lunedì 27 giugno 2011

Storia inedita di Raffaele Zicconi, partigiano martire delle Ardeatine

di Mario Avagliano


«Dopo ben 17 giorni di segregazione cellulare, murato vivo in una stanza, solo, maltrattato in maniera eccessiva, adesso che rivedo la luce sono risuscitato. Le botte, la fame, la mancanza d’aria, mi avevano prodotto un poco di nevrosi cardiaca». Febbraio 1944, carcere di Regina Coeli. La luce filtra a quadretti tra le sbarre della cella 367, dove Raffaele Zicconi, classe 1911, partigiano del Partito d’Azione, con un mozzicone di matita scrive a casa una lettera clandestina. Lino è siciliano, originario di Sommatino (Caltanissetta), ma risiede da anni a Roma, dove nel ‘41 ha sposato Ester Aragona, nipote dello scienziato Alfonso Splendore, che nel 1908 aveva scoperto la toxoplasmosi. Ha un figlio piccolo, Renzo, di appena due anni, un’altra in arrivo (Simonetta), anche se non farà in tempo a saperlo, finendo ucciso dai tedeschi nella strage delle Fosse Ardeatine.

La storia inedita di Lino Zicconi è riemersa dal buio della Storia grazie al nipote Massimo Ciancaglini, che ha amorevolmente raccolto le lettere e i biglietti del nonno da Regina Coeli, conservati negli archivi di famiglia, li ha trascritti e pubblicati su un blog, “La Vita e la Resistenza a Roma”, che – come rivela lui stesso – “inaspettatamente ha avuto un boom di contatti da tutto il mondo”, e sarà raccontata nel prossimo numero della rivista storica dell’Anpi Patria Indipendente....

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