sabato 5 marzo 2011

La persecuzione degli ebrei in Italia: la verità (senza preconcetti) da lettere e diari. L'articolo-intervista di Igor Traboni su La Provincia di Frosinone

Viene presentato oggi ad Alatri e a Frosinone il libro "Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia. Diari e lettere 1938-45" di Marco Palmieri e Mario Avagliano, edito da Einaudi. Ne abbiamo parlato con quest'ultimo.
Mario Avagliano, giornalista e storico, autore di altri apprezzati libri prima di questo “Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia”,  assieme a Marco Palmieri, ha un’autentica passione (oltre ad una simpatica affabilità) per il ‘lavoro’ che fa. E lo si capisce lontano mille miglia quando gli chiediamo di introdurci a questo libro, raccontando come è nata l’idea di scriverlo...

«Da molti anni abbiamo deciso di lavorare su  quelle fonti inutilizzate dagli storici italiani, ovvero le lettere e i diari, che invece sono fonti di prima mano, assolutamente non viziate dall’ideologismo. Chi scriveva, infatti, lo faceva ‘in presa diretta’ e non per scrivere qualcosa per la storia, ma piuttosto per sè stesso e per qualche familiare. Un modo di lavorare applicato anche ai libri precedenti, che ha consentito, ad esempio, di ricostruire varie forme di partecipazione alla Resistenza, non solo quella nota. Quindi con gli internati militari italiani (un altro libro di successo, sempre da Einaudi, ndr), ora con gli ebrei e in futuro intendiamo farlo con Salò».
Per la prima volta in Italia, dunque - e questo è un ulteriore motivo per non mancare a una delle due presentazioni in programma oggi a Frosinone e ad Alatri - la parola viene data alle vittime, con un materiale (altro motivo di pregio dei libro) che risulta di facile lettura, anche ‘didattica’ se vogliamo.
Non a caso, uscito da meno di un mese, il libro è già alla seconda ristampa ed è grande il successo durante le presentazioni con gli studenti. Ma torniamo a quella presa diretta e lasciamo ancora parlare Avagliano: «In questo libro, grazie proprio al fatto di dare la parola alle vittime, si chiarisce anche la responsabilità dell’Italia e degli italiani, non solo del fascismo,  nella persecuzione degli ebrei. E’ vero anche che Mussolini firmò le leggi razziali, ma ci fu un Re che poi le avallò. Anche la Chiesa protestò poco, anche tra gli antifascisti si levarono poche voci a difesa degli ebrei. Insomma, ci fu sia indifferenza che vera complicità. E non dimentichiamo che il governo Badoglio abrogò sì le leggi razziali, ma dopo l’armistizio».
Insomma, grazie a lettere e diari viene anche sfatato il mito degli ‘italiani brava gente.
Ma un libro, o meglio: un argomento come questo, non corre il rischio di prestarsi a letture ideologiche o di parte? «Ma no - replica Avagliano - basta con le polemiche ideologiche. Per questo siamo ritornati alle fonti, dando la parola ai protagonisti». E non a caso questo lavoro, prima ancora di ricerca e reperimento delle fonti, è partito 7-8 anni fa, con gli ultimi due spesi a buttar giù materialmente il libro.
Ne viene fuori un volume che, come osservano i due Autori nell’introduzione, è “un affresco storico che assume un significato particolare anche perché costituito di parole scritte dalle vittime di una persecuzione e di un crimine che il nazifascismo voleva mettere a tacere ed annientare, e che invece sono arrivate fino a noi, lasciandoci traccia tangibile, prova storica inconfutabile e memoria indelebile di ciò che è stato”.
Nella raccolta, molte le lettere di ebrei romani o che scrivono da Roma o dal Lazio, tra cui Rosina Sorani (di grande interesse le sue pagina di diario sulla razzia dei 50 kg d’oro e sulla retata del 16 ottobre 1943), Settimia Spizzichino, Carlo Alberto Viterbo, Ernesto Dell’Ariccia, Tranquillo Sabatello, Enrica Astrologo, Vittorio Foa, Aldo Neppi Modona, Pino Levi Cavaglione, Luciano Morpurgo, Leone Ginzburg e altri.
Resta una nostra - e di certo anche dei lettori - curiosità finale: ma gli ebrei come hanno preso questo lavoro? «Direi davvero bene - chiosa Avagliano - visto che è stato subito recensito dalle due maggiori riviste ebraiche, mentre la prima presentazione, assieme a Riccardo Pacifici, l’abbiamo fatta proprio al Ghetto di Roma».

Appuntamento dunque alle ore 11 presso la Biblioteca comunale di Alatri, oppure alle 17 alla Libreria Incontri di via Garibaldi, a Frosinone.

il portale web Dimmidipiù

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