martedì 20 settembre 2011

L'ultimo bagaglio del duce e di Claretta

Enrico Franceschini

Se l'è portata via un anonimo compratore: chissà se è un nostalgico del ventennio, un collezionista di cimeli della seconda guerra mondiale o un ricercatore che vuole toccare con mano un pezzo della nostra storia. La valigia di Benito Mussolini, un vecchio borsone di pelle contenente una uniforme di ricambio per lui e un vestitino di lana color ruggine per Claretta Petacci, il bagaglio che il duce e la sua amante portarono con sé nell'ultima fuga alla fine di aprile del 1945, finita con la fucilazione di entrambi per opera dei partigiani nei pressi di Dongo, era stata messa all'asta in America dalla Heritage Auctions, una delle più stimate case d'aste del mondo.

Il prezzo di partenza era cinquemila dollari. Tre persone  -  fra le 762 che hanno consultato la pagina online dell'asta  -  hanno fatto un'offerta per posta, per telefono o per email prima che la vendita avesse inizio. Poi, alle 10 del mattino di domenica 18 settembre, nelle sale della Heritage Auctions a Dallas, nel Texas, si è svolta l'asta dal vivo. Al termine della quale un misterioso compratore, che rimane nascosto dall'anonimato come spesso accade nelle aste, ha fatto l'offerta definitiva: 6350 dollari. Non un rialzo formidabile, rispetto al prezzo iniziale, forse il segno che la valigia del capo del fascismo, gli abiti che lui e Claretta portavano con sé
mentre sprofondavano nella sconfitta, non hanno suscitato poi un così vasto interesse.

Nel 1945 la valigia e i vestiti erano finiti in mano al colonnello Charles Poletti, ex-governatore di New York, comandante in capo del governo alleato a Milano (e in precedenza in Sicilia, dove aveva avuto come interprete Vito Genovese, capo dell'omonima famiglia di Cosa Nostra). Poletti l'aveva affidata, insieme alla sua corrispondenza personale, al proprio attendente e segretario, il tenente Paul Moriconi. Alla morte di Moriconi, i suoi discendenti hanno deciso di provare a ricavarne qualche soldo e l'hanno messa all'asta. Hanno guadagnato poco più di 6 mila dollari, meno la percentuale che spetterà alla casa d'aste: non certo una fortuna. Ma evidentemente di quella vecchia valigia, dell'uniforme grigia del duce (meno le mostrine e i gradi, che qualcuno doveva avergli strappato via subito come souvenir) e del vestito di Claretta, la famiglia Moriconi non sapeva più cosa fare. Erano gli abiti che Mussolini e l'amante portavano con sé come ricambio, durante una fuga precipitosa, non si è mai saputo bene se verso la Svizzera o un'altra destinazione. Non ebbero più occasione di indossarli.


(la Repubblica, 19 settembre 2011)

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