giovedì 19 gennaio 2012

Giorno della Memoria: le parole delle vittime in “Voci dal lager”

di Mauretta Capuano

Per la prima volta la storia dei deportati politici italiani viene raccontata attraverso le parole delle vittime nel nuovo libro 'Voci dal lager' (Einaudi, pp. XLIV-419, euro 14) di Mario Avagliano e Marco Palmieri, presentato oggi alla Provincia di Roma. 
Dai 'Diari e lettere di deportati politici 1943-1945' emerge, accanto a qualche rassicurazione di circostanza, un autentico inferno: ''in fondo, in un campo, degli scheletri umani che trasportano degli enormi sassi, di qua invece una massa di gente che urla, che picchia, che ti inquadra'' scrive Angelo Castiglioni da Flossenbuerg. ''Vestiti di stracci e inviati al Blocco 19'' dice Ugo Mutti da Dachau. E ancora: ''Appena arriva il pane me lo mangio tutto in una volta, cosa che non ho mai fatto, ma ora non resisto proprio!'' racconta Jole Baroncini da Ravensbrueck.

Nel libro sono raccolti anche alcuni rarissimi scritti provenienti dal Reich e dall'interno dei lager, dai quali ai deportati italiani era vietato scrivere ed è il motivo per cui per molto tempo si era pensato che non esistessero testimonianze dirette dell'epoca, ma solo memorie successive. Alcuni però ci riuscirono, attraverso stratagemmi come lettere in tedesco scritte o affidate a lavoratori con i quali venivano in contatto e che potevano inviare corrispondenza. Altri riuscirono a tenere diari clandestini, come Lidia Beccaria Rolfi, annotando dei ''camini'' che bruciavano in continuazione e delle amiche scomparse.
Basato su un poderoso lavoro di ricerca, durato anni e condotto col passaparola tra le famiglie degli ex deportati e con l'aiuto delle loro associazioni, come l'Aned, e degli istituti storici di tutta Italia, il saggio storico di Avagliano e Palmieri ricostruisce attraverso la cronaca dal vivo dei protagonisti una pagina dimenticata della Resistenza italiana e delle politiche di repressione degli oppositori politici messe in atto da fascisti e nazisti.
''La deportazione politica, il carcere duro nel Reich e il lavoro coatto costituiscono un tassello indispensabile per comprendere le politiche di occupazione dell'Italia centro-settentrionale da parte dei nazisti, il ruolo svolto dalla Rsi in questo contesto e la reazione popolare – in differenti modi e forme - all'oppressione nazifascista'' affermano Avagliano e Palmieri.
Come sottolineano gli autori, la storia della deportazione politica è stata spesso trascurata nel dopoguerra, ma come risulta dalla ricerca effettuata dal pool di storici de 'Il Libro dei Deportati' il fenomeno riguardò circa 24 mila persone (1.500 donne) e quasi la metà di loro, oltre 10 mila, morirono nei Konzentrationslager nazisti. A Dachau, Mauthausen,Buchenwald, Bergen-Belsen, Flossenbuerg e nel lager femminile di Ravensbrueck furono portati e uccisi italiani di ogni parte della penisola, antifascisti e partigiani di tutte le forze politiche, operai che avevano scioperato e cittadini protagonisti di atti di resistenza civile e senz'armi.
I brani di diario e le lettere sono state raccolte in ordine tematico e cronologico, per agevolarne la lettura anche nelle scuole e tra un pubblico più ampio.

(Ansa, 18 gennaio 2012)

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