mercoledì 24 agosto 2011

Shoah anche Roma avrà un museo

di Mario Avagliano

I disegni a carboncino realizzati in quel tragico ottobre del 1943 dal pittore ebreo Aldo Gay sulla retata nel Ghetto di Roma. Un pezzo di sapone proveniente dall’inferno del lager di Auschwitz. Le lettere e le cartoline dai campi di concentramento di Fossoli e di Bolzano. Il vestitino da cerimonia religiosa (il Bat mitzvah, che segna il passaggio all’età della maturità) di una bambina dodicenne romana catturata così vestita dai tedeschi ed eliminata nei forni crematori. I certificati falsi utilizzati dagli ebrei per sottrarsi alla cattura da parte dei nazisti e dei fascisti. Sono alcuni degli impressionanti reperti e documenti che saranno esposti nel Museo Nazionale della Shoah a Roma. Il conto alla rovescia è iniziato. Dopo Parigi, Berlino, Londra, Washington e Budapest, presto anche la nostra capitale avrà un percorso museale per ricordare la persecuzione razziale degli ebrei in Italia. - (Il Messaggero, 24 agosto 2011, pagina 21)

Il lungo iter burocratico dell’opera, iniziato nel 2006 sotto l’amministrazione Veltroni, è giunto nella fase conclusiva. “Se tutto andrà come previsto - afferma il presidente della Fondazione Museo della Shoah Leone Paserman – a fine 2011 sarà approvato il progetto definitivo, nei primi mesi del 2012 partirà finalmente il cantiere e nel 2013 si potrà inaugurare la struttura”. Con un ritardo di alcuni decenni rispetto alle altre Nazioni. “Una vicenda emblematica – sottolinea il curatore Marcello Pezzetti - della difficoltà italiana di confrontarsi con il suo passato fascista e con le sue responsabilità storiche”.


La struttura del Museo sarà molto innovativa. “Abbiamo pensato ad una black box, una scatola nera – spiega l’architetto Luca Zevi, autore del progetto assieme a Giorgio Tamburini -. L’idea è nata dalla consapevolezza che la Shoah è un lutto che non si potrà mai elaborare, che non avrà mai consolazione ma dal quale si può trarre un importante insegnamento contro tutti i tipi di intolleranza. Già al momento dell’accesso al Museo questa scatola sarà sospesa sulle teste dei visitatori, quasi a indicare come i germi di quella immane e incomparabile tragedia incombano ancora su di noi”.


Entrati nella scatola nera, sulla cui facciata dovrebbero essere scritti i nomi delle vittime italiane della Shoah (“questo è un particolare su cui il comitato scientifico deve ancora decidere”, avverte Pezzetti), uno scalone centrale condurrà in cima alla struttura dove, discendendo lungo una rampa attrezzata anche per i diversamente abili, si snoderà il racconto dello sterminio: il percorso comincerà dalla fine, la camera a gas, per risalire ai prodromi, documentare lo sviluppo della vicenda e culminare in una grande sala ipogea dominata dal plastico del luogo-simbolo, il lager di Auschwitz-Birkenau.


Il Museo sorgerà sulla via Nomentana, in un’area di circa 5mila metri quadrati all’interno del parco di Villa Torlonia, situata simbolicamente a poche decine di metri dall’ex residenza privata di Benito Mussolini, firmatario delle leggi razziali. Una scelta significativa, per non dimenticare le responsabilità dell’Italia e del fascismo in questa vicenda e anche per la presenza in loco di due catacombe ebraiche.


La struttura sarà accessibile pure dalla villa, attraverso un varco in prossimità della Casa delle Civette, dove si imboccherà il percorso dei giusti, una lunga promenade nel verde punteggiata dai nomi degli italiani che misero a repentaglio la propria incolumità per salvare la propria umanità, prestando soccorso agli ebrei perseguitati.


Per la realizzazione del Museo è stimato un costo di 23 milioni di euro, di cui soltanto 13 sono attualmente stanziati. “Il sindaco Alemanno ci ha assicurato che in autunno reperirà in bilancio i 10 milioni di euro mancanti”, afferma il presidente della Fondazione Paserman. Aggiungendo: “Si tratta di appena l’un per mille del bilancio del Comune, una cifra molto bassa. Basterebbe fare a meno di un po’ di sanpietrini…”.


Il Museo ospiterà i reperti e i documenti raccolti dalla Fondazione attraverso le donazioni di privati e di istituzioni pubbliche, che sono giunti da ogni parte d’Italia e anche da Israele, Polonia, Germania e altre nazioni. “Il lavoro preparatorio è a buon punto – dice Paserman -. Nel mondo ebraico abbiamo raccolto centinaia e centinaia di oggetti e documenti e attraverso la campagna nazionale della Presidenza del Consiglio ne abbiamo ottenuto altri 131”.


Si tratta di oggetti, indumenti, lettere, diari, cartoline, immagini relativi al periodo delle leggi razziali (1938-1943) e a quello della persecuzione delle vite umane e della Shoah (1943-1945), compresi reperti provenienti dall’interno dei lager. “Un materiale inedito incredibile – sottolinea il curatore Marcello Pezzetti - di grande interesse storico. Non credevamo che le persone donassero a noi così volentieri questi documenti. Siamo molto soddisfatti e andremo avanti nella ricerca”.


Nel Museo della Shoah di Roma vi sarà uno spazio espositivo dedicato alle vittime italiane della Shoah, “a molte delle quali – spiega Pezzetti – sarà dato per la prima volta un volto, attraverso le loro fotografie”. È prevista anche la presenza di un materiale di eccezione: un fondo della Fondazione Spielberg, documenti e immagini che il regista metterà a disposizione della struttura. Nelle intenzioni del curatore Marcello Pezzetti questo sarà “un centro di servizi a disposizione della collettività e un luogo dove la gente va per conoscere, senza alcuna preclusione, una pagina nera della storia d’Italia".


(Il Messaggero, 24 agosto 2011, pagina 21)

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