di Mario Avagliano
La
storia della partecipazione dell’Italia alla seconda guerra mondiale continua a
presentare parecchi buchi neri. La difficoltà del nostro Paese di fare i conti
con il passato fascista, ha oscurato anche le vicissitudini dei 650 mila militari
di stanza nei Balcani, dove le nostre truppe prima operarono come forze di
occupazione, anche macchiandosi di sanguinosi crimini di guerra, e poi, a
seguito dell’armistizio, furono abbandonate al proprio destino dal governo
Badoglio e attaccate dagli ex alleati tedeschi. A colmare questa lacuna,
interviene la poderosa opera di Elena Aga Rossi e Maria Teresa Giusti Una guerra a parte (Il mulino, pp. 660,
euro 33) che, come scrivono le due autrici, scandaglia a fondo la storia di “un
fronte che si è cercato di dimenticare perché, più di ogni altro, ha mostrato
l'assurdità di una guerra voluta dal fascismo, ma combattuta da tutti gli
italiani".
Sette
anni nei Balcani, dal 1939, anno in cui l’Italia fascista invadeva l’Albania,
fino al 1945, con le spinose questioni del ritardato rientro dei prigionieri in
mano jugoslava e della mancata consegna dei presunti criminali di guerra
italiani. Passando per l’aggressione italiana alla Grecia a fine ottobre del
1940, portata a termine solo grazie al soccorso decisivo della Germania, l’invasione
della Jugoslavia nel 1941, assieme alla truppe della Wermacht, e la successiva
repressione degli agguerriti movimenti di resistenza locali, spesso ferocemente
divisi fra di loro per motivi etnici. In tutte queste fasi, come emerge dal bel
libro di Elena Aga Rossi e Maria Teresa Giusti, il regime fascista sperimentò
la difficile convivenza con la Germania, fallendo l’obiettivo di condurre una
“guerra parallela” e autonoma dal potente alleato.
Se
la storiografia recente si è soffermata sui crimini di guerra italiani nei
Balcani, quasi del tutto sconosciute sono le vicende relative al dopo
armistizio, pazientemente ricostruite in questo saggio sulla scorta di documenti
inediti. Emergono particolari raccapriccianti sull’ambiguità degli ordini
ricevuti dal Comando supremo di Roma, che in alcuni casi raccomandavano alle
nostre divisioni di mantenere le posizioni di difesa da eventuali sbarchi
alleati, fino ad arrivare, nel caso della Grecia, a suggerire al comandante
dell’11ª armata, il generale Vecchiarelli, addirittura di “andare con i
tedeschi”, in aperta violazione dei termini dell’armistizio.
Un
atteggiamento comune a quasi tutti i comandanti italiani fu la totale fiducia
nella correttezza e buona fede dell’ex alleato, che spinse in molti casi ad
accettare il disarmo credendo all’impegno tedesco di rimpatriare le nostre
truppe in Italia, mentre in realtà i trasporti erano diretti verso i lager del
Reich, dove furono rinchiusi circa 430 mila nostri connazionali come Imi,
internati militari. Tra gli italiani che cercarono di resistere o che andarono
con i partigiani, i morti e i dispersi furono circa 25-26 mila, un numero molto
più consistente di quanto finora conosciuto. Una parte di loro, invece, si unì
ai tedeschi.
Proprio
a causa della resistenza dei nostri soldati nei Balcani, nei giorni e nelle
settimane successive all’armistizio i tedeschi perpetrarono in quel teatro di
guerra i maggiori eccidi di militari italiani. Non solo a Cefalonia, ma anche a
Coo, Lero, Rodi, a Spalato in Jugoslavia e a Porto Edda in Albania. Sono storie
tragiche e per lo più dimenticate, con l’eccezione della strage di Cefalonia,
sulla quale però Aga Rossi e Giusti, con grande equilibrio storico, sulla base
degli elenchi di Onorcaduti, correggono in modo rilevante le cifre dei morti,
rispetto a quelle finora diffuse e presenti tuttora sul sito del Ministero
della Difesa: circa 2 mila e non 9 mila. Numeri comunque molto alti, che
attestano la violenza del conflitto in quell’area e il sacrificio di tanti
italiani per la patria.
(Il
Messaggero, 7 gennaio 2012)
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RispondiEliminaAvrei gradito un accenno alla Convenzione di Ginevra che prevede l'assunzione della qualifica di 'FRANCHI TIRATORI' 0 'PARTIGIANI' per i Militari che combattono contro l' alleato SENZA che il loro governo abbia dichiarato guerra allo stesso.
RispondiEliminaQui la politica non c'entra: c'entra solo il DIRITTO INTERNAZIONALE di cui VIGLIACCAMENTE nessuno parla o per IGNORANZA ovvero per non inficiare le BUGIE RACCONTATE 'AB ILLO TEMPORE' dall'infedele 'VULGATA' antifascista -A TUTTI I COSTI- sia dall'allora egemone 'SINISTRA' culturale (si fa per dire) che dall'ESERCITO 'insabbiatore' della VERITA' per non COMPROMETTERE la propria immagine strafregandosene di quanti -COME MIO PADRE- VENNERO FATTI AMMAZZARE DALL'ALLEATO INFEROCITO PER IL 'TRADIMENTO'.
L'ORDINE DI RESISTERE INVIATO L'11 SETTEMBRE AL GEN. GANDIN DALLA COMBRICCOLA INFAME DEL GOVERNO 'BADOGLIANO' LO TESTIMONIA AMPIAMENTE.
PER QUESTO N O N SE NE PARLA.
avv Massimo Filippini Orfano del magg. Federico fucilato il 25 settembre
Avrei gradito un accenno alla Convenzione di Ginevra che prevede l'assunzione della qualifica di 'FRANCHI TIRATORI' 0 'PARTIGIANI' per i Militari che combattono contro l' alleato SENZA che il loro governo abbia dichiarato guerra allo stesso.
RispondiEliminaQui la politica non c'entra: c'entra solo il DIRITTO INTERNAZIONALE di cui VIGLIACCAMENTE nessuno parla o per IGNORANZA ovvero per non inficiare le BUGIE RACCONTATE 'AB ILLO TEMPORE' dall'infedele 'VULGATA' antifascista -A TUTTI I COSTI- sia dall'allora egemone 'SINISTRA' culturale (si fa per dire) che dall'ESERCITO 'insabbiatore' della VERITA' per non COMPROMETTERE la propria immagine strafregandosene di quanti -COME MIO PADRE- VENNERO FATTI AMMAZZARE DALL'ALLEATO INFEROCITO PER IL 'TRADIMENTO'.
L'ORDINE DI RESISTERE INVIATO L'11 SETTEMBRE AL GEN. GANDIN DALLA COMBRICCOLA INFAME DEL GOVERNO 'BADOGLIANO' LO TESTIMONIA AMPIAMENTE.
PER QUESTO N O N SE NE PARLA.
avv Massimo Filippini Orfano del magg. Federico fucilato il 25 settembre
Avrei gradito un accenno alla Convenzione di Ginevra che prevede l'assunzione della qualifica di 'FRANCHI TIRATORI' 0 'PARTIGIANI' pe i Militari che combattono contro l'ex alleato SENZA che il loro governo abbia dichiarato guerra allo stesso.
RispondiEliminaQui la politica non c'entra: c'entra solo il DIRITTO INTERNAZIONALE di cui VIGLIACCAMENTE nessuno parla o per IGNORANZA ovvero per non inficiare le BUGIE RACCONTATE 'AB ILLO TEMPORE' dall'infedele 'VULGATA' atofasista -A TUTTI I COSTI- si dall'allora egemone 'SINISTRA' culturale (si fa per dire) che dall'ESERCITO 'insabbiatore' della VERITA' per non COMPROMETTERE la propria immagine stafregandosene di quanti -COME MIO PADRE- VENNERO FATTI AMMAZZARE DALL'ALLEATO INFEROCITO PER IL 'TRADIMENTO'.
L'ORDINE DI RESISTERE INVIATO L'11 SETTEMBRE AL GEN. GANDIN DALLA COMBRICCOLA INFAME DEL GOVERNO 'BADOGLIANO' LO TESTIMONIA AMPIAMENTE.
PER QUESTO N O N SE NE PARLA.
avv Massimo Filippini Orfano del magg. Federico fucilato il 25 settembre
..gent.mo,
RispondiEliminaforse Lei ha avuta nota di un attacco partigiano,il 13 SETTEMBRE 1942;presso localita' GRACA /Croazia e conseguente violenta rappresaglia italiana per "onorare" la morte di 8 genieri ferrovieri,da esplosione di mina su massicciata ferroviaria?
Roberto Bobbio
roberto.bobbio55@gmail.com