La cerimonia odierna, svoltasi alla presenza di autorità politiche, leader ebraici e dello stesso Demnig oltre che di numerose scolaresche coinvolte in uno specifico progetto didattico, è stata preceduta da una conferenza stampa di presentazione del fitto calendario di installazioni, 72 in totale, che si svolgeranno in questi giorni a Roma (a seguire la commemorazione di don Pappagallo, apertasi con la lettura di alcuni passaggi della sua eroica attività di assistenza, l’apposizione di 19 sampietrini in memoria dei familiari di Giulia Spizzichino, uccisi ad Auschwitz e alle Fosse Ardeatine, in via Madonna dei Monti).
Si tratta di piccoli ma significativi gesti
ideati dall’artista tedesco Gunter Demnig che inserisce nella
pavimentazione urbana, di fronte ai luoghi della memoria (case private,
istituzioni, luoghi pubblici, ecc.) dei sampietrini di tipo comune e di
dimensioni standard (10×10), diversi per la superficie superiore, a livello
stradale, perché di ottone lucente. Su di essi sono incisi: nome e cognome
del/lla deportato/a, età, data e luogo di deportazione e, quando nota, data di
morte.
Vogliono essere degli ‘inciampi’ visivi – di
cui il loro originale nome “Pietre d’Inciampo” – perché vogliono costringere il
distratto pedone a fermarsi a leggere e a ricordare.
Le installazioni delle Pietre di Inciampo,
proseguiranno a Roma anche nei giorni 10 e 11 gennaio, coinvolgendo
sette Municipi: I (Centro Storico); Municipio II (Flaminio, Parioli,
Pinciano, Salario, Trieste); Municipio III (Castro Pretorio, Nomentano,
Tiburtino); Municipio V (Tiburtino), Municipio XVI (Portuense, Gianicolense,
Pisana); Municipio XVII (Borgo, Prati); Municipio XVIII (Aurelio).
Il giorno e l’ora della collocazione delle
pietre è annunciata agli inquilini dello stabile da una lettera del Municipio
in cui si spiega che il progetto vuole “ricordare abitanti del quartiere uccisi
e perseguitati dai fascisti e dai nazisti, deportati, vittime del criminale
programma di eutanasia o oggetto di persecuzione perché
omosessuali”. L’inciampo non è fisico ma visivo e mentale, costringe chi passa
a interrogarsi su quella diversità e agli attuali abitanti della casa a
ricordare quanto accaduto in quel luogo e a quella data, intrecciando
continuamente il passato e il presente, la memoria e l’attualità.
Memorie d’inciampo a Roma è promosso da:
ANED (Associazione Nazionale ex Deportati), ANEI (Associazione Nazionale ex
Internati), CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), Federazione
delle Amicizie Ebraico Cristiane Italiane, Museo Storico della Liberazione.
Il progetto, posto sotto l’Alto
Patronato del Presidente della Repubblica, ha il Patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane e della Comunità Ebraica di Roma.
A cura di Adachiara Zevi, si
avvale di un Comitato scientifico costituito
dagli storici Anna Maria Casavola, Annabella Gioia, Antonio Parisella, Liliana
Picciotto, Micaela Procaccia e Michele Sarfatti.
Le Stolpersteine sono finanziate da
sottoscrizioni private; il costo di
ognuna, compresa l’installazione, è di 100 euro.
Il parere di Anna Foa
Di tutte le modalità della memoria, le pietre
d'inciampo - i sampietrini rivestiti in ottone con il nome di chi è stato
deportato dalla casa di fronte al cui portone il sampietrino è posto, la data
di nascita ed eventualmente di morte - sono fra le più efficaci ed emozionanti.
Ogni volta che incontro questo segnale luccicante, non posso evitare di
ricordare che c'è stato chi ha sceso quella scala ed ha oltrepassato quel
portone per essere mandato alla deportazione. Molti me lo dicono, in molti
l'inciampo è forte e duraturo e tocca sia le emozioni che la volontà di
conoscere e di ricordare. Non riesco ad immaginare che si possa, a meno di non
essere un razzista o un nazista incallito, passare accanto a quelle pietre e
non provare vergogna di tutte le proprie indifferenze, di tutti i propri
compromessi, di tutti i luoghi comuni che si lasciano crescere nell'animo per
pigrizia, ignoranza, paura. In questa settimana, a pochi giorni di distanza dal
27 gennaio, molte altre pietre d'inciampo saranno collocate a Roma. Saranno di
stimolo, speriamo, ad una memoria meno ufficiale, più legata alla quotidianità
e alle domande dell'oggi.
Lo sportello speciale
La nuova ondata di pietre d’inciampo nasce
anche dallo “sportello” speciale per le richieste che è stato aperto presso la
Biblioteca della Casa della Memoria e della Storia. Curato da Stefano Gambari,
con la collaborazione di Elisa Guida.(casadellamenoria@bibliotechediroma.it
tel. 06/45460501 ) ha ricevuto le segnalazioni di quanti intendono ricordare
familiari o amici deportati attraverso la collocazione di una Stolpersteine
davanti alla loro abitazione.
Memoria online
Il sito web www.memoriedinciampo.it,
realizzato da Giovanni D’Ambrosio e Paolo La Farina, documenta interamente le
prime due edizioni: la mappa dei luoghi dove sono stati installati i
sampietrini, fotografie, film e testimonianze, il lavoro svolto dagli studenti
che hanno aderito al progetto didattico, testi storici e critici relativi alla
deportazione di ebrei, politici e militari, un profilo biografico dell’artista
e una vastissima rassegna stampa. Alla terza edizione sarà nuovamente
affiancato il progetto didattico curato da Annabella Gioia e Sandra Terracina:
ogni Municipio coinvolto sceglie una o più scuole cui affidare una ricerca
storica sui perseguitati alla cui memoria sono dedicati i sampietrini. I
risultati delle ricerche saranno pubblicati, come i precedenti, sul sito. I
Municipi sono coadiuvati dal Progetto Memoria della Fondazione Cdec e del
Dipartimento Cultura della Comunità Ebraica di Roma, dalla Fnism (Federazione
Nazionale Insegnanti) – Sezione Roma e Regione Lazio e dall’Irsifar (Istituto
Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza).
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