di Mauretta Capuano
Per la prima volta la storia dei deportati
politici italiani viene raccontata attraverso le parole delle vittime nel nuovo
libro 'Voci dal lager' (Einaudi, pp. XLIV-419, euro 14) di Mario Avagliano e
Marco Palmieri, presentato oggi alla Provincia di Roma.
Dai 'Diari e lettere di deportati politici
1943-1945' emerge, accanto a qualche rassicurazione di circostanza, un
autentico inferno: ''in fondo, in un campo, degli scheletri umani che
trasportano degli enormi sassi, di qua invece una massa di gente che urla, che
picchia, che ti inquadra'' scrive Angelo Castiglioni da Flossenbuerg. ''Vestiti
di stracci e inviati al Blocco 19'' dice Ugo Mutti da Dachau. E ancora:
''Appena arriva il pane me lo mangio tutto in una volta, cosa che non ho mai
fatto, ma ora non resisto proprio!'' racconta Jole Baroncini da Ravensbrueck.
Nel libro sono raccolti anche alcuni
rarissimi scritti provenienti dal Reich e dall'interno dei lager, dai quali ai
deportati italiani era vietato scrivere ed è il motivo per cui per molto tempo
si era pensato che non esistessero testimonianze dirette dell'epoca, ma solo
memorie successive. Alcuni però ci riuscirono, attraverso stratagemmi come
lettere in tedesco scritte o affidate a lavoratori con i quali venivano in
contatto e che potevano inviare corrispondenza. Altri riuscirono a tenere diari
clandestini, come Lidia Beccaria Rolfi, annotando dei ''camini'' che bruciavano
in continuazione e delle amiche scomparse.
Basato su un poderoso lavoro di ricerca,
durato anni e condotto col passaparola tra le famiglie degli ex deportati e con
l'aiuto delle loro associazioni, come l'Aned, e degli istituti storici di tutta
Italia, il saggio storico di Avagliano e Palmieri ricostruisce attraverso la
cronaca dal vivo dei protagonisti una pagina dimenticata della Resistenza
italiana e delle politiche di repressione degli oppositori politici messe in
atto da fascisti e nazisti.
''La deportazione politica, il carcere duro
nel Reich e il lavoro coatto costituiscono un tassello indispensabile per
comprendere le politiche di occupazione dell'Italia centro-settentrionale da
parte dei nazisti, il ruolo svolto dalla Rsi in questo contesto e la reazione
popolare – in differenti modi e forme - all'oppressione nazifascista''
affermano Avagliano e Palmieri.
Come sottolineano gli autori, la storia della
deportazione politica è stata spesso trascurata nel dopoguerra, ma come risulta
dalla ricerca effettuata dal pool di storici de 'Il Libro dei Deportati' il
fenomeno riguardò circa 24 mila persone (1.500 donne) e quasi la metà di loro,
oltre 10 mila, morirono nei Konzentrationslager nazisti. A Dachau,
Mauthausen,Buchenwald, Bergen-Belsen, Flossenbuerg e nel lager femminile di
Ravensbrueck furono portati e uccisi italiani di ogni parte della penisola,
antifascisti e partigiani di tutte le forze politiche, operai che avevano
scioperato e cittadini protagonisti di atti di resistenza civile e senz'armi.
I brani di diario e le lettere sono state
raccolte in ordine tematico e cronologico, per agevolarne la lettura anche
nelle scuole e tra un pubblico più ampio.
(Ansa, 18 gennaio 2012)
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