martedì 8 maggio 2012

Libri: un partigiano con le stellette

di Gabriele Le Moli

Un 'partigiano con le stellette', militare di carriera, monarchico e anticomunista che, in ottimi rapporti sia con la Chiesa sia con l'ala 'rossa' del movimento di liberazione, svolse un ruolo fondamentale nella lotta contro i nazifascisti a Roma e nell'intera Italia occupata. E' il colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, martire alle Fosse Ardeatine, una delle figure centrali ma anche fra le meno conosciute della Resistenza sulla quale oggi, a quasi settant'anni dalla morte, una biografia contribuisce a riportare piena luce.
'Il partigiano Montezemolo' dello storico Mario Avagliano, in questi giorni in libreria, ricostruisce attraverso un certosino lavoro di ricerca negli archivi di tutta Italia, ma anche attraverso testimonianze dirette e interviste a protagonisti della vicenda resistenziale ed ai familiari, ed un pignolo studio dei documenti, alcuni dei quali del tutto inediti, la vita e la figura di colui che guidò il Fronte Militare Clandestino. In uno stretto intreccio fra interesse storico, precisione documentaristica e gusto del racconto, si dipana così l'intera vicenda umana - pubblica e privata – di Montezemolo, dalle sue origini piemontesi alla decisione di arruolarsi volontario nella Guerra di Spagna, fino al ruolo avuto nel secondo conflitto mondiale e nel colpo di stato che destitui' Mussolini (fu segretario particolare di Badoglio dopo il 25 luglio 1943) e poi come capo della resistenza militare in Italia e a Roma, fino alla cattura, la prigionia e la tragica fine.

Una storia unica e allo stesso tempo paradigmatica, che incarna perfettamente i palpiti e le tensioni dell'Italia nel primo dopoguerra e nel Ventennio, sempre coerente con gli ideali della lealta' alla Patria, nel suo caso identificata con le sorti della Corona. Montezemolo segui' quegli ideali fino all'ultimo, compiendo scelte sempre difficili se non eroiche, come certamente fu la decisione di passare in clandestinita' rifiutando, da comandante militare - e come tale ergendosi a simbolo dell'analoga scelta compiuta da tanti altri militari come lui - l'adesione alla repubblica di Salo', pur senza abbandonare la stella polare della monarchia. E diventando, caso piu' unico che raro, da badogliano e moderato qual era, il vero punto di riferimento degli Alleati da una parte, e del Cnl dall'altro, come organizzatore della Resistenza e tessitore instancabile di una fondamentale rete di intelligence militare per il governo Badoglio e per le forze anglo-americane. Scelte e posizioni che pago' consapevolmente con la vita, ma che lo relegarono in ambito storiografico in una sorta di ''zona grigia'' - lontano dalle agiografie piu' marcatamente politicizzate - che il lavoro di Avagliano contribuisce ora a rischiarare.
Ad arricchire il volume contribuisce anche un ampio corredo documentario, iconografico e fotografico che riporta anche visivamente l'attenzione del lettore sulle vicende di Roma dopo l'8 settembre.
Fra le tante riportate, una testimonianza più di tutte evidenzia l'importanza della figura del colonnello: e' una lettera privata del comandante in capo delle forze alleate in Italia, generale Harold Alexander, inviata alla vedova di Montezemolo un mese dopo la liberazione di Roma: Dear Marchesa Montezemolo, desidero esprimere la mia profonda ammirazione e la mia gratitudine per l'opera inestimabile e coraggiosa svolta da Suo Marito a vantaggio degli Alti Comandi Alleati ed Italiani durante l'occupazione germanica di Roma. Nessun uomo avrebbe potuto far di piu', e dare di piu' alla causa del suo Paese e degli Alleati di quanto Egli fece: ed e' ragione di rimpianto per me che Egli non abbia potuto vedere gli splendidi risultati della sua inalterabile lealta' e sacrificio personale. Con Lui l'Italia ha perduto un grande Patriota e gli Alleati un vero amico.

(Ansa, 4 maggio 2012)

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