venerdì 14 giugno 2013

Quei massacri ordinati dai Borbone

di Mario Avagliano
 
Il patriota Luigi Settembrini così descriveva nel 1847 il Regno delle Due Sicilie: «nel paese che è detto giardino d’Europa, la gente muore di vera fame e in istato peggiore delle bestie, sola legge è il capriccio». E Carlo Pisacane, in una lettera a Giuseppe Fanelli, uno dei pugliesi dei Mille, affermò che anche il Sud aveva dei doveri tremendi perché “ha sul collo una di quelle tirannidi che degradano chi le sopporta”.
Gianni Oliva nel suo recente saggio Napoli e la Sicilia: un regno che è stato grande (Mondadori), ha invece sostenuto che dal 1734 al 1861 il Mezzogiorno visse un grande fervore intellettuale e di rinnovamento sociale, non negando però che il regime borbonico si distinse per la sua opera di repressione dei patrioti.
Ma chi furono davvero i Borbone? Sovrani illuminati, mecenati del progresso, costruttori di un Mezzogiorno moderno e avanzato, oppure regnanti dispotici e illiberali, pronti a sopprimere ogni anelito o aspirazione alla democrazia e alle riforme, anche ricorrendo a mercenari e banditi? 
Un nuovo lavoro di Antonella Orefice, Termoli e Casacalenda nel 1799. Stragi dimenticate (Arte Tipografica Editrice, pp. 101, euro 12), appena pubblicato, fornisce nuovi elementi a chi propende per la seconda tesi, proponendo la ristampa anastatica di due manoscritti dell’epoca che parlano delle stragi avvenute nel febbraio di quell’anno in due città del Molise che, durante i mesi della nascente Repubblica Napoletana, furono devastate dalle orde sanfediste del cardinale Fabrizio Ruffo di Calabria, al quale i Borbone, per tentare di arginare il fenomeno rivoluzionario, avevano affidato il duro compito della repressione.
L’esercito del cardinale, sbarcato il 7 febbraio in Calabria, si macchiò di efferati delitti nella sua avanzata verso Napoli (che occupò nel mese di giugno). Gli omicidi in primo piano in questo libro sono quelli dei fratelli Brigida, due giovani patrioti che furono trucidati, assieme ad altri compagni, a Termoli, e quello di Domenico De Gennaro, un giudice di Casacalenda che aveva sostenuto le idee repubblicane.
Le storie sono narrate nei dettagli: la strage di Termoli, da un testimone oculare dei fatti, Teodosio Campolieti, e quella di Casacalenda, da padre Giuseppe La Macchia, il parroco del paese, che fu anche protagonista dei fatti.
Gli elementi che accomunano i due memoriali sono essenzialmente tre: i patrioti vittime di tradimenti ed inganni, la devastazione dei luoghi, e la pietas cristiana invocata sia per i vincitori che per i vinti, nel memoriale su Termoli, dalla madre dei fratelli Brigida, ed in quello su Casacalenda, dal sacerdote La Macchia.
Si tratta, insomma, di due testimonianze forti delle atrocità commesse in Calabria, Puglia, Molise e Basilicata dall'esercito dei sanfedisti, costituito da mercenari albanesi, contadini del luogo ed avanzi di galera liberati per l'occasione dal cardinale Ruffo con la promessa di un lauto bottino di guerra.
Altamura, ad esempio, venne sottoposta ad assedio e a causa dell’intenso cannoneggiamento, dovette soccombere. Non vennero risparmiati vecchi, donne e bambini; alcuni conventi di suore furono profanati e la città venne  data alle fiamme e saccheggiata dalle truppe sanfediste. Le stesse stragi si ripeterono ad Andria e a Trani e Gravina venne saccheggiata e data in premio ai mercenari.
Altre stragi o fucilazioni sommarie si registrarono nei decenni successivi. Un caso esemplare: nel Cilento, definito dalla polizia borbonica la “culla del ribellismo meridionale”, nel 1829 i fratelli Patrizio, Domenico e Donato Capozzoli, tutti e tre patrioti, catturati, furono fucilati a Palinuro e le loro teste mozze portate in giro nei paesi vicini per servire da monito alle popolazioni.
Il libro della Orefice segue quello precedente, Il Pantheon dei Martiri del 1799,  e i manoscritti proposti nel libro provengono dallo stesso fondo archivistico di Mariano D'Ayala, con annessa trascrizione e note introduttive della Orefice, dello storico fiorentino Luigi Pruneti e dell'avvocato Mario Zarrelli.
I fratelli Brigida e Il giudice Domenico De Gennaro sono tre dei tanti patrioti oscuri e sconosciuti del Mezzogiorno che tra la fine del Settecento e la seconda metà dell’Ottocento animarono le lotte riformiste contro i Borbone e il Risorgimento italiano. Spiega la Orefice: “La mia vuole essere una risposta a chi,  negli ultimi tempi, sta tentando un revisionismo storico sul Risorgimento, santificando i briganti e considerando traditori del regno i nostri martiri del 1799. Dai memoriali traspare la vera natura di quanti combatterono per il Borbone, perché lo fecero e da quanto vero "amore per la terra" furono mossi. Come sempre ho lasciato parlare i documenti, quelli veri, quelli scomodi”.
 
(Il Mattino, 14 giugno 2013)

74 commenti:

  1. Il solito 1799 e le stragi (davvero) dimenticate

    Caro direttore, Napoli è davvero uno strano paese: da oltre 200 anni prevale in maniera monopolistica una lettura parziale e unilaterale di certe storie (in testa quella del 1799 fino a quelle “risorgimentali”) eppure la stessa cultura ufficiale che detiene quel monopolio continua a lamentarsi perché qualcuno ha “osato”, in questi anni, raccontare altre storie. In questo caso, Mario Avagliano, recensendo il nuovo libro di Antonella Orefice sulle alcune stragi (“dimenticate”) del Molise durante la rivoluzione napoletana, cita i soliti Settembrini/Pisacane che tante colpe hanno avuto nella creazione di un mito negativo di Napoli che ancora resiste (o che -nel caso di Settembrini- furono costretti a rivedere molte delle loro tesi dopo l’Unità). Sempre i Borbone, poi, per l’articolista, avrebbero affidato a Ruffo “il compito della repressione” e così Ruffo avrebbe “occupato Napoli nel giugno del 1799 macchiandosi di efferati delitti, con mercenari albanesi, contadini del luogo e avanzi di galera”… Peccato, però, che quei mercenari fossero 50 (sui complessivi 80.000 volontari della sua armata) e che il Cardinale non aveva avuto il compito di “reprimere” ma di “liberare” il Regno da un’invasione straniera favorita da pochi giacobini locali (“una minoranza impercettibile” li definì Luigi Blanch) così come Napoli non fu di certo “occupata” da Ruffo (o dai Borbone), visto che era già “dei” Borbone che legittimamente vi regnavano. E di certo, del resto, in nessuna guerra (tanto più in una guerra contro l’esercito più potente del mondo) nessuno ha mai chiesto il curriculum di chi combatte. La Orefice ha scritto questo libro lasciando parlare “i documenti: quelli veri, quelli scomodi” contro chi in questi anni avrebbe “santificato i briganti e definito traditori i patrioti del 1799”. Solo che da oltre due secoli si tirano fuori sempre gli stessi documenti e non quelli che raccontano le stragi (quelle sì e quelle davvero dimenticate) compiute dai franco-giacobini ai danni della parte napoletana-cristiana-borbonica: oltre ottomila (in tre giorni) nella capitale e “oltre sessantamila i napoletani passati a fil di spada” in appena cinque mesi di repubblica: “Napoli non era altro che un immenso campo di carneficine, incendi, spavento e morte “ (memorie del generale Thiebault). Fu Giuseppe Mazzini, del resto, il primo a definire traditori quei patrioti che “avevano aperto le porte della città agli stranieri invasori… il Popolo napoletano era disposto a morire combattendo non per superstizione, come più volte si è detto, ma per un sentimento nazionale, per un’idea di Patria che vi pulsava al di sotto” (manoscritto, Museo Centrale-Risorgimento). Si ricordano, allora, le fucilazioni molisane ma non i massacri e le devastazioni sempre molisane di Isernia (oltre 1500 morti) o quelli di Mercogliano, Caserta, Ceglie, Carbonara, Bacoli, Benevento, Briano, Cetara, Collettara, Fondi, Gensano, Casamari, Itri, Massa, Nola, Pomigliano, Pagani (e l’elenco sarebbe troppo lungo). Fu una guerra di invasione in alcune occasioni divenuta una sanguinosa e (a partire dai Borbone) non voluta guerra civile. Solo che in qualsiasi altro posto del mondo si ricorderebbero i difensori della propria patria o almeno “anche” loro (si pensi alla celebrazione che il grande Goya ha fatto dei popolani spagnoli antifrancesi) e dalle nostre parti si scrive ancora con una rabbia e una parzialità oggettivamente eccessive di “massacri ordinati dai Borbone” o di “orde sanfediste” lasciando spazio ad una cultura ufficiale sempre poco attenta alle nostre tradizioni e alle nostre radici (anche borboniche e cristiane, al contrario di quanto pensano alcuni intellettuali): la stessa cultura ufficiale che, se solo guardiamo alla formazione delle nostre classi dirigenti, non ha prodotto risultati così positivi…

    Napoli, prof. Gennaro De Crescenzo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se quello borbonico fosse stato un grande regno avrebbe avuto un grande esercito a e se fosse stato un grande esercito, questo non si vendeva al nemico. Se si è venduto, è perché non era un grande esercito. Non vedo alcuna colpa negli inglesi che hanno investito soldi in un progetto politico commerciale di loro interesse (con l'apertura di Suez, il mediterraneo diventa interessante al commercio inglese, cosa che prima non lo era: nel '700 gli inglesi non hanno mire, dal secondo ottocento sì; questo implica, se si vuole essere gli unici galli nel pollaio, di eliminare gli altri). Francesco II, a parte dire rosari e sentire messe, sapeva che se gli inglesi hanno l'ingresso (Gibilterra) e poi anche l'uscita (Suez) del mediterraneo, questo smette di essere il lago dei napoletani, per diventare il corridoio degli inglesi? O pensava che poi in India e Cina continuavano a passare dall'Africa, per questioni di educazione? Se non lo sapeva era politicamente uno sprovveduto, e hanno fatto bene a destituirlo. Se lo sapeva, perché non ha fatto nulla per prevenire la situazione? È evidente che sarebbe stato schiacciato. Gli inglesi hanno usato Cavour e la volontà espansionista di uno stato di bifolchi maneschi, quali i piemontesardi, come arma per fare il lavoro sporco, con l'accordo di limitare le pretese marittime del nuovo stato, in cambio della supremazia navale inglese. Il che la dice lunga anche sull'idiozia politica di Cavour: a che diamine serve unificare l’Italia per auto-castrarsi a nazione di serie y? Sarebbe stato meglio fare un Reich sul modello tedesco, mantenendo magari qualche regno come forma di governo federale e tradizionale, rendendo forte la marina e l'esercito in modo da essere padroni almeno del mediterraneo, e magari intraprendendo una politica coloniale seria con i paesi del bacino. Probabilmente la gestione massonica del Piemonte, ha mostrato le stesse pecche della gestione massonica di Monti: governi tu, ma fai l'interesse di amici e fratelli. Ma in ogni caso, se il Reame era così cattolico, moderno e potente, perché si è fatto comprare in modo risibile?

      Evidentemente la società era corrotta e non così idilliaca e non c'era un progetto politico condiviso. Hitler ha vinto senza problemi la guerra con la Francia, per via di un progetto politico condiviso, sebbene la guerra sia uno dei maggiori colpi alla popolarità di un governo. Lui però fu chiaro: fece capire al popolo il senso della sua riforma economica, sociale, occupazionale, morale e razziale, collocando la guerra in un contesto di necessità verso quello che era l'obiettivo politico. Generali tedeschi comprati dagli inglesi non ce ne furono, perlomeno non nel 1939-1943. Dopo Stalingrado si iniziò a dubitare della realizzabilità del progetto, e secondo me fu la sfiducia la principale causa della sconfitta (non a caso arrivò pure la congiura e l'attentato: nel 1939, i congiurati facevano il saluto nazi e si guadagnavano felicemente le croci di ferro).....<<>>

      Elimina
    2. Ma c'era un piano politico nazionale e anti-inglese a Napoli si o no?

      La storia a volte mostra dei dati chiari. Che l'unificazione fosse voluta, lo dimostra tutto il romanticismo e i movimenti culturali dell'epoca. Il problema non è l'unità, ma la gestione dell'unità. Così come per l’Europa, è evidente che si sarebbe cercato di unificarla, dopo la guerra (già durante la guerra). Il problema è il come. Ma se Napoli aveva questo primato economico, industriale e militare, perché non lo ha usato per gestire l'unificazione, magari togliendone il monopolio a Torino? Io vedo che il darwinismo sociale e internazionale, unito alla concezione di von Clausewitz del rapporto guerra/politica è la legge che determina l'andamento del mondo. La guerra è politica con altro mezzo; ma non necessariamente "più forte" significa "più soldati" o più soldi. Spesso è anche più moralità e più volontà.
      Il progetto politico chiaro e forte lo aveva il Piemonte, non Napoli, votata alla stasi, all'immobilismo. Per cui ha vinto giustamente il Piemonte contro l'elemento più debole, che ha meritato di essere trattato da debole: furti, rapine e soprusi. Ma è tutto meritato per una società dove i comandanti politici e militari sono degli “schettini” * che vendono la patria all'inglese. Perché risparmiarli, per educazione? Avessero combattuto, venduto cara la pelle, fatto agire i senatori e i deputati, non si sarebbero fatti portare via le industrie. La colpa è sempre degli altri, ma chi lascia fare ai malvagi è complice. Il diavolo tenta, ma l'uomo pecca. E dicendo che hanno fatto bene i vincitori massacrare i vinti, non faccio che affermare una legge di natura. Essendo io pagano (il vero seguace di Cristo lo è, ma questa è un'altra storia che posso raccontarvi in altra sede) ho una concezione della natura più alta dei cristiani invertiti e busoni. È naturale che il forte massacri il debole, non capirlo e non prevederlo è da sprovveduti. La grazia non muta la natura, ma la suppone e perfeziona: la politica cristiana non può andare contro la legge di natura per cui il forte impone la ragione sul debole; semmai occorre che coincida la giustizia con la forza, ossia che vincano i buoni. È giusto massacrare chi perde per natura, se si fa in modo che vinca il buono e perda il malvagio, si vedrà il bene massacrare il male.
      Mi viene da ridere al pensiero che invece il concilio ( il Vaticano II) abbia avanzato teorie garantiste i diritti di tutti, dell'errore allo stesso modo della verità: così se vincono i cattivi (dicono), i buoni non vengono schiacciati, per tolleranza, se vincono i buoni, per tolleranza lasciano i cattivi a scorrazzare. E poi i cattivi, quando vincono non usano tutta sta cortesia. Questo è poco cattolico. <<>>

      Elimina
    3. Io conosco Cristo, san Tommaso e Hitler. Uno insegna cosa sia il bene, uno cosa sia il rapporto tra grazia e natura, uno cosa sia la politica naturale. Politica cristiana è tenere i tre pilastri. Il concilio non è cristiano. Ovvio che si può perdere, c'è il martirio e la gloria in cielo se si è sconfitti dal mondo. Il concilio non è cristiano, perché rifiuta il martirio, per accomodare le cose con la tolleranza del male. L'optimum è vincere e porre la natura (la legge della giungla) a coronamento del bene.
      Ma se va male e vincono i cattivi, si venga massacrati con dignità. Mi pare però logico che non cercare di vincere in ogni modo, sia immorale. Hitler è cristiano, non il concilio: lui è buono, sa di esserlo, sa che deve vincere, usa tutti i mezzi possibili per farlo. Perde ma ha la corona di martire.I piemontesi erano massoni e servi degli inglesi (e dei francesi e di un po' tutti).Erano cattivi, quindi è stato un peccato che abbiano vinto proprio loro. Ma hanno vinto per incapacità di contrasto dei buoni, e quindi hanno naturalmente esercitato ciò che la natura ha dato loro come diritto. Non capisco 150 anni dopo la protesta e il lanciare sciocche accuse. I meridionali di oggi poi non ereditano la "bontà" di quelli di ieri, perché la loro gestione pubblica cialtrona e ladra, incompetente, mafiosa e tribale, li rende identici agli altri. Oggi nessuno ha diritto di rivendicare diritti, né il nord né il sud. Tutti meritano la morte o essere massacrati da qualcuno più forte. Un certo neoborbonismo lo considero leghismo al contrario ma con le stesse idee furbe e geniali, oltre che un mascherarsi per carnevale.
      I leghisti si mascherano in verde, taluni neoborbonici in bianco coi gigli. IL CARNEVALE E' FINITO DA UN PEZZO.
      E poi faccio presente che le ideologie che trovano il nemico immaginario (padani o terroni che siano) come vittima sacrificale cui attribuire tutti i mali, servono a lavarsi la coscienza della propria responsabilità.
      Se volete l'indipendenza, prendetela e lavorate sodo per onorarla, come fecero gli americani, che non si fecero pagare dagli inglesi gli arretrati di 2 secoli di tasse e sfruttamento. Se no, siete esattamente quello che vi dicono che siete.

      Ettore Alfieri

      1.Riferimento a Schettino, capitano della Costa Concordia.
      2.Concilio Vaticano II

      Elimina
    4. della paganità hai capito poco e anche della legge naturale che nell'uomo coincide con la ragione non con la bestialità che ami...,logos,humanitas ,vivere secondo misura, la differenza tra economia e crematistica, il rispetto sacro per il nemico in guerra, poi ci sarebbe la legge dell'amore cristiano ma visto che quel tuo citare quel buffone mediocre austriaco perdo tempo...

      Elimina
    5. Anche quel buffone mediocre austriaco ha perduto.Come hanno perduto gli "eroi" borbonici. E poiché chi perde ha sempre torto, hanno torto sia i seguaci del buffone austriaco che quelli del borbonico? Tu invece, cosa hai capito? La legge dell'amore cristiano? Ma per favore non tiriamo in mezzo cose troppo grandi per liquidarle in poche ed inconcludenti battute.Io credo che chi nasconda la verità sia un criminale, chiunque esso sia. Un popolo sano riconosce i suoi errori e fa ammenda dei misfatti compiuti.

      Elimina
    6. Hilter poteva vincere se mezzo mondo non si sarebbe schierato contro ,il darwinismo sociale è una cosa ottocentesca la civiltà non si può misurare solo con la potenza militare ,economica e politica a parte la legge dell'amore dicevo che la paganità è più complessa della legge del più forte, sul regno delle due sicilie e i borbone gli errori sono molti e gli storici ne hanno parlato abbastanza meno su i savoia e il regno d'Italia.. di von Clausewitz ho letto il voluminoso testo ma per alcuni versi preferisco sun tzu...

      Elimina
    7. Caro Costa di manuali di arte bellica ne saranno stati scritti infiniti e quelli citati da me e te sono solo i più popolari, con la differenza che il prussiano era europeo e quindi ragionava con la visione della cultura in cui era calato e l'altro era orientale e lontano nel tempo... così facciamo solo accademia qualora da questi non impariamo qualcosa di pratico, di tangibile e da poter esserci d'aiuto nella NOSTRA di realtà, perché noi viviamo questa esistenza, non la loro che hanno solo lasciato delle indicazioni che poi dovrebbero essere rielaborate in chiave moderna... e non a caso infatti, un esistenzialista come Kierkegaard soleva dire che la vita va capita guardando all'indietro pur tuttavia essa va vissuta in avanti... e tornando in topic se dunque noi guardiamo in chiave kirkegaardiana e non in modo fazionso sia l'azione dei giacobini che quella dei borbonici qualcosa impareremo davvero...basta prenderci il meglio da questi nostri antenati e sintetizzarlo... un cordiale saluto a te...

      Elimina
  2. Gent. Dott. Avagliano buon giorno ,
    le faccio i miei complimenti per l’articolo in cui si presenta il libro della D. A. Orefice . Non l’ho ancora letto , ( lo ricevero’ a giorni ) ma conosco la rigorosita’ con cui la D.ssa Orefice fa le sue ricerche e sono certo che
    anche questo lavoro offrira’ ai lettori importanti spunti di riflessione e di conoscenza su una parte della nostra storia che troppi stanno utilizzando per ragioni e per obbiettivi molto oscuri e che ha subito e sta subendo da parte di questi “ troppi “ una autentica opera di disinformazione .
    Cordiamente
    Raimondo Raimondi
    Salerno

    RispondiElimina
  3. Ci sono due tipi di storici ; quelli che raccontano la Storia e quelli che raccontano favole che a qualcuno piace leggere o sentirsi raccontare mettendoci dentro spezzoni di storia . In questi ultimi tempi siamo sommersi da personaggi che raccontano favole. Siamo in democrazia ed e' ammesso che lo si faccia . Ma proprio perche siamo in democrazia nessuno a nessun titolo ha il diritto di cercare di intimidire o di azzittire gli storici della prima categoria a cui appartiene senza ombra di dubbio la Dottoressa Orefice . Non siamo ne' al tempo dei Borbone quando anche portare i baffi poteva essere fonte di problemi , e nemmeno al tempo della Santa Inquisizione . Se a qualcuno non va quello che scrive la D.sa Orefice non deve fare altro che non leggerla . Spiace vedere come contro di lei nella rete si sia scatenata la becera reazione di personaggi che ricortdano molto i Lazzari del tempo passato o le camice brune di tempi piu vicini .

    RispondiElimina
  4. Per raccontare la storia oggi ci vuole coraggio ? evidentemente si visto che c'e chi pretende di poterlo fare in esclusiva . E allora grazie a A. Orefice , grazie per il suo coraggio a cui va il sostegno di tutti quelli che pensano che non si possa censurare il pensiero e che la LIBERTA' va garantita a tutti anche a quelli che la storia la scrivono sotto dettatura dello politica o comunque piu' facendo politica che storia . Grazie alla Dottoressa Orefice che ha una storia personale che la pone al di fuori e al di sopra degli pseudo storici che la vogliono zittire e dei loro sgherri che la insultano . Grazie ancora a lei a storici come A.Barbero che i libri li scrivono basandosi su ricerche serie e su documenti .Grazie anche al MATTINO e al Dott. AVAGLIANO per il suo articolo . Cordialmente

    RispondiElimina
  5. Buon giorno Dott. Avagliano , intanto La informo che da oggi lei e' ufficilamente un giacobino . E non provi neanche a smentire questa verita' .Battute a parte e scusandomi per la introduzione qui dobbiamo decidere se farci delle risate o preoccuparci . Perche ' la cosa ha certamente una parte comica , ma la campagna ( di odio ) che si e' scatenata contro il Dott. Avagliano deve fare riflettere . Certo con la stessa autorevolezza con il quale viene definito Giacobino potrebbe rispondere ai suoi interlocutori definendoli mafiosi . In fin dei conti il " sistema " della denigrazione di chi viene percepito come avversario ha radici nella cultura mafiosa o nel sistema nazista . Ma avversario perche'? Quale e' la sua colpa ? semplice il suo articolo " disturba " .E perche disturba ? Se contenesse delle menzogne sarebbe facile demolirlo . Ma contiene delle verita' . E la verita ' fa paura quando va contro personaggi che il confine tra la cultura della tolleranza e quella della intolleranza lo hanno passato . Termino ringraziando Lei e la Signora Orefice ( Giacobina anche lei ? ) hanno fatto. In un contesto " normale " non ci sarebbe nemmeno di che cosa ringraziare , nel contesto attuale siete due coraggiosi . Gli infami sono quelli che vi vorrebbero fare tacere . Ripeto per chi non avesse capito . Infami

    RispondiElimina
  6. Non si possono mai condividere offese e attacchi personali (anche se la Orefice, prima degli attacchi e sul suo profilo fb scriveva "Esulta popolo lazzaro con ti tuoi borboni ecc.ecc."). Ma su questo blog leggo solo 4 commenti di solidarietà alle "vittime" dei neoborbonici ma nessun appunto storiografico o archivistico al primo commento del neoborbonico De Crescenzo che "demolisce" libro e articolo (vero, Marchi?) e cita fonti come Thiebault, Mazzini (il primo a definire traditori i giacobini napoletani!!!) e molte cronache del tempo (vi riconosco Petromasi, Sacchinelli, Drusco ecc.ecc.) che riconoscono il massacro di migliaia di persone di parte cristiana, napoletana e borbonica... Così non è un dibattito ma un discorso tra voi. Saluti cordiali anche se un po' neoborbonici! Gennaro Schiano.

    RispondiElimina
  7. Gentilissimo Dott. Avagliano, La ringrazio moltissimo per le parole con le quali Ella ha presentato l'ultima fatica di Antonella Orefice. La Dott.ssa Orefice è una studiosa scientificamente preparata e scrupolosa, onestissima e precisa nel presentare una materia storica non facile, nel documentarla con materiale di primo ordine, talvolta inedito o troppo a lungo ignorato o trascurato. Contro le sue ricerche, esposte peraltro in uno stile avvincente, elegante e piacevolmente accattivante, si stanno scagliando gli attacchi malevoli e interessati della "parte" neo-borbonica, la quale non rifugge dall'ingiuria, dalla calunnia, dalla diffamazione, rispondendo alle argomentazioni storiche con la volgarità della loro anima grossolana. Ma a parte, la "manovalanza" - mandata avanti come i "pasdaran sui campi minati dagli Ayatollah iraniani durante la guerra con l'Iraq - abbiamo il De Crescenzo che, indubbiamente, è meno rozzo, più insinuante, più colto, e più insidioso nel suo modo di operare. Egli tuttavia mostra tutta la sua partigianeria originata dalla sua confessionale intolleranza integralista. La parte avversa vorrebbe che si tornasse ad un inumano Ancien Régime ante 1788, e che 200 anni dal martirio della Repubblica Napoletana del 1799, e che gli oltre 150 dall'unificazione dell'Italia, fossero passati invano. Che gli ideali per i quali tanti martiri hanno dato la vita e tantissimi patrioti affrontato innumerevoli sacrifici e sofferenze, venissero denigrati, derisi, sminuiti, distorti ed infine dimenticati. A tale scopo, si opera alla delegittimazione di Antonella Orefice sul piano scientifico-professionale, sul piano morale, sul piano personale. E' l'antica e vieta tattica di sapore "gesuitico", che lascia sempre qualche traccia! Ma piaccia o non piaccia alla muffita parte neo-borbonica, la Storia e la Verità mostreranno che l'Italia, pur tra mille asprezze e tragedie, non tornerà indietro! Omnia vincit Veritas!

    RispondiElimina
  8. Se il prof. De Crescenzo ha inteso collaborare al lancio del libro , tanto di cappello , ha fatto un buon lavoro . Se invece non e' cosi credo che nella biblioteca del coltissimo Prof. De Crescenzo manca un libro essenziale : quello della Costituzione della Repubblica . Mi offro di mandargliene una copia , sono certo che lo aiutera' molto perche ' effettivamente presenta qualche vistosa lacuna sia come storico che come cittadino ( suo e nostro malgrado ) del nostro Paese . In attesa che riceva il libro lo inviterei a considerare che i lettori del " Mattino " non sono suoi scolaretti , e i girnalisti non sono suoi dipendenti . Un po' di umilta' gli farebbe bene . Il libro lo acquistero ' la settimana prossima , onestamente il tema non mi appassiona ma il Prof. De Crescenzo mi ha stimolato la curiosita . Cordialmente

    RispondiElimina
  9. Ho letto con interesse quanto il sig. De Crescenzo ha scritto di me e dei miei lavori, non solo su questo blog, ma anche sul suo sito e gruppetti vari di Facebook. Come ebbi modo di ricordargli circa un annetto fa (quando il mio giornale fu preso d'assalto dai cosiddetti "neoborbonici), la diffamazione è un reato, ma a quanto pare nella biblioteca del suddetto signore mancheranno i codici di procedura sia penale che civile. Posso comprendere che abbiamo delle vedute storiche discordanti, ma questo non autorizza nè lui nè i suoi adepti, ad esprimere dei giudizi spregevoli sulla mia persona, sul dott. Avagliano e sul nostro lavoro, specie quando dimostra, chiaramente, non solo di non conoscerci, ma di non aver mai letto nessuno dei miei libri. Sono un ricercatore molto conosciuto negli archivi di Napoli da tanti anni e tutti, e ripeto, TUTTI i miei lavori hanno una peculiarità, ossia la riproduzione in anastatica dei documenti ritrovati. Questo, a mio avviso, avvalora le verità storiche contenute e la loro autenticità. Pertanto, prima di usare termini diffamatori (cit. dal suo blog - Più di un dubbio, però, ci assale sulla imparzialità di questo nuovo libro, probabile frutto del comprensibile entusiasmo di chi non è esattamente e sistematicamente di casa negli archivi). lo invito non solo a documentarsi, ma a riflettere sul suo operato, che potrà certo allietare chi ha voglia di sentirsi raccontare storielle, ma non chi lavora, e seriamente, da anni al solo scopo di dare luce a verità manipolate. Le velleità politiche non mi appartengono, non cerco candidature, tantomeno di vendere chiacchiere. Chi mi segue da anni, mi stima ed apprezza quello che faccio, proprio perchè sono ben lontana da scopi reconditi. Il sig. De Crescenzo ed i suoi seguaci non hanno tollerato una delle prime recensioni pubblicate su Il Mattino dal dott. Avagliano (che non è un semplice giornalista, bensì uno storico serio e consumato), e probabilmente, proprio perchè il De Crescenzo si documenta poco, gli saranno sfuggite le recensioni comparse in precedenza su La Repubblica, il Roma, e su tante altre riviste tra cui anche "Officinae" una rivista internazionale di storia e cultura, organo ufficale della Gran Loggia d'Italia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    2. E particolarmente divertente il vittimismo del Nuovo Monitore Napoletano che scaglia pietre ma non vuole ricevere macigni addosso. Fare le vittime indignate per abusi ed offese, quando poi nei vostri gruppi avviene la medesima strategia all'insulto e la denigrazione non ha poi tanto senso, perche' vi state screditando da soli. L'anno scorso, stanco di tutti questi fanatici che vorrebbero dirigere la Cultura della Mia Citta' vi scrissi:

      " Va bene! Avete ragione. Nessuno mette in dubbio le stragi dei Borbone contro i Giacobini. Ma e' nel buon senso della nostra societa' e vivere comune guardare per primo ai difetti di casa propria. Prima di sputare in faccia agli altri sarebbe buona azione un po' di autocritica. Perche' non si parla mai ad esempio sulle stragi dell'anno precedente compiute dai Giacobini ai danni dei Napoletani, sopratutto contro coloro che non vollero rinunciare alla loro fede religiosa. La Liberta' di culto e di religione e' uno dei pilastri principali su cui si fonda una Costituzione Liberale e Democratica. Perche' non si parla mai di Championnet o di McDonald. Liberta' e' il diritto di un Popolo a scegliersi il proprio destino. L'Utopia Illuminata della Rivoluzione Francese alle genti del Regno di Napoli fu un imposizione non una scelta e chi si ribellava a questa imposizione veniva ucciso e trucidato. Sul vocabolario Italiano alla voce Patriota c'e' scritto: chi combatte per la propria patria. I Giacobini Napoletani invece aprirono le porte all'Invasione Francese, accolsero Championnet che fece stragi indiscriminate. In pratica consegnarono il Regno di Napoli ai Francesi. Non mi pare lo abbiano liberato dal Monarca crudele e tiranno. Tra l'altro anche Vincenzo Cuoco ammise il fallimento rivoluzionario di una repubblica che non aveva ne'capo ne'coda e che tradi' i bisogni del POPOLO. Altro che Patrioti questi Giacobini! E il Nuovo Monitore Napoletano dovrebbe conoscere chi e' Vincenzo Cuoco".

      Questo vi scrissi e questa fu la vostra risposta:

      "Zitto Lazzarone ignorante e plebeo, torna a studiare a scuola!"

      Fui bannato senza possibilita' di replica alcuna. Questa sarebbe la vostra professionalita'. Complimenti!

      Elimina
  10. Se la stampa ufficiale non da spazio alle esilaranti e nostalgiche manifestazioni neoborboniche avrà i suoi buoni motivi.
    Invito pertanto il sig. De Crescenzo ed i suoi seguaci a riflettere e a non disprezzare lavori che, non solo non hanno letto, ma di cui probabilmente non possiedono gli strumenti culturali adatti per comprendere. La loro visione di parte, il loro revisionismo storico, possono andarlo a vendere tra i loro sostenitori, non tra storici che da anni cercano e lavorano su manoscritti originali, quelli che, purtroppo per loro, sono scampati alle fiamme dell' amato sovrano borbone. Il 1799 è un'ulcera perforata per i neoborbonici, lo comprendo bene, coloro che per noi sono stati eroi, per loro sono etichettati traditori del regno. La lungimiranza di quei patrioti fu un nemico da abbattere. E lo hanno fatto, o almeno, hanno creduto di farlo, perchè, Viva Dio, i borbone sono morti e seppelliti da secoli, ma le idee dei repubblicani del 1799 sono andate avanti. Oggi siamo una Repubblica grazie al sacrificio di tanti cittadini che hanno amato la libertà oltre ogni cosa. Chiedo venia, forse tutto questo li destabilizza, forse hanno rimosso l'esistenza di uno Stato Italiano, considerato che mi hanno fatto anche scrivere da un sedicente "Parlamento delle due Sicilie" (sic).
    Leggo inoltre nel blog del sig. De Crescenzo, di una signora che sta facendo girare di me un identikit frutto di una visione distorta della mia persona, con l'uso di termini quali "storica dei quattro cavalli che volano, bugiarda, fucina, azzeccabarbugli...etc..etc..".
    Se il sig. De Crescenzo e la sua seguace conoscono gente così, andassero a cercarla tra i loro adepti, ma tenendo ben presente che la diffamazione, per lo Stato Italiano, è un reato.
    Quando ho dato alle stampe il mio ultimo libro, parlandone con uno dei collaboratori, mi fu detta una frase che, oggi più che mai, si è rivelata profetica "Questo libretto consta solo di 100 pagine... ma è una dose di veleno letale". A quanto pare è così. Solo 100 pagine di cui, più della metà, riproducono in anastatica dei manoscritti autentici e pregni del sangue versato dai nostri patrioti del 1799. La storia si fa con i documenti, quelli veri e scomodi. Quelle carte parlano da sole. Da ricercatore le ho trovate, le ho pubblicate e non ho bisogno di aggiungere altro.
    Tanto per opportuna conoscenza.

    Antonella Orefice

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'anno scorso sul gruppo facebook Nuovo Monitore Napoletano, lessi una miriade di insulti e litigi tra Neorborbonici e Neogiacobini, praticamente litigi infantili tra fanatici che si vestono da storici professionisti. Qual delitto viene commesso ai danni della CULTURA E DELL INFORMAZIONE nell'affidare la Storia del nostro paese a una nuova generazione di fanatici pennivendoli che con cotanta arroganza e presunzione si nascondono dietro i loro titoli di studio e il loro curricula. Gli studiosi di 30anni fa, quelli si che potevano definirsi professionisti, oltre ad avere un gran senso dell'umilta' e della modestia, cosa che manca invece a questi presunti storici del Nuovo Monitore Napoletano che in questa carnevalesca pagliacciata moderna si mascherano da Neogiacobini solo per fare controtendenza ai Neoborbonici. In che squallore subdolo ed infimo e' caduta l'Italia! Ora capisco perche' siamo derisi in tutto il Mondo. Persone che soffrono di grandiosi smanie da protagonismo ed amano stare sul loro piedistallo, affezionati di piu' alle loro fanatiche ideologie che alla pura verita' della ricerca storica. Affezionati di piu' agli applausi ricevuti dalle loro schiere di adpeti fanatici che militano nelle loro Associazioni Pseudoculturali che all'INFORMAZIONE. Infine si vede che la Dott.sa Antonella Orefice e' una giovane intraprendente che purtroppo manca di saggezza ed esperienza, perche' a queste Stragi Dimenticate compiute dai Borbone decine di scrittori ci sono arrivati prima di lei in oltre 100anni di Letteratura e Storiografia. Alla fin fine non sono poi tanto dimenticate

      Elimina
    2. Esprimo tutta la mia solidarietà alla studiosa napoletana per aver dato il suo prezioso contributo, non al Giacobinismo o alla Repubblica Napoletana, ma semplicemente alla VERITA' storica. Non comprendo come mai ci si indigni quando sono i piemontesi a fare stragi e invece si gridi allo scandalo quando le stragi sono commesse dai Borbone. Da tempo registro incursioni dei cosiddetti neoborbonici che, con la scusa della ricerca, hanno un unico obiettivo: demolire l'unità d'Italia e diffamare i padri della patria. Nel mio piccolo ho scritto un post dove, servendomi del lavoro svolto dagli storici preunitari ad oggi, ho risposto ai quesiti più importanti portati avanti dai neoborbonici.
      http://larcitaliano.blogspot.it/2011/10/la-questione-meridionale-e-il.html

      Elimina
    3. Tutto alquanto interessante se solo non facessi un bel pò di confusione sulla guerra commerciale tra Inghilterra a Regno delle Due Sicilie e ti andassi a trovare la comparazione delle finanze pubbliche tra Piemonte e Regno delle Due Sicilie stilata nel 1862 o 1863, ora non ricordo ma che tratta chiaramente la situazione finanziaria delle Due Monarchie dal 1847 al 1860 e vedrai l'abissale differenza tra la Lira Piemontese e il Ducato Siciliano :). Capirai come a pari Potenza e Sviluppo Economico, dopo l'abidcazione di Carlo Alberto di Savoia il Piemonte subì un forte rialzo dei tassi di interesse del suo debito pubblico fino anche a quintuplicarlo nel 1860 a causa della politica speculativa di Cavour e quei imprenditori appartenenti al suo ceto. Il Piemonte di Carlo Alberto di Savoia e il Regno delle Due Sicilie di Ferdinando II si concorrevano sopratutto nel settore Metalmeccanico e Siderurgico. Infatti il primato che si attribuisce a Ferdinando II con la Napoli - Portici sta ad indicare che fu il Regno delle Due Sicilie a lanciare in Italia la produzione di massa nel settore ferroviario, infatti il Piemonte le prime locomotive le acquistò proprio da Pietrarsa che con 1.050 operai rappresentava in Italia la più produttiva industria metalmeccanica. Poi la differenza sostanziale tra Piemonte e Regno delle Due Sicilie stava anche nelle dimensioni. Il Piemonte rispetto al Regno delle Due Sicilie era uno stralcio di terra e aveva appena la metà della densità abitativa, il che significa che in termini economici con quello che produceva riusciva a soddisfare il fabbisogno nazionale eppure non si capisce come mai dal 1847 al 1860, praticamente tutto il Regno di Vittorio Emanuele II triplicò il debito pubblico a differenza del Regno delle Due Sicilie il cui debito pubblico si assestò a valori del 1832. Sarà che alla fin fine il protezionismo e la statalizzazione delle industrie aveva protetto le finanze pubbliche dall'aggravio fiscale rispetto invece ad una politica liberale e speculativa che basa la sua ricchezza sul singolo privato ai danni della comunità? Era questa la sostanziale differenza tra Piemonte e Regno delle Due Sicilie. Il Piemonte fondava la sua ricchezza sui singoli privati ed infatti prima che deputati gente come Cavour e Minghetti erano Borghesi Imprenditori. Invece, siccome il Regno delle Due Sicilie era ancora una Monarchia Assoluta, anche le industrie erano di proprietà della Corona e questo non piaceva alla Borghesia Liberale la quale non vedeva nel sistema economico borbonico possibilità di arrichirsi. E' sempre risaputo che il Protezionismo non è mai piaciuto alla Borghesia Liberale perchè ovviamente con tale sistema economico, certa gente non può fare i suoi porci comodi. Ma sopratutto il protezionismo inasprito da Ferdinando II non piaceva all'Inghilterra che non vedeva possibilità di investimento. Feridnnado II infatti ha sempre lamentato la sudditanza economica del Regno all'Inghilterra, errore dei suoi predecessori ed ha fatto di tutto pur di allontanare le ingerenze inglesi dall'economia DuoSiciliana per renderla del tutto indipendente.

      Elimina
  11. Tutto vero, tutto condivisibile: un bel dibattito! Ma, ripeto, nessuno ha contestato una sola fonte di De Crescenzo: Mazzini (!!!), Thiebault, Drusco, Petromasi ecc.ecc. Saluti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nemmeno de Crescenzo ha contestato quanto ha scritto la Dottoressa .Orefice , anche perche' non ha letto il libro .Si limita a dire che bosogna scrivere e leggere quello che piace a lui . Pio' andare bene per Gennaro e per altri come Gennaro , non va bene per chi rivendica il diritto alla liberta'[ di opinione

      Elimina
  12. Mi permetto una piccola risposta ( affatto polemica ) verso la Signora Clarence . Gli Ayatollah ( che io aborro ) sono dei criminali disinteressati . In Italia abbimo visto nascere piccole e grandi congregazioni raccolte intorno a strorici revisionisti da quattro soldi che pero sono delle vere e proprie imprese dove si vende odio e libri , odio e vino , odio e pizze , odio e viaggi organizzati Sarebbe opportuno che la finanza andasse a guardare nei conti di questi personaggi e di queste organizzazioni cosi' come hanno gia fatto ( con i risultati che sappiamo ) nella loro casa madre , la Lega Nord . Il fatto che quest'ultima finanzia certi movimenti del sud che si dichiarano " autonomisti " la dice lunga su come vanno le cose .. Scusate la divagazione e tutta la mia pieno solidarieta' a chi e' oggetto di una campagna di odio nella rete da parte di squallidi individui

    RispondiElimina
  13. Compito arduo riassumere in un commento un problema storico della portata di quello che mi appresto ad affrontare, su cui sono state scritte opere di centinaia di pagine e su cui si è misurato persino un intellettuale fondamentale per la cultura italiana come Benedetto Croce. Perché, una Repubblica nata (grazie alle armate francesi ed a un pugno di idealisti votati ad utopie illuministe) nel mese di gennaio, finì di fatto a giugno e fu dichiarata ufficialmente morta in luglio, pur in così poco tempo invece di essere una meteora effimera ha mosso problemi fondamentali per il meridione italiano e l'Italia tutta, determinandone i destini successivi per tempi lunghissimi.Ma dovendo condensare al massimo un così ponderoso argomento, preferisco procedere per "flash", mettendo il riflettore per alcuni momenti sulla plebe meridionale, che mobilitata dal Cardinal Ruffo fu la vera artefice della sconfitta della repubblica.Un popolo rozzo e ignorante, immerso in una fede superstiziosa, formalmente cattolica, ma intrinsecamente pagana, barbara, nettamente anticristiana, portato in ogni tempo a schierarsi dalla parte dei suoi oppressori e affamatori, contro ogni forza di progresso e di riscatto sociale. Cosa apparentemente assurda, spiegabile (con buona pace del Croce) solo con categorie proprie del materialismo storico di stampo marxista, non perché io le preferisca, ma semplicemente perché in questo caso spiegano efficacemente quello che altre teorie non spiegano. Infatti, mentre le popolazioni del nord italia avevano già le caratteristiche proprie del proletariato, quindi una coscienza di classe determinata dall'avere un lavoro salariato stabile e ben determinato, le plebi meridionali incarnavano quel sottoproletariato che è sempre preda della reazione, in quanto vive "alla giornata", di espedienti, di lavoro bracciantile nei latifondi, di elargizioni di elemosine ecclesiastiche o di ricchi, per cui non ha coscienza di classe ed è portato a seguire chiunque gli dia l'illusione di elargire o poter elargire, oltre a nutrire un inestinguibile odio per chi ha una cultura e sembra voler mettere in discussione uno stato delle cose da cui il misero si illude dipendere il poco pane che lo fa sopravvivere.Tutto questo spiega l'odio furibondo di queste masse miserevoli per i giacobini, ma poi molti decenni dopo per il movimento risorgimentale, dal massacro dei trecento di Pisacane allo, schierarsi a favore dei Borboni contro Garibaldi nel 1860, alla stagione sanguinosissima del cosiddetto "brigantaggio" almeno fino al 1865.
    Se si pone mente a tutto questo si capisce facilmente come sia potuto succedere che nel 1799 il Cardinal Ruffo, di antica nobiltà calabrese, sia potuto sbarcare con un pugno di uomini nelle sue terre e da lì mobilitato un "esercito" di "lazzari" e, risalita la penisola, sbaragliare le poche città fedeli alla repubblica, coagulare i molti che invece si opponevano alla stessa ed infine arrivare fino a Napoli(dove peraltro i "lazzari" avevano opposto in gennaio una strenua resistenza ai francesi ed ai repubblicani) sbaragliando la repubblica, il tutto fra le violenze indicibili di straccioni trasformati in soldati ed autentici briganti in generali, convinti di difendere la "santa fede", tanto da passare alla storia con il nome di "sanfedisti". Eterna condanna del sud Italia (fino ai giorni nostri) di generare sempre masse pronte a schierarsi con le forze piu' retrive ed oscure, pronte a combattere contro altri meridionali che invece con chiarezza di idee, alto senso morale e coraggio personale, si sono sempre battuti per il riscatto e il progresso del sud.

    Grazie Antonella di aver riportato alla luce i misfatti borbonici, la loro crudeltà va resa pubblica in onore di tutte le vittime che hanno sacrificato la vita per onesti ideali.

    Nello Iardino

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Popolo Rozzo! Lazzaroni! Sottoproletariato che vive alla giornata! Consiglio vivamente di abbandonare il Bignami per superare l'esame di maturita' e dedicarsi a studi piu' seri riguardo il tessuto industriale meridionale del 1800 sviluppato dai Borbone ma sopratutto un bel po' di basi nozionistiche di Antropologia Culturale sulle Tradizioni e la Cultura dei Popoli Meridionali. Grazie...

      Elimina
    2. @IlBriganteStabiese... scusami, e la domanda fa d'uopo in questo contesto, ma tu con quali titoli parli per dispensare consigli a destra ed a manca? Io perlomeno ho espresso una mia settemplice opinione... ma si sa, le opinioni vanno separate dai fatti, già che le prime sono confutabili i secondi no. ;)

      Elimina
    3. Brigante Stabiese non e' cattivo , ha solo bisogno di farsi notare . E debbo dire che rispetto alla marmaglia che frequenta qualche numero lo ha .Ma a volte vuole strafare . E ' un po' come quel noto professore che se si limitasse a insegnare ginnastica sarebbe perfetto . Purtroppo pretende di insegnare ( imporre ) Storia

      Elimina
    4. Pasquale non metto in dubbio la buona fede del Brigante Stabiese... ma lasciamo fare gli storici agli storici e noi facciamo i lettori... un caro saluto a te ed al nostro brigantello ;)

      Elimina
    5. A parte che la risposta non era per voi due ma per chi evidentemente non capisce una bega di Storia e Cultura Partenopea. Poi all'utente di nome Pasquale Benefazio ti posso dare lo stesso medesimo consiglio che dai a me. Come ti ho sempre risposto e spero che sia l'ultima volta che te lo dico, non giudicare quando non conosci il tuo interlocutore, perchè mi domando poi quali titoli e competenze hai tu in merito. Ma lasciamo stare, ormai ho capito che ti piace fare a gara a chi ce l'ha più lungo, a chi sfoggia più titoli di studio e altro ancora. Che poi con te sarebbe inutile perchè hai la testa dura in quanto ti piace leggere solo ciò che vuoi leggere, insomma rientri in quella fascia di lettori che sono il target preferito di certe logiche commerciali editoriali.
      Ettore Alfieri mi limito ad esprimere le mie opinioni proprio come fai tu, non pretendo di fare lo Storico. Ma vedi con una tesi di laurea sulle tradizioni campane posso dire che ne ho letta un bel pò di bibliografia e siccome Il Canto dei Sanfedisti è profondamente radicato nella tradizione napoletana, ho dovuto per forza studiare il periodo storico e sociopolitico che esso rievoca nei suoi versi. E scusami tanto ma quando leggo l'uso di certi nomignoli offensivi come " Lazzarone ", " Popolo rozzo, ignorante, superstizioso e pagano " i quali vengono usati con tanta ma tanta ignoranza da far rabbrividire, scusami ma non riesco a stare zitto, perchè da decenni c'è gente che si fa il culo per sensibilizzare la comunità a riscoprire le proprie origini, le proprie tradizioni e la propria cultura. E fidati che una certa Storiografia di parte, la quale si diverte più a diffondere le proprie ideologie invece di fare Informazione ha molto umiliato e distrutto buona parte di certe tradizioni. A me delle beghe ideologiche tra Neoborbonici e Neogiacobini non me ne può fregar di meno. E questo libro e la recensione del Mattino è la solita bega ideologica, tanto per fare controtendenza. Tra l'altro ho già avuto una bella esperienza negativa col Nuovo Monitore Napoletano e il loro fanatismo ideologico che si credono gli eredi diretti di Eleonora De Fonseca Pimmentel. Insomma non sono tanto diversi dai loro cosiddetti avversari Neoborbonici. Sono la stessa medaglia, solo che uno è testa e uno è croce. D'altronde è alquanto evidente che questa nuova generazione di " Storici " può solo elogiarsi tra la propria schiera di seguaci, molti di loro sono per lo più giovani di ultima generazione che credono che il Risorgimento si legge soltanto nei testi di Pino Aprile, Gennaro De Crescenzo, Antonella Orefice, Alessandro Barbero. Chissà perchè poi nel 2013 certi argomenti ormai sono una moda. Evidentemente passati di moda i FricchettoniComunisti e i fanatici NeoFascisti, qualcuno per poter tenere impegnati le Masse Popolari si è inventato i Neoborbonici e i Neorisorgimentali...

      Elimina
  14. Salve a tutti, leggo l'appassionato dialogo-dibattito che si sta svolgendo. Mi permetto solo qualche osservazione non a difesa di questo o quello, ma a difesa della verità e della memoria storica. Come premessa vale questa considerazione: gli eventi del 1799 vanno sottratti ad ogni forma di polemica "spicciola" che ormai sembra caratterizzare ogni discussione in Italia. Ciò perché hanno una portata che può e deve essere inquadrata all'interno della storia universale, cioè della partecipazione dell'Italia alla "rivoluzione atlantica" che ebbe come prime forme quella dell'America e poi quella francese. Passaggio dalla monarchia alla repubblica, che in Italia si compie solo nel 1946. Questo è il senso decisivo, il 1799 è il primo passo verso una storia che non si conclude nel 1861, ma nel 1946. Questi sono i veri ed unici 150 anni dell'Unità d'Italia, fine della monarchia (in ogni sua forma!) e inizio della repubblica! Come ogni evento storico che sia veramente rivoluzionario, cioè epocale (e di questo ne era consapevole il regime borbonico che volle consegnare alla damnatio memoriae i protagonisti di quelle vicende...il fatto che ciò non sia andato a buon fine dimostra che la legge della storia è tale da fare giustizia da sè!), anche il 1799 non poteva non essere senza traumi, senza violenze e da una parte e dall'altra. Metterne però in discussione la portata storica appellandosi alle teorie revisionistiche, ripeto 'spicciole', di chi ripropone un fantasioso e sconcertante "mito borbinico" (che sicuramente come dinastia ha avuto anche un impatto positivo in termini di progresso socio-culturale e politico del sud!), quindi una messa in discussione dell'unità 'repubblicana', può trovare sponda solo con i discorsi fantasiosi dei leghisti. E questo forse è il migliore argomento per lasciare che le loro parole siano solo aria fritta. un caro saluto a tutti...viva il Sud, viva la Repubblica, viva l'Italia.
    Silvio Cappelli

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se ho capito bene la Russia non e' nata ancora , il Giappone non esisteva fino al 1945 , L'Austria e' nata nel 1918 e cosi' via

      Elimina
  15. alle osservazioni becere dei neo-borbonici non è il caso di rispondere, mi basta solo ricordare a costoro il martirio che dovette subire Domenico Cirillo, uomo di scienze e studioso che partecipò alla Repubblica non per ambizione personale o per sogno utopico, ma per dare alla patria il suo contributo di idee e di sapienza.Signori neo-borbonici leggete la biografia di Cirillo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ho dimenticato di firmare con il mio nome
      Raffaele Abbate

      Elimina
    2. Si certo! Gli Illuminati Borghesi erano tutti martiri perchè ovviamente erano borghesi, illuminati e istruiti. Le migliaia di Napoletani che non vollero rinunciare alla loro fede religiosa e le proprie tradizioni, trucidati da Championnet che cosa erano per te? Feccia? Immondizia da dimenticare perchè erano plebe ignorante e rozza. Ovvero scarti della società, carne da macello comoda solo per fare qualche rivolunzioncella per sovvertire il Potere

      Elimina
    3. che demagogia un tanto al chilo!

      Elimina
    4. I morti giustiziati da Championnet per lei sarebbe demagogia? Scusi ma da quali libri impara la storia lei? Dai Bignami?

      Elimina
  16. Inserendomi nella discussione vorrei evidenziare come l'esercizio della democrazia tenda ad avere confronti tra due o piu parti che comprendano l'assoluta accettazione delle idee altrui.
    Poi se qualcuno vuole approfondire puo benissimo andare a leggere libri o documentazione reperibile.
    io personalmentei sono avvicinato tardi alla nostra Storia ma ho comprato libri di entramne le posizioni.al di la che poi ognuno e libero di scegliere, io tra l'affermare che le famose F borboniche venivanofarina sempre assicurata, feste ridotte, e forca usata pochissimo (la storia proibita ed. controcorrente) e ls veridicita' di libri fondati su testimonianze dirette scelgo la seconda.
    tra un re che scappa e che lascia ilpotere della nazione in mano agli stranieri e a sua moglie scelgo quello che cercavano di fare le menti illuminate e sopratutto napoletane cioe di dare diritti e liberta al popolo. e' certo che anche loro hanno avuto limiti e commesso errori ma comunque di certo i nostri non avrebbero mai attuato il terrore di robespierre perche' si ispiravano a gente come Filangieri,Pagano.
    Ognuno e' libero di scegliere da che parte stare ma per favore mettiamo da parte la faziosita il linguaggio forcaiolo e diamo sgli altri la possibilita' di credere nelle proprie idee!
    la mia: Viva la Repubblica!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Prima di entrare nei meriti le consiglio vivamente di leggersi almeno un 70 - 80 testi riguardo l'argomento, il che equivale a centinaia di ore nel dedicarsi non solo a Saggi di Storia e di Politica. Ma anche capire la cultura e le tradizioni del 1700, il sistema sociale, gli usi e costumi dei Napoletani nel 1700, in che modo si viveva e sopratutto in che modo si pensava. Non capisco lei a chi si riferisce quando parla dei nostri che si ispiravano a Gaetano Filangieri e Mario Francesco Pagano. Forse fa un bel pò di confusione. 1. Perchè Gaetano Filangieri era già morto da un bel pò quando i Francesi invasero Napoli ed è stato uno dei pochi Illuministi fedeli ai Borbone. Mario Francesco Pagano le voglio informare che non fu un ispiratore della Repubblica ma fu uno dei creatori della Repubblica delle Banane e costituì insieme agli altri giacobini il Direttorio provvisorio proclamato dal generale Championnet. Lei dice che non attuarono i Terrore Francese di Robespierre? E allora le migliaia di Napoletani ammazzati da Championnet che cosa erano? Un passatempo amoroso tanto per riempire le giornate? 2. Tra un re codardo che scappa lasciando il regno in mano agli stranieri e coloro che invece consegnano il regno in mano agli invasori, ovvero i francesi lei sceglie la seconda? Guardi i Parigini la stanno aspettando. Non c'è bisogno di invadere e saccheggiare una città se si vuole vivere secondo il modello francese. Basta andare a Parigi. Ah! Le informo che i membri del Direttorio provvisorio furono tutti membri di Loggie Massoniche di obbedienza Inglese che poi passarono alle Loggie Giacobine. Leggere anche Mille volti dei Massoni di Giordano Gamberini le farebbe bene.
      E' divertente osservare come oggi la gente crede di poter imparare la Storia di Napoli soltanto attraverso Pino Aprile, la Orefice, De Crescenzo. Anzi usiamo il vostro linguaggio, attraverso i libri di entrambe le fazioni. Quali fazioni? La Storia di Napoli è una cosa seria, non siamo mica nei teatrini della Politica e del Parlamento.

      Elimina
    2. Non serve leggere tanti libri per sapere chi è Francesco Mario Pagano..
      Le faccio copia ed incolla di Wikipedia e non mi risulta sia una documentazione faziosa
      Francesco Mario Pagano (Brienza, 8 dicembre 1748 – Napoli, 29 ottobre 1799) è stato un giurista, filosofo, politico e drammaturgo italiano. Fu uno dei maggiori esponenti dell'Illuminismo italiano ed un precursore del positivismo, oltre ad essere considerato da Enrico Pessina l'iniziatore della «scuola storica napoletana del diritto» Personaggio di spicco della Repubblica Partenopea (1799), le sue arringhe contornate di citazioni filosofiche gli valsero il soprannome di "Platone di Napoli".
      Giudicato con un processo sbrigativo e approssimato, Pagano venne condannato a morte per impiccagione. A nulla era valso l'appello di clemenza da parte dei regnanti europei, tra cui lo zar Paolo I, che scrisse al re Ferdinando: «Io ti ho mandato i miei battaglioni, ma tu non ammazzare il fiore della cultura europea; non ammazzare Mario Pagano, il più grande giurista dei nostri tempi». Fu giustiziato in Piazza Mercato il 29 ottobre 1799, assieme ad altri repubblicani come Domenico Cirillo, Giorgio Pigliacelli e Ignazio Ciaia.

      Elimina
    3. sono sempre Raffaele Abbate. Io firmo le mie opinioni. Mi piacerebbe lo facessero anche i briganti

      Elimina
    4. Non serve leggere tanti libri per sapere chi è Francesco Mario Pagano, basta usare Wikipedia? xD. Oddio stiamo proprio alla frutta! Beh visto che la vostra fonte di informazione è Wikipedia, sarebbe stato corretto copiare ed incollare anche il passo che afferma di aver preso parte al Direttorio nominato da Championnet. Ma visto che stiamo a questi livelli dubito vivamente che lei conosca chi fu Championnet e di quali reati contro i Napoletani si macchiò. Nessuno mette in dubio le doti intellettuali di Mario Pagano, peccato che fu un emerito cretino ad allearsi con i Francesi beccandosi la reazione dei Napoletani che avevano appoggiato la nascita della Repubblica Partenopea e poi il giorno dopo si ritrovarono sottomessi ad un Esercito di occupazione Francese

      Elimina
    5. tanto per la precisione e per concludere: non mi interessa interloquire con chi si atteggia a maestro.
      E non intendo prendere lezione da un anonimo brigante.
      Io so chi sono e non so chi sia lei anche se posso intuirlo.
      Raffaele Abbate

      Elimina
    6. Anche io so chi sono! E certamente non potete intuirlo. D'altronde mi sono abbassato anche io a consultare Wikipedia, siccome usate il web per informarvi. Beh! Allora tanto per essere coerenti e corretti, leggetevi anche l'adesione di Mario Pagano al Direttorio Repubblicano nominato da Championnet, mi pare che su Wikipedia c'è scritto. Poi siccome usate Wikipedia andate alla voce Jean Etienne Championnet e leggetevi che bella condotta ebbe durante l'invasione Francese, leggetevi degli 8.000 Napoletani uccisi in soli 3 giorni, leggetevi i 2,5milioni e mezzo di ducati che esso pretese da Napoli per finanziare le campagne Napoleoniche, siccome la Repubblica Partenopea è detta anche Repubblica Sorella il cui scopo insieme alle altre era quella di finanziare economicamente le Campagne Napoleoniche. Tutto questo con tacito consenso dei cosidetti " patrioti " illuministi i quali mentre l'esercito Francese massacrava migliaia di Napoletani, loro pensavano a fare salotto e non furono capaci nemmeno di riuscire ad approvare 1 SOLA Riforma. Per loro era più importante cambiare il calendario gregoriano, i nomi alle strade, farneticare su " un ateismo illuminato ", su come istruire la " plebaglia ".

      Elimina
  17. Grazie a A. Orefice e Avagliano per questo lavoro che arrivaa in un momento in cui il " revisionismo " ha fatto gia' molti danni . Purtroppo quando si vuole " riscrivere " la storia cercandfo di servirsene per fare politica i risultati non possono che essere negativi . La reazione di certi " circoli " non e'certo a difesa della verita , ma serve per mantenere nell'ovile le pecore che , poverelle , hanno avuto la sventura di seguire un cattivo pastore che finora le ha tosate per benino

    RispondiElimina
  18. bella lezione,grande sfoggio di eridusmo, mi trova d'accordo che la storia di napoli e' una cosa seria ma appartiene a tutti i napoletani mon solo ad una casta che si pone come depositaria delle rivendicazioni del sud ed unica fonte di verita'. come e' sempre stato a storia da e dara in futuro il responso.
    napoli e' nata prima dei borboni continuera ad esistere dopo di noi e prima o poi si liberera' da tutte quelle eredita' che la rendono schiava della corruzione e i futuri rivoluzionari "napoletani" finalmente riusciranno a dare legalita' e far partecipe tutta la popolazione al cambiamento. mi accusera' di infantilismo ma tra i briganti che io apprezzo, sto dalla parte di quelli che
    non volevano un altra dominazione che affamava la gente piuttosto che dalla parte di quelli che rivolevano i borboni.

    RispondiElimina
  19. ...Antonella è la mia insegnante di storia preferita, una storia scritta con passione, immedesimandosi in ogni parola, in ogni gesto in quelli che erano i momenti salienti del nostro passato Repubblicano Napoletano...una storia diversa, vista da un punto di vista centrale,con dei riferimenti precisi e mai contraddittori a difesa di quella nobiltà d'animo che da sempre contraddistingue le persone oneste e corrette...democrazia, condivisione, cultura e saggezza...ecco i sui cavalli di battaglia!!! Joe De Marco

    RispondiElimina
  20. Ma la dott.ssa A. Orefice ha scoperto per l’ennesima volta l’acqua calda?

    Chiedo scusa, in primis alla Orefice, per la citazione popolana ma mi esce proprio dal cuore; saranno quasi due secoli che continuano a dirci che il Regno delle Due Sicilie era (e lo è ancora?) la negazione di Dio e che Ferdinando II era un “Re bomba” (salvo poi scoprire che i veri bombaroli erano i Savoia).
    Pur apprezzando e dando per certo, che il lavoro della storica Orefice è sicuramente onesto e ben fatto, non riesco comunque a capire cosa aggiunga di nuovo a quello che già ci è stato inculcato a scuola sin da piccoli. Forse mi sbaglio, ma trovo che la novità vera sia che quei “liberatori”, che si spacciavano per nostri fratelli, si comportarono allo stesso modo dei Borbone, anzi peggio (vedasi per es. la nota lettera di Napoleone III a Vittorio Emanuele II) e che i primi repubblicani del 1946, forse imitando il comportamento di quei “liberatori”, scelsero di ricostruire soprattutto le industrie del nord a discapito di quelle del sud. Ma perché i miei conterranei non riescono a mettere serenamente in discussione le loro convinzioni? Cos’è che impedisce un sano e costruttivo confronto tra la propaganda risorgimentale piemontese e quella revisionista? Eppure tutti i Dè Sivo, i Gramsci e gli Alianello, che hanno prodotto tale e tanto materiale in questi ultimi 150 anni, non sono neoborbonici dell’ultima ora!
    Saranno domande banali, ma credo che qui sia il nocciolo della questione e se qualcuno di voi ha una risposta semplice ed intelligente, è pregato di renderla nota a noi poveri e stupidi ignoranti.
    Grazie!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono veramente sorpeso dalle “ teorie “ del Sig Razzano
      Se il Sig. Razzano se ritiene di sapere tutto quello che c'e da sapere sull'argomento , nessuno lo obbliga a leggere un nuovo libro ma nessuno puo’ impedire che se ne scrivano altri altri mille . E’ sicuro che l’argomento e’ “ trito e ritrito “ per tutti ? Per quanto riguarda i Savoia lo vorrei tranquillizzare . SONO STATI CACCIATI . Spiace che non se ne sia accorto . IL Sig. Razzano ne parli pure male quanto vuole nessuno si scompone , nessuno li difende . Sono stati cacciati e nessuno li rimpiange . Scriva pure 1000 libri contro di loro nessuno dira’ che sono argomenti “ triti e ritriti “
      Tuttavia giova ricordare ( e la cosa esige una spiegazione ) che l'ultimo " avamposto " dei Monarchici pro Savoia era Napoli. Proprio in quella Napoli dove , secondo i revisionisti , avrebbero compiuto i maggiori misfatti nel referendum ( referendunm vero , non truccato ) del 1946 i Savoia ebbero un consenso bulgaro Forse il sig. Razzano pensa che i Napoletani sono stupidi , che hanno la memoria cortissima , o che siano stati ' comperati " come un qualsiasi generale borbonico ?
      ( accusa mai provata ma utile a coprire inettitudini di altri ) Contrariamente al sig. Razzano penso che i napoletani hanno la memoria lunga , non vendono la loro dignita’ e non sono stupidi . Hanno semplicemente confrontato la pessima monarchia Sabauda con quella molto peggiore dei Borbone , ed hanno tratto le loro conclusioni secondo coscienza
      La memoria dei Napoletani e' tanto buona che ricordano ( e non vogliono dimenticare ) le infamie compiute oltre 200 anni fa . La Sig. Orefice non " scopre l'acqua calda " ma da’ voce alla memoria popolare che e' radicata nella menti della gente del sud .E che “ strani interessi “ vorrebbero invece cancellare
      Con il suo lavoro risponde alla esigenza di chi vuole sapere . Altri con il loro lavoro rispondono ad altre esigenze che niente hanno a che fare con la verita ‘
      E' mai stato , caro sig . Razzano , nel Cilento d'estate ? Ci vada .. e vedra' come ogni anno nei villaggi si ricordano le stragi dei Borboni .Provi a sentire i cantastorie che non sono pagati “ dalla propaganda Risorgimentale dei piemontesi “ sono autentica memoria storica popolare , quella che non racconta balle e non e’ al servizio di nessuno ‘;
      Provi , sig. Razzano , a sentire le ballate dei cantastorie siciliani o le poesie che risalgono a ben prima che Garibaldi indossasse i pantaloni lunghi e quando ancora i Savoia si occupavano di ben altre cose O anche in caso ci troviamo davanti a “ propaganda risorgmentale piemontese “ ?
      O li vuole farli passare per visionari o rompiscatole che raccontaano storie “ trite e ritrite “ ? E mai stato sig, Razzano a Trapani ? Ci vada .Recentemente hanno inaurato un museo per ricordare le vittime di una “ UNA STRAGE DIMENTICATA “ Raccontata da Camilleri . Vittime dei Borbone ovviamente Vuole zittire anche Camilleri ?
      E’ mai stato sig. Razzano ad Altamura ? ci vada . Dica ai cittadini di Altamura che il Cardinale Ruffo era un “ caritatevole liberatore “ provi ad avere con loro un “ sano e costruttivo colloqio “ Ci hanno provato , e fa loro onore , i Principi Ruffo chiedendo scusa alla citta’ per le infamie del loro avo . Anche i Principi Ruffo sono passati dalla parte delle “ Propaganda Risorgimentale Piemontese “ ?
      Come vede faccio domande banali , ma se lei ha una risposta semplice da dare a noi ignoranti su quanto sopra avrebbe la mia ( e non solo mia ) gratitudine
      Io credo che un “ sano e costruttivo colloquio “ e’ possibile e doveroso farlo , ma prima bisogna fare i “ mea culpa “ E non e’ certo chi come la Signora Orifice che deve fare questo passo . Lei racconta fatti I mea culpa li deve fare chi vorrebbe che questi fatti non si raccontassero .

      Elimina
    2. Come volevasi dimostrare!

      Uno cerca di dare il suo piccolo contributo, tenta di uscire dai soliti schemi che vedono contrapporsi i due tradizionali schieramenti ed arriva il solito "ideologo" che tenta di riportarlo nel recinto del solito agone.
      Ma lei ha capito cosa ho scritto o sono io che mi sono spiegato male. Cerco di essere più chiaro: noi nasciamo con la consapevolezza (perché tramandataci da scuola e mezzi d’informazione ufficiali) che i Borbone erano brutti e cattivi e, nel contempo, eravamo convinti che i "liberatori" erano degli angioletti; a questo semplice ed elementare concetto, cosa aggiunge L’OTTIMO lavoro della Orefice? Che i Borbone erano ancora più brutti di quanto sapevamo? E quindi?
      La domanda che ponevo e a cui ambisco una risposta intelligente è: qualcuno mi sa dire perché diavolo non si riesce a parlare in modo pacato e, soprattutto, più costruttivo di argomenti riguardanti il nostro passato risorgimentale?
      Così è più chiaro?
      Lei, però, mi faccia la grazia di non rispondermi, ho capito con chi ho a che fare!

      Elimina
  21. Non rispondo , prendo atto che ha battuto ritirata . E proprio una tradizione !!!

    RispondiElimina
  22. Caro Pasquale Benefazio

    1. Sull'accusa di alto tradimento dei generali Borbonici e la loro negligente condotta delle operazioni militari del 1860: " Lettere Napolitane " del Marchese Pietro Calà Ulloa. Sempre del Marchese Pietro Calà Ulloa ci sta " Sulle rivoluzioni del Regno di Napoli "

    2. Un processo nei confronti del generale Landi che purtroppo ne uscì assolto. Ma vabbè anche Andreotti o Berlusconi sono stati indagati e sono stati sempre assolti nei loro processi. Cio non significa che siano innocenti.

    3. Alcune accuse mosse da componenti dei reggimenti che combatterono sia a Calatafimi che a Palermo.

    Ah! No dimenticato, Pasquale Benefazio è il padreterno custode della verità assoluta. La sua Storia è Verità, quella degli altri è spazzatura. Noi miseri plebei non possiamo che inchinarci di fronte all'Illuminato Pasquale Benefazio.
    Ma tornando nel topic: che cosa centra che i Principi Ruffo hanno chiesto scusa per quegli eccidi? E ci mancherebbe che non chiedevano scusa. Ma questo che cosa vuole dimostrare? E' solo pura formalità. E cazzo si è trattata di una guerra! Ma non mi pare che qualche erede di Championnet è venuto a Napoli a chiedere scusa per i 10.000 morti che fece in soli 3 giorni. Ma questo che cosa centra col periodo storico che viene messo in discussione? Si è trattata di una guerra, un invasione francese inaspettata, appoggiata da un elite intellettuale che ha chiuso gli occhi di fronte alle stragi e i saccheggi dei giacobini. Un invasione che ha portato a Napoli il Terrore di Robespierre quando nessuno ne aveva bisogno, siccome il Regno di Napoli amministrato da Tanucci prima e da Acton successivamente era in ottima salute. I guai infatti sono arrivati dopo grazie ai francesi. E i " patrioti illuminati che facevano mentre i Francesi occupavano militarmente il Regno, depredando e saccheggiando ciò che Ferdinando IV non era riuscito a portare con se a Palermo? Conseguenza: l'autorità risponde a questa violenza con altrattanta e più
    feroce violenza. Oppure secondo la tua visione Ferdinando IV doveva stendere tappetti rosse, far piovere pioggie di petali di rose verso chi aveva Congiurato e Sovvertito l'Ordine, causando la morte di migliaia di sudditi? E questa visione sulla guerra esiste solo nel tuo mondo di favole? Perchè da che mondo e mondo, in nessuna epoca storica si è visto mai uno Stato aggredito da una guerra, brindare e fare festini in amore e allegria insieme a propri nemici. Ti ricordo che per le leggi dell'epoca il Tradimendo e la Congiura contro un Sovrano era punibile con la Morte. E questo in tutte le Monarchie...

    RispondiElimina
  23. "Prendo atto che" l'italiano non è una lingua di facile comprensione!!!

    RispondiElimina
  24. Caro Bigante Stabiese , come al solito sono arrivato alla quarta quinta riga del tuo messaggio e mi sono fermato. Perche' parla di tutto meno che del diritto che ha chiunque di raccontare una vicenda storica . Nessuno ti impedisce di scrivere sui crimini di Championet , e mi stupisco che nessuno lo ha fatto . Forse perche farlo in maniera seria come lo ha fatto la Dott. Orefice e' difficile e faticoso ?

    RispondiElimina
  25. La Orefice ha scoperto che, durante la GUERRA del 1799 a Cascalenda (!), ci fu una battaglia con dei morti e Il Mattino titola a 9 colonne... Nel primo post il neoborbonico De Crescenzo evidenziava che i franco-giacobini avevano massacrato 60.000 persone (Thiebault), devastato decine di paesi (cronache del tempo e registri parrocchiali di pomigliano, mercogliano ecc.), che fu Mazzini il primo a definire traditori i giacobini napoletani.... decine di post indignati e "bravissima la Orefice" ma NESSUNO ha risposto fonte su fonte, dato su dato. E molti giacobini (credo e temo) non hanno il coraggio coerente di rispondere ciò che pensano e cioè che "quella gente era giust che venisse massacrata": contro il popolo napoletano ieri, contro il popolo napoletano oggi. Inutile indignarsi: verità e neoborbonici, nonostante il vostro monopolio, avanzano. Dalle reazioni alquanto scomposte e con linguaggio giacobino involontariamente comico se non si parlasse di tragedie ("mi hanno insultato", "hanno protestato", "come si permettono", "fanno senso", "neofascisti!" ecc.ecc.) si capisce la rabbia sconcertata e incontenibile e la totale disabitudine al dibattito. Fatevene una ragione.

    RispondiElimina
  26. Ove mai ci fosse ancora qualcuno interessato a mettere in discussione le proprie certezze, gli vorrei segnalare un interessante articolo di “Storia in Rete” (numero 83-84, settembre-ottobre 2012) dove viene fornita una “possibile” chiave di lettura sul perché, nel referendum del 1946 e nel meridione, la monarchia ebbe la maggioranza.
    Tale articolo è visionabile al seguente indirizzo link:
    http://www.storiainrete.com/wp-content/uploads/2012/10/+++10-23-trattative-stato-mafia-CORRETTO.pdf

    RispondiElimina
  27. La " possibile " chiave di lettura e' soggettiva . Fermiamoci ai fatti : a Napoli 920.000 votarono per i Savoia e 230 . 000 per la Repubblica . Di " chiavi di lettura " ne possiamo dare decine , l'unica che non possiamo dare e' , come detto altrove , e' che i Napoletani hanno poca memoria o che erano rimbecilliti . Perche' non vi guardate le opere di Eduardo de Filippo quando parla del periodo Borbonico ? Nella sua interpretazione del " Pulcinella " che cerca la liberta' e trova la forca troverete certamente molti spunti di riflessiione , utili anche perche i Napoletani cosi' massicciamente votarono i Savoia . Oppure anche Eduardo / Pulcinella era un ascaro dei piemontesi ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eduardo De Filippo non era un ascaro piemontese. Era figlio di Eduardo Scarpetta che a Napoli era praticamente l'idolo della Borghesia. E'dunque cresciuto in un contesto-storico-culturale praticamente del tutto diverso, dove la denigrazione verso la Casa Borbone era materia scolastica. E' cresciuto e si è radicato in codesta cultura, come tutte le generazioni del primo 900. Per favore non scendiamo a questi livelli usando anche film e opere artistiche. Prego di tenere fuori la cultura e l'arta dalle beghe idelogiche perchè contro Eduardo De Filippo ti potrei anteporre decine e decine di Film, documentari, opere teatrali in favore dei Borbone. Ti posso citare Luigi Magni che girò 'O Re e a differenza di Ferdinandi Re di Napoli di Eduardo che alla critica passò del tutto inosservato vinse 3 David di Donatello. Sempre di Luigi Magni lo sceneggiato in 5 Film su Garibaldi " Il Generale ". Lina Wermuller " Ferdinando e Carolina ". Ce lo mettiamo dentro anche Pasquale Squittieri con " Li chiamarono Briganti " ? E poi ancora in Teatro Annibale Rucello, Roberto De Simone, Peppe Barra? Ecco hai mai letto o sentito cosa ha da dire Peppe Barra riguardo i Borbone e riguardo il degrado culturale e sociale che è venuto dopo la Caduta dei Borbone a Napoli? Poi ce lo mettiamo dentro anche Vittorio Paliotti che negli anni 70', quando ancora la RAI faceva il suo lavoro come si deve trasmetteva lo Sceneggiato Storia della Camorra in ben 6 puntate dove si racconta tutte le porcherie e la corruzione del Regno d'Italia con la Bella Società Riformata? In ultimo Eduardo De Filippo un solo film ha diretto sui Borbone che non ebbe nemmeno i risultati sperati con una colonna sonora reinventata apposta per quel film, perchè in Palumella Zompa e Vola non c'è alcun significato politico e il testo che senti cantare in quel film è un testo scritto per il film, non è la versione originale.

      Elimina
    2. Ultimamente è uscito anche un film di Mario Martone premiato al festival di Cannes, che racconta gli eccidi e le crudeltà commesse dai Bersaglieri Italiani in quella che fu l'Unità d'Italia con protagonista principale Luigi Lo Cascio. Ora tutta sta gente è Mafiosa-Secessionista-Neoborbonica, se per te il confronto si sposta adesso sull'arte e sul teatro?

      Elimina
  28. Mi sembrava esplicito che il mio accorato appello non fosse indirizzato a lei, ma, comunque, c'è qualcuno che considera "fatti" anche le prove testimoniali.
    Solo ora comprendo perché si è appassionato tanto al lavoro della Orefice (che, ripeto, considero per assunto OTTIMO), le piacciono le cose ovvie!

    RispondiElimina
  29. Caro Brigante Stabiese ,contrariamente a quento successo all'autrice del libro di cui parliamo sono certo che Martone non ricevera' insulti , non ricevera' minacce , nessuno sara' cosi' stupido da lanciare una campagna di baicottaggio del film o delle sale dove lo si proietta , nessuno fara; sceneggiate alla Mario Merola per difendere chi ha compiuto eccidi
    Se non riesci a capire la differenza tra questi due tipi di comportamento allora vuol dire che non distingui i comportamenti civili da quelli incivili, il rispetto per la cultura per l'anticultura oscurantista
    Ben vengano film e libri che raccontano pagine sconosciute della nostra storia ,anche le " bufale " immonde come quelle di Fenestrelle .Perche' alla " bufala " fara' seguito lo studioso serio che con il suo lavoro rimette le cose in ordine . Ben venga il film di cui parli .

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Prima di tutto il film è consigliabile che te lo veda prima di giudicare xD. Poi con tutta sincerità di quattro svitati che ne fanno una questione personale non me ne importa proprio, soprattutto poi quando anche la parte offesa assume medesime strategie e metodologie, creando fanatici svitati che si credono di stare ancora nel 1799. Evidentemente non hai avuto a che fare con quelli del Nuovo Monitore Napoletano, ti fai soltanto persuadere dalla pubblicità che gira intorno per promuovere un prodotto. Io sinceramente ci ho avuto a che fare e quando al di là di titoli di studio, curricula, competenze ed esperienze c'è poca professionalità, beh! Uno si può profumare quanto vuole sempre poco credibile risulta. Tu pensa che io sul Nuovo Monitore Napoletano fui insultato e bannato senza possibilità di replica solo per aver fatto una semplice domanda: "Scusate ma le stragi compiute dai Francesi ce le dimentichiamo?". E gente che ti risponde : "Zitto Lazzarone plebo e ignorante, torna a scuola a studiare! " Tu come la reputi? Civile? Io NO! La reputo non solo incivile ma anche arrogante e fanatica, perchè ahimè le corporazioni dei Lazzari sono scomparse 200anni fa insieme a Borbone, Giacobini e tutto il resto. Altro che studiosi seri, purtroppo gli studiosi seri sono sempre più rari ed è una generazione scomparsa 20anni fa. Adesso siamo in mano solo a gente fanatica che ne fa una questione ideologica, la quale alza la cresta solo per un titolo di studio e il proprio curriculum personale e si crede chissà chi, pecca di un arroganza assurda. Quindi sinceramente non ci trovo alcuna differenza tra un Gennaro De Crescenzo o Antonella Orefice, se questi personaggi usano poi le medesime strategie e metodologie. Gli studiosi di una volta quelli si che erano " Studiosi Seri ". Non certi personaggi che creano movimenti o associazioni pseudoculturali e dunque hanno bisogno di adpti e seguaci. Chissà perchè non ho mai letto niente nè di De Crescenzo, nè di Antonella Orefice, eprchè puntualmente quando ci sono di mezzo loro si scatenano queste beghe da Opera Buffa xD. Anche perchè poi rileggere gli stessi argomenti risulta noioso. Tutti sanno cosa è successo nel 1799. Tutti sanno le crudeltà compiute dai giacobini e le crudeltà compiute dai sanfedisti. Per chi non l'avesse capito si trattava di una guerra. O pensate che in guerra i nemici si mettono a giocare a Monopoli tra di loro? xD. Poi chissà perchè certi libri sbucano fuori solo dopo tutto questo tormentone della moda Neoborbonica. Evidentemente la moda Neoborbonica da a campare a tutti quanti. Questa recensione poi? Fa semplicemente ridere quando vorrebbe sintetizzare 130anni di Storia in un unica guerra avvenuta nel 1799 con un giudizio alquanto grossolano

      Elimina
  30. Come gia'accaduto in altre circostanze vista la mala parata si e' cercato di spostare la discussione che riguardava e riguarda solo il diritto di espressione a una serie di altri argomenti di cui francamente , almeno nella presente discussione , non interessano a nessuno . Per cui in chiusura di discussione ( almeno per quanto mi riguarda ) rinnovo ad Antonella Orefice tutta la mia solidarieta' e la solidarieta' delle persone per bene , non fanatizzate e non legate a ambienti che hanno qualche problema a capire che i tempi del marchese del Carretto sono finiti . E la invito a indagare , scavare , cercare la VERITA ' come ha sempre fatto ..Il mondo della cultura napoletana ha mandato un chiaro messaggio ai neolazzari mestatori di verita' , a coloro che giuocano a fare i " meridionalisti duri e puri " e fanno il piedino a Borghezio e soci , .Il messaggio che Napoli ha mandato a questi signori e' che sono un corpo estraneo alla Napoli civile e democratica , e che la Napoli civile e democratica non ha paura di loro , delle loro minacce , dei loro insulti . La Napoli colta , civile e democratica lo ha ghettizzati .

    RispondiElimina
  31. Ghettizzati? Guarda che è esattamente il contrario. La comunità Napoletana è consapevole della storia che l'ha attraversata. Poi quale messaggio avrebbe mandato Napoli a questi fantomatici "signori" ? xD. Sinceramente a Napoli delle beghe fanatiche di mode messe su da " certi studiosi " come Antonella Orefice e Gennaro De Crescenzo non importa niente e nessuno, perchè i Napoletani hanno problemi più seri e importanti che stare appresso a storie trite, ritrite e risapute e sopratutto stare dietro a gente che se la canta e se la suona da sola e nella sua cerchia di seguaci e adpeti. Poi è evidente che tu di cultura napoletana conosci meno di 0 siccome continui ad usare nomignoli e termini impropri come " neolazzari e affini ". Senza contare che tu come tutte le allodole spinto da ideali preconcetti non fai che seguire le mode e dunque la massa, schierandoti dall'altra parte. Tutto questo per vendere un libro, perchè caro mio l'Editore non si degna di produrti un opera a titolo gratuito con tutto ciò che circola intorno per stamparla, pubblicarla e pubblicizzarla. Anche gli scrittori devono campare, non credo che stanno mesi seduti ad una sedia a farsi il fondoschiena quadrato così solo per passione. Chi sarebbe la Napoli colta, civile e democratica? Antonella Orefice? xD Una fanatica che crede di essere l'erede di Eleonora De Fonseca Pimmentel, se la canta e se la suona da sola, si diverte a scrivere " Neolazzari, Plebei " Appena gli fai una domanda che a lei non piace ti getta fuori a calci nel sedere xD. Ha fondato un giornale pseudoculturale " Nuovo Monitore Napoletano " che raccoglie lo stesso fanatismo di chi sventola la bandiera del Giglio Borbonico, solo che hanno ideali opposti. Infatti solo quando ci sono di mezzo loro si assistono a queste scene di Opera Buffa. Poi a dirla tutta sei tu che sposti le discussioni, giri intorno agli argomenti. Cacchio mi citi addirittura Eduardo De Filippo che vorrei sapere che centra nelle discussioni medesime? E'normale che poi ti si risponde di conseguenza. E come sono finiti i tempi del Marchese Del Carretto, vorrei ricordare che sono finiti anche i tempi di Eleonora Pimmentel, dei Borbone " Infami " e di Peppino Garibaldi. Poi ognuno è libero di esprimere quello che vuole ma non può lamentarsi delle polemiche e delle critiche che si ricevono inscenando gesti di vittimismo infantile quando poi i primi a peccare di fanatismo sono proprio quelli del Nuovo Monitore Napoletano per i quali se non condividi i loro stessi ideali ti offendono " neolazzarone, ignorante, sporco plebeo " e ti ghettizzano :). Altro che cultura, qua si assiste all'anticultura per eccellenza

    RispondiElimina
  32. Caro Brigante ( a proposito di nomignoli ) probabilmente non conosco la cultura napoletana , ma conosco il valore della parola liberta' . E fin dal principio di questa polemica che ormai e' abbastanza succhevole , ho solo detto che la Signora ( uso questa parola non a caso perche' tale si sta dimostrando al contrario di altri ) ha il diritto di scrivere quello che gli pare , come gli pare , e quando gli pare . Noto che non tutti sono consapevoli di questo diritto ( Il Dna non e' acqua ) e ,dopo averla pesantemente attaccata , vista la reazione di chi pensa che cultura e liberta' vanno sempre tutelate, utilizzando la tattica del dire tanto per non dire niente cercano di cambiare le carte in tavola . Le sceneggiate , gli atteggiamenti vittimistici , i giuochini sulle parole non bastano a nascondere quale e' stata la origine di questa discussione . A qualcuno ha dato fastidio che la Signora Orefice avesse ricordaton una strage ( una delle tante ) dei Borboni . E senza nemmeno leggere il libro ha voluto censurarla . Tutto qui , questa e' la verita' . Il resto e noia

    RispondiElimina
  33. Non sarebbe meglio che la vicenda venisse chiusa con le scuse , da studioso a studiosa , del Prof. De Crescenzo che mostrando poco rispetto per il lavoro della Prof. Orefice e la recenzione del Sig. Avagliano ha preteso di salire in cattedra e dettare le regole di quello che si puo' e non si puo' scrivere ? Non sarebbe opportuno che il prof. De Crescenzo prenda atto che non ha titolo per raccontare in esclusiva la storia di Napoli ? Lo dico con molta pacatezza . Anche perche' , in tutta onesta' , riguardandomi i video del suo incontro/ dibattito con A. Barbero mi pare evidente che il Prof. De Crescenzo fa fatica a sostenere le sue tesi quando si confronta con storici preparati ...E allora non sarebbe il caso che umilmente prenda atto dei suoi limiti e lasci lavorare gli storici che con il loro lavoro lo possono aiutare a migliorare anche le sue conoscenze ?

    RispondiElimina
  34. Trovandomi a " giocherellare " nella rete ho trovato un sito neoborbonico dove accanto alla bandiera borbonica e alle solite scontate , ma deliberatamente falsificate , bufale su fenestrelle ci sono dei post dove possiamo leggere cosette del genere .

    " RICONOSCIMENTO UFFICIALE DI KOSHER NOSTRA, MAFIA SABBATIANO-FRANKISTA SIONISTA ROTHSCHILDIANA
    Scovate i Rothschild e tutti i loro servi. Scovateli e senza nessuna pietà spappolate loro il cervello, prima che sia troppo tardi... prima che ci sbriciolino totalmente. Sono loro la vera mafia. La mafia di tutte le mafie. La mafia di cui nessuno deve parlare, Questi criminali, vere menti sataniche, si sono messi in testa di dominare il mondo, e ci stanno, purtroppo riuscendo. Se non combattiamo questa gentaglia, e tutti coloro che stanno dalla loro parte, la nostra vita non avrà mai un senso"

    Non le commento , non mi sembra necessario . Le offro come una " chiave di lettura " per capire e interpretare alcuni degli interventi su questa pagina , per capire come mai chi dissente da una certa linea politica ( mascherata da cultura " diventa immediatamente " giacobino "per capire le ragioni degli insulti e le minacce ( pesanti ) ricevuti da Avagliano e dalla Dott.sa Orifice ( e non solo loro ), per collocare le cose nella loro giusta dimensione , origine , appartenenza

    https://www.facebook.com/pages/Poteri-occulti-e-mafia-talmudica/347684191971140

    RispondiElimina
  35. Voglio subito precisare che dietro le mie domande non c'e nulla di polemico , voglio solo cercare di orientarmi in questo " gioco dell'oca " dove i protagonisti sembano a volte contrapposti gli uni agli altri ma alla fine tutto ci porta al punto di partenza ,,,,come se fossero uniti insieme in maniera molto solidale da qualcosa e le contrapposisizioni sono “ fumo negli occhi “
    Leggo che l’ex governatore della Sicilia , Lombardo , rischia dieci anni di carcere per collusioni mafiose e credo per avere comprato i voti ... Leggo anche che dopo un convegno alcuni militanti hanno fatto il nome di Pino Aprile come possibile sostituto di Lomardo alla guida dell’MPA .( nella malaugurata ipotesi che Lombardo andasse a trovare il suo predecessore nel carcere di Palermo )
    Lombardo stesso ha manifestato molto apprezzazzaoemnto per Aprile di cui si dichiara grande amico . L’MPA e ‘ un partito autonomista con forti connotazioni antirisorgimentali e si contrappone alla Lega nord che ovviamente segue interessi opposti , ma che con l’MPA condivide l’odio per il risorgimento .. Ma poi scopriamo che questa contrapposizione e questa rivalita’ sono fasulle , l’MPA e’ stato finanziato dalla Lega . E su questo non ci sono dubbi perche’ lo ha ammesso lo stesso Lombardo . Gia’ questo fa riflettere molto .. ma aggiungo che sia l’MPA che la Lega sono due alleati di Berlusconi , che quindi , almeno in teoria , e’ alleato con due movimenti che si combattono e se ne dicono di tutti i colori ..
    Poi leggo anche che Aprile , scrittore di successo , pubblica i suoi libri antirisorgimentali e meridionalisti con la casa editrice PIEMME , controllata al 100% della Mondatori ( ancora Berlusconi ) Gira un video che accusa la Rai Piemonte ( controllata dalal Lega nord ) di avere dato una bella mano a diffondere la vergognosa menzona di Fenestrelle , e il senatore Borghezio ha dato il suo contributo partecipando personalmente ad una “ manifestazione “ nella fortezza di Fenestrelle . Quindi la Lega appoggia anche i neoborboni che sono a loro volta grandi “ estimatori “ di Aprile ..
    Non leggo da nessuna parte che Pino Aprile abbia preso le distanze da Lombardo che gia’ da anni e’ molto chiaccherato e inquisito per le motivazioni che ho citato sopra . Sono certo che l’impegno profuso dallo scrittore nella ricerca dei guai combinato di Garibaldi nel 1860 gli ha impedito di occuparsi di certe “ stranezze “ che avvenivano in un movimengto in cui si e’ addirittura fatto il suo nome come successore di Lombardo .. Probabilmente ritiene che il problema mafia e ininfluente nella societa’ meridionale . Se la colpa di tutto e’ Garibaldi e’ inutile andare a cercarsi altri corresponsabili . !!!!!!
    Leggo anche che il Presidente Berlusconi nel 1993 ( 14 Marzo ) e’ stato insignito del Sacro Ordine Militare Costantiniano il cui Gran Maestro ( si chiama proprio cosi .. ) e’ il .S A.R. il Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Calabria e Gran Prefetto dell’Ordine Costantiniano. . E il “ gioco dell’oca ci riporta quasi automaticamente ai neo borboni , Fenestrelle , Pino Aprile ecc Va precisato che il Sacro Ordine Militare Costantiniano e ‘ un “ ente morale “ che ha come scopo “ la glorificazione della Croce, la propagazione della Fede, e la difesa della Chiesa Apostolica Romana,” Chi meglio del Presidente Berlusconi merita un tale riconoscimento ? Inoltre :
    “ I Cavalieri e le Dame del Sacro Militare Ordine Costantiniano hanno il dovere di vivere come veri ed esemplari cristiani, dedicarsi a qualsiasi attività o impresa che favorisca la crescita dei principi religiosi tra gli uomini, ed in ultimo la collaborazione pratica della vita cristiana.”
    Chi puo’ negare che il Presidente Berlusconi non “ vive come vero ed esemplare Cristiano “? Nemmeno un magistrato comunista potrebbe metterlo in dubbio !!!
    Chi puo’ negare l’impegno dello scrittore Pino Aprile per il riscatto civile e morale del Sud ? Certamente non l ‘ ex Presidente Lombardo ... ,, Ma insomma qualcuno mi spiega questo intreccio ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Intrighi tra governo, politici, imprese...Non e' niente di nuovo. E' un modo di essere "politicamente corretti" Lega e PDL vanno sempre a braccetto. Lombardo in Sicilia anche se non lo annette e' sempre una marionetta di Berlusconi. Pino Aprile ha sempre sostenuto di non essere interessato di politica e se vuole vendere i suoi libbri le case editrici si trovano al nord toscopadane usando il termine di Nicola Zitara e Berlusconi ha il naso per sentire la dove sono i soldi. Le amicizie si sprecano. I Cavalieri e le Dame del Sacro Militare Ordine Castantiniano hanno il dovere di vivere come veri ed esemplari cristiani ma si dimentica che sono degli esseri umani come tutti. Tutto questo mi fa pensare a Macchiavelli e Baldassarre Castiglioni solo che oggi Il corrtiggiano e la sua corte e' diventato un bordello di perversi senza pudore.

      Elimina
  36. Si parla di massacri di Giacobbini e San-fedisti. Lasciamo stare tutti commenti fatti. Una domanda semplice: Chi sono i patrioti? e chi sono i traditori? I Giacobbini aprono le porte ai francesi e con accapo il Generale Championnet massacrano oltre 8000 Lazzaroni piu altri nel regno quasi 60, 000.
    A mio parere fate troppa masturbazione mentale e dimenticate che i veri eroi sono quelli che difesero il regno non i traditori Giacobbini. Oggi con la solita retorica del risorgimento si copre la verita' dei fatti e fanno passare per eroi dei falsi. Dei parassiti che per fare il loro lavoro sporco fanno uso del'invasore Francese. Nel vecchio regno dal periodo normanno in poi la classe che ha sempre tradito sono stati i Baroni. Si sono sempre venduti ai piu paganti. Nel novecento, I liberali erano proprietari di terre insieme con "Signorotti e Gabelloti "(Sicilia) che aprirono le porte agl'invasori, camice rosse. Il popolo per un pezzo di terra promesso e abolizione di tassa sul macinato si uni a Garibaldi ma le promesse mai mantenute fu la causa del brigantagio. C'e' un legame tra Baroni, Giacobbini liberali e fascisti sono tutti dello stesso ceto sociale. Il popolo, lazzaroni, San-Fedisti, Briganti dal'altra. Non denigrate i vinti perche il gioco che li ha sconfitti puo essere usato contro di voi. Le condizioni in cui vive l'Italia di oggi secondo voi quale promessa al popolo puo capovolgere tutto? Dare pregio agl'inglesi semplicemente perche' hanno vinto non vuol dire essere dal lato giusto. La fortuna e' ceca.

    RispondiElimina
  37. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  38. Ettore Alfieri. Come mai non accetti risposte? Di cosa hai paura?

    RispondiElimina
  39. Tutto ha un prezzo e i generali Borbonici non hanno fatto eccezione. I Savoia indebitati sono stati invogliati a ( spalmare il debito ) in un'Italia unita stando semplicemente al gioco. I creditori banchieri fra cui inglesi avevano ( non crediti in sofferenza con i Savoia ) ma la possibilità di creare moneta bancaria DAL NULLA con la RISERVA FRAZIONARIA (come oggi). Tale potere, (come oggi) consente di corrompere politici e generali e FINANZIARE LA STAMPA CHE SCRIVE LA STORIA IN TEMPO REALE. Riccardo

    RispondiElimina