
Negli ultimi anni, insegnando, e come me insegnando una materia come la storia, percepisco sempre più forte l'abisso che ci separa dai più giovani. Un abisso che non è fatto solo dalla mancanza di conoscenze, dal non sapere dilagante, ma da un altro modo di percepire, ragionare, pensare. Non un modo diverso, altrettanto valido e degno di rispetto, ma una modificazione del percorso mentale che seppellisce sapere e conoscenze. E il rimpianto per chi non c'è più, diventa rimpianto per un mondo razionale e appassionato insieme, un mondo di maestri capace di esser d'esempio e di trovare le parole che arrivino al cuore dei più giovani e insieme ne alimentino l'intelletto. Un rimpianto che è già, ben lo sappiamo, una rinuncia ai valori di quanti, come Tullia, si sono sempre rifiutati di piangere sul presente e hanno sempre guardato avanti, anche in momenti più tristi e difficili di quelli pur tristi di oggi".
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