stupirsi che Hitler lo innalzasse ad icona del Terzo Reich, parlando di lui nella sua autobiografia Mein Kampf come di un modello culturale e politico, utilizzando le sue composizioni (in particolare I maestri cantori di Norimberga, nel quale si esalta la purezza tedesca) come roboante colonna sonora dei congressi nazisti in Baviera e appropriandosi del mito germanico wagneriano della tetralogia dei Nibelunghi.
Le accuse di antisemitismo a Wagner sono state confermate pochi giorni fa, in un incontro pubblico della Giornata della Memoria a Milano, dal suo pronipote Gottfried Wagner, classe 1947, studi storici e filosofici, allievo di Weill e Brecht a Vienna, che vive da tempo in Italia a Cerro Maggiore e qualche anno fa ha firmato una discussa autobiografia, Il crepuscolo dei Wagner (il Saggiatore), tradotta in sei lingue, che gli è costata la rottura dei rapporti con la famiglia. “Uno dei motivi per cui l’ho scritta - ha detto - è il mio impegno per la verità sull’antisemitismo di Richard Wagner nella sua vita e nella sua opera, e sul legame tra la sua ideologia e Hitler”.
Wagner jr, intervistato da Gad Lerner, ha affermato che la macchina da scrivere e i fogli su cui è stato scritto il Mein Kampf di Hitler sarebbero stati forniti dalla nonna Winifried, “nazista militante come mio padre e mio zio”. E ha raccontato di aver fondato per questo motivo l’associazione denominata Post-Holocaust Dialogue Group, assieme ad Abraham Peck, figlio di ebrei sopravvissuti dai lager, con l’intento di far incontrare i discendenti delle vittime della Shoah con quelli dei carnefici. “I Wagner sono stati complici di Hitler. E Richard Wagner è stato un modello importante per il Fϋhrer”.

(Il Messaggero, 21 febbraio 2011)

Mario Avagliano © copyright


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1 commento:

  1. Cap. O. INTRODUZIONE
    “WAGNER NAZISTA?
    A chi giova?”


    Da più di mezzo secolo ormai, precisamente da quando il suolo italico è formalmente divenuto una repubblica, le riviste (quelle sì) razziste, e i giornali di partito hanno sempre più sparlato dell’ipotetica e mendace filiazione di alcune idee naziste dalle opere wagneriane, come se il maestro tedesco fosse la madre di tutti i mali. È ora di dire basta. Non è più possibile assistere impassibili, come un branco di pecore destinate al macello dai nuovi dittatori delle mediocrazie di turno, allo spettacolo ignobile di critici partigiani che continuano ad affermare le falsità più grevi, a suon di promozioni verso facili carriere immeritate. Wagner ha veramente a che fare col Nazismo?
    È dalla fine della II Guerra Mondiale che, in qualsiasi occasione, quei critici musicali, i quali si sentono detentori della nuova verità, continuano a ripetere le loro ignobili bugie senza mai portare una citazione al riguardo. Ma, hanno mai letto un libretto del Maestro di Lipsia? Hanno mai ascoltato una nota delle opere wagneriane?
    Pure gl’insegnanti dei licei italiani, quando spiegano a scuola il Romanticismo tedesco, Nietzsche e Schopenhauer in particolare, si riferiscono al compositore lipsiense come ad un uomo da evitare, la cui ideologia distruttiva potrebbe pervertire le menti giovanili con le sue presunte idee di sopraffazione nazifasciste. Dal momento che in tutte le opere wagneriane gli eroi cantano l’amore universale, mi chiedo: codesti critici ed insegnanti, hanno mai ascoltato o fuggevolmente letto i drammi musicali del Maestro tedesco?
    Se non l’hanno mai fatto, chiedano umilmente scusa per le loro menzogne, oppure tacciano per sempre.
    Tutte le opere wagneriane sono improntate alla cavalleria e all’onore, contro ogni forma di tradimento e d’ipocrisia, di cui si sustanzia l’epoca contemporanea. Contro questi bubboni combatte Siegfried, l’eroe solare della mitologia nordica. Dopo gli Dèi, ora è l’Eroe a compiere il ciclo cosmogonico, cercando di risalire la pericolosa china della caduta di valori, che sta portando il mondo all’autodistruzione! Nei canti dell’Edda, egli s’appella Sigurdh, discendente dalla stirpe divina dei Volsunghi. Uccide il drago Fafner (Fafnir), custode del tesoro fatato dei Nibelunghi (quanta somiglianza col mito greco delle Esperidi! Forse che anche i Greci furono antesignani del Nazismo?). (continua su: http://alessiodibenedetto.jimdo.com/altre-pubblicazioni/ )

    da: ALESSIO DI BENEDETTO

    Tristano e Isolda
    L'Amore come via della conoscenza

    http://www.macroedizioni.it/libri/tristano-e-isolda.php

    http://www.macrolibrarsi.it/libri/__amore_come_via_della_conoscenza_tristano_e_isolda.php

    http://www.lafeltrinelli.it/products/9788875077334/Tristano_e_Isolda/Alessio_Di_Benedetto.html?prkw=tristano%20e%20isolda&srch=0&Cerca.x=32&Cerca.y=7&cat1=1&prm=

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