“Caro Marco, caro Mario, nei giorni in cui il Governo è impegnato a ridisegnare l’architettura istituzionale della Repubblica, allo scopo di rendere più efficiente la macchina dello Stato nel realizzare i valori e gli obiettivi fissati nella prima parte della Costituzione, il vostro libro soccorre puntuale l’ambiziosa opera”. Così il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Luca Lotti, in occasione della presentazione del volume, edito da Il Mulino, dal titolo “Vincere e vinceremo! Gli italiani al fronte, 1940-1943”, di Mario Avagliano e Marco Palmieri, dal 13 novembre in libreria. Nel governo Renzi, Lotti ha la delega all'Informazione e Comunicazione del Governo, all'Editoria, alla Pianificazione, preparazione e organizzazione degli interventi connessi alle Commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale, a Promozione e svolgimento di iniziative per le Celebrazioni del 70° anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione.
Il libro, presentato il giorno 13 nella Sala Rossa dell’Istituto “Luigi Sturzo”, racconta le esperienze vissute dai soldati italiani ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, attraverso l’analisi della loro corrispondenza epistolare e dei loro diari.
“La Struttura di Missione per gli Anniversari di Interesse Nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri – si legge nel messaggio inviato agli autori dal Sottosegretario – si sta occupando, oltre che del centenario della Prima Guerra Mondiale, anche del Settantesimo della Liberazione. Per noi che ci apprestiamo a ricordare le ragioni nobilissime di quella terribile guerra civile, la conoscenza del portato ideale di chi combatteva dalla parte sbagliata è essenziale. E senza la comprensione diffusa dell’enorme consenso che quel portato ideale fece proprio è impossibile conservare nella memoria collettiva tutto quello contro cui la Repubblica nacque e prosperò”.
“Pur non potendo partecipare alla presentazione del vostro libro, spero davvero di poter discutere presto di tutto questo con voi. E vi ringrazio davvero molto – conclude Lotti – per la passione civile che anima il vostro impegno scientifico”.
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