La politica di sterminio delle vite indegne di essere vissute inizia ufficialmente con una lettera di Hitler dell’ottobre 1939 che autorizza la “concessione di una morte pietosa ai pazienti considerati incurabili”.
Il programma “eutanasia”, in realtà già definito dal punto di vista ideologico e programmatico negli anni precedenti, fu attuato con determinazione, in modo “industriale”, con procedure meticolose e controllate, il coinvolgimento di medici, personale amministrativo e tecnico, e la creazione di apparecchiature dalla tecnologia innovativa.
Fin dall’agosto del 1939 furono istituiti presso ospedali e case di cura 22 reparti infantili, ufficialmente preposti a cure specialistiche, ma in realtà destinati all’eliminazione dei bambini sotto i tre anni di età affetti da “gravi malattie ereditarie”. Agli adulti disabili era riservato invece Aktion T4, progetto che deve il nome a Tiergarten Straße, la via di Berlino in cui - nella villa al numero 4 immersa nel verde e confiscata ad una famiglia di ebrei - era la sede dell’ufficio responsabile della sua attuazione.
Aktion T4 era un’operazione segreta, pianificata nei minimi particolari fin dall’autunno del 1939. I pazienti affetti da patologie fisiche mentali e sensoriali non produttivi erano dapprima censiti negli ospedali tedeschi, in seguito trasferiti in edifici isolati, ex caserme, penitenziari, case di cura adattati appositamente per ucciderli. Esperti ingegneri avevano allestito in questi luoghi le prime camere a gas funzionanti con l’utilizzo del monossido di carbonio e predisposto nelle vicinanze i necessari crematori.
Le vittime venivano prelevate senza l’autorizzazione dei familiari, i quali ricevevano un certificato che attestava la morte avvenuta per cause naturali e la comunicazione che la cremazione del corpo era già stata effettuata per impedire il propagarsi di epidemie.
70.274 persone furono sterminate in un anno e mezzo, durante la prima fase dell’Aktion T4, che si interruppe nell’estate del 1941 per riprendere sotto forma di “eutanasia selvaggia”. Negli ospedali, medici e infermieri continuarono ad uccidere i pazienti disabili con iniezioni e farmaci letali, lasciandoli morire di fame e seppellendo talvolta i corpi in fosse comuni. Il bilancio finale fu di circa 250.000 persone uccise, tra cui 5000 bambini. I responsabili della T4 utilizzarono le stesse procedure e tecniche - trasporti, selezioni, camere a gas, corpi bruciati - anche in seguito per lo sterminio del popolo ebraico.
L’iniziativa è a cura dell’ANPI di
Roma e del Lazio e curata e coordinata dal vice Presidente Vicario Ernesto
Nassi, in collaborazione con Agenzia per la Vita ed è promossa
da Roma Capitale - Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico,
Dipartimento Cultura - Servizio Programmazione e Gestione Spazi Culturali in
collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
La Mostra “In
Memoriam” è stata inaugurata per la prima volta in occasione dell’XI congresso
mondiale di Psichiatria ad Amburgo nel 1999 grazie al lavoro di ricerca del prof.
Michael von Cranach, direttore dell’Istituto psichiatrico di Kaufbeuren ed è
frutto di una lunga e laboriosa ricerca effettuata presso gli Archivi della
Clinica da lui diretta fino al 2007 e rappresenta un patrimonio storico,
sociale, politico e umano straordinario. Il prof. Von Cranach ha donato la
Mostra all’Associazione “Agenzia per la vita indipendente onlus” per far conoscere
questa pagina di storia troppo spesso trascurata.
Casa della Memoria e della Storia
Via San Francesco di Sales, 5
(Trastevere) – Roma
dal lunedì al venerdì, 9.30 - 20.00 sabato
e domenica chiuso
Tel.
060608, 06 6876543 www.casadellamemoria.culturaroma.it;
Nessun commento:
Posta un commento