Negli anni passati, invece, la Cassazione
aveva confermato il diritto dei familiari delle vittime ad essere risarcite e
lo stesso discorso valeva anche per i cosiddetti 'schiavi di Hitler', gli
italiani - militari e civili - deportati in Germania a lavorare nell'industria
bellica. «Le stragi di civili sono un crimine mostruoso per il quale la
Germania riconosce la sua responsabilità morale e chiede perdono al popolo
italiano e ai familiari delle vittime, questa è la prima cosa che voglio dire
con chiarezza», ha affermato l'avvocato Augusto Dossena, che ha presentato il
ricorso della Repubblica federale tedesca in Cassazione. «Con questa decisione
- spiega Dossena - credo che la Cassazione abbia recepito la sentenza de L'Aja
che ha dichiarato che anche per i crimini di guerra vale il principio della
immunità civile degli Stati». «Questo non vuol dire che la Germania non pagherà
indennizzi perché la Corte non ha detto questo: ha detto, invece, che questa
materia - prosegue il legale - deve essere definita con gli strumenti
diplomatici, dunque con un dialogo tra Stati, e non per vie giudiziali.
Contatti in tal senso già ci sono stati tra Roma e Berlino». In attesa di
conoscere le motivazioni dei supremi giudici - entro 90 giorni - Dossena
aggiunge che «per ora, posso solo dire che la Procura della Cassazione, senza
entrare nel merito del 'giustò o 'sbagliatò, ha sostenuto, che era necessario tenere
conto di quanto stabilito dalla Corte Internazionale».
Sul fronte della responsabilità penale dei
militari nazisti, Dossena sottolinea che «sono passate in giudicato, e dunque,
sono definitive, le condanne all'ergastolo dei quattro imputati: Joseph Bauman,
Wilhelm Kusterer, Max Schneider e Helmut Wulf. Non hanno nemmeno fatto ricorso
contro la sentenza di appello. Forse sono deceduti, come è accaduto per altri
quattro coimputati». Sono circa 60 le cause risarcitorie pendenti, in diverso
grado, nelle aule di giustizia italiane per crimini di guerra commessi dai
militari nazisti. Una riguarda anche la richiesta di indennizzo per un eccidio
avvenuto in Grecia, a Distomo, dove nel giugno 1944 sono stati uccisi 208
abitanti per i quali il governo di Atene ha negato il diritto dei familiari a
rivalersi sui beni tedeschi. Adesso, dopo la Cassazione, anche i giudici di
merito dovranno uniformarsi a L'Aja. A Como, il tribunale civile dovrà
riprendere il procedimento con il quale la Germania chiede la 'liberazionè di
'Villa Vigonì - il prestigioso centro di studi tedesco sul lago di Como - dalla
iscrizione ipotecaria chiesta dai parenti delle vittime della strage di
Civitella. A Roma, il tribunale, a settembre, deciderà sulla richiesta di
opposizione avanzata sempre dalla Germania contro il tentativo di «esecuzione
presso terzi» con il quale i greci di Distomo chiedono il sequestro di circa 40
milioni di euro che le Ferrovie tedesche avrebbero - sostengono i legali dei
greci - sotto forma di credito presso le Ferrovie dello Stato italiane. Finora
il tentativo di esecuzione non è andato a buon fine perchè non è risultato
alcun credito. Ad ogni modo, in giudizio si sono costituite, oltre alla
Germania, anche le ferrovie tedesche e quelle italiane.
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