martedì 10 gennaio 2012

Il tragico destino dei militari italiani nei Balcani


di Mario Avagliano
La storia della partecipazione dell’Italia alla seconda guerra mondiale continua a presentare parecchi buchi neri. La difficoltà del nostro Paese di fare i conti con il passato fascista, ha oscurato anche le vicissitudini dei 650 mila militari di stanza nei Balcani, dove le nostre truppe prima operarono come forze di occupazione, anche macchiandosi di sanguinosi crimini di guerra, e poi, a seguito dell’armistizio, furono abbandonate al proprio destino dal governo Badoglio e attaccate dagli ex alleati tedeschi. A colmare questa lacuna, interviene la poderosa opera di Elena Aga Rossi e Maria Teresa Giusti Una guerra a parte (Il mulino, pp. 660, euro 33) che, come scrivono le due autrici, scandaglia a fondo la storia di “un fronte che si è cercato di dimenticare perché, più di ogni altro, ha mostrato l'assurdità di una guerra voluta dal fascismo, ma combattuta da tutti gli italiani".

Sette anni nei Balcani, dal 1939, anno in cui l’Italia fascista invadeva l’Albania, fino al 1945, con le spinose questioni del ritardato rientro dei prigionieri in mano jugoslava e della mancata consegna dei presunti criminali di guerra italiani. Passando per l’aggressione italiana alla Grecia a fine ottobre del 1940, portata a termine solo grazie al soccorso decisivo della Germania, l’invasione della Jugoslavia nel 1941, assieme alla truppe della Wermacht, e la successiva repressione degli agguerriti movimenti di resistenza locali, spesso ferocemente divisi fra di loro per motivi etnici. In tutte queste fasi, come emerge dal bel libro di Elena Aga Rossi e Maria Teresa Giusti, il regime fascista sperimentò la difficile convivenza con la Germania, fallendo l’obiettivo di condurre una “guerra parallela” e autonoma dal potente alleato.
Se la storiografia recente si è soffermata sui crimini di guerra italiani nei Balcani, quasi del tutto sconosciute sono le vicende relative al dopo armistizio, pazientemente ricostruite in questo saggio sulla scorta di documenti inediti. Emergono particolari raccapriccianti sull’ambiguità degli ordini ricevuti dal Comando supremo di Roma, che in alcuni casi raccomandavano alle nostre divisioni di mantenere le posizioni di difesa da eventuali sbarchi alleati, fino ad arrivare, nel caso della Grecia, a suggerire al comandante dell’11ª armata, il generale Vecchiarelli, addirittura di “andare con i tedeschi”, in aperta violazione dei termini dell’armistizio.
Un atteggiamento comune a quasi tutti i comandanti italiani fu la totale fiducia nella correttezza e buona fede dell’ex alleato, che spinse in molti casi ad accettare il disarmo credendo all’impegno tedesco di rimpatriare le nostre truppe in Italia, mentre in realtà i trasporti erano diretti verso i lager del Reich, dove furono rinchiusi circa 430 mila nostri connazionali come Imi, internati militari. Tra gli italiani che cercarono di resistere o che andarono con i partigiani, i morti e i dispersi furono circa 25-26 mila, un numero molto più consistente di quanto finora conosciuto. Una parte di loro, invece, si unì ai tedeschi.
Proprio a causa della resistenza dei nostri soldati nei Balcani, nei giorni e nelle settimane successive all’armistizio i tedeschi perpetrarono in quel teatro di guerra i maggiori eccidi di militari italiani. Non solo a Cefalonia, ma anche a Coo, Lero, Rodi, a Spalato in Jugoslavia e a Porto Edda in Albania. Sono storie tragiche e per lo più dimenticate, con l’eccezione della strage di Cefalonia, sulla quale però Aga Rossi e Giusti, con grande equilibrio storico, sulla base degli elenchi di Onorcaduti, correggono in modo rilevante le cifre dei morti, rispetto a quelle finora diffuse e presenti tuttora sul sito del Ministero della Difesa: circa 2 mila e non 9 mila. Numeri comunque molto alti, che attestano la violenza del conflitto in quell’area e il sacrificio di tanti italiani per la patria.

(Il Messaggero, 7 gennaio 2012)

5 commenti:

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  2. Avrei gradito un accenno alla Convenzione di Ginevra che prevede l'assunzione della qualifica di 'FRANCHI TIRATORI' 0 'PARTIGIANI' per i Militari che combattono contro l' alleato SENZA che il loro governo abbia dichiarato guerra allo stesso.
    Qui la politica non c'entra: c'entra solo il DIRITTO INTERNAZIONALE di cui VIGLIACCAMENTE nessuno parla o per IGNORANZA ovvero per non inficiare le BUGIE RACCONTATE 'AB ILLO TEMPORE' dall'infedele 'VULGATA' antifascista -A TUTTI I COSTI- sia dall'allora egemone 'SINISTRA' culturale (si fa per dire) che dall'ESERCITO 'insabbiatore' della VERITA' per non COMPROMETTERE la propria immagine strafregandosene di quanti -COME MIO PADRE- VENNERO FATTI AMMAZZARE DALL'ALLEATO INFEROCITO PER IL 'TRADIMENTO'.
    L'ORDINE DI RESISTERE INVIATO L'11 SETTEMBRE AL GEN. GANDIN DALLA COMBRICCOLA INFAME DEL GOVERNO 'BADOGLIANO' LO TESTIMONIA AMPIAMENTE.
    PER QUESTO N O N SE NE PARLA.
    avv Massimo Filippini Orfano del magg. Federico fucilato il 25 settembre

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  3. Avrei gradito un accenno alla Convenzione di Ginevra che prevede l'assunzione della qualifica di 'FRANCHI TIRATORI' 0 'PARTIGIANI' per i Militari che combattono contro l' alleato SENZA che il loro governo abbia dichiarato guerra allo stesso.
    Qui la politica non c'entra: c'entra solo il DIRITTO INTERNAZIONALE di cui VIGLIACCAMENTE nessuno parla o per IGNORANZA ovvero per non inficiare le BUGIE RACCONTATE 'AB ILLO TEMPORE' dall'infedele 'VULGATA' antifascista -A TUTTI I COSTI- sia dall'allora egemone 'SINISTRA' culturale (si fa per dire) che dall'ESERCITO 'insabbiatore' della VERITA' per non COMPROMETTERE la propria immagine strafregandosene di quanti -COME MIO PADRE- VENNERO FATTI AMMAZZARE DALL'ALLEATO INFEROCITO PER IL 'TRADIMENTO'.
    L'ORDINE DI RESISTERE INVIATO L'11 SETTEMBRE AL GEN. GANDIN DALLA COMBRICCOLA INFAME DEL GOVERNO 'BADOGLIANO' LO TESTIMONIA AMPIAMENTE.
    PER QUESTO N O N SE NE PARLA.
    avv Massimo Filippini Orfano del magg. Federico fucilato il 25 settembre

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  4. Avrei gradito un accenno alla Convenzione di Ginevra che prevede l'assunzione della qualifica di 'FRANCHI TIRATORI' 0 'PARTIGIANI' pe i Militari che combattono contro l'ex alleato SENZA che il loro governo abbia dichiarato guerra allo stesso.
    Qui la politica non c'entra: c'entra solo il DIRITTO INTERNAZIONALE di cui VIGLIACCAMENTE nessuno parla o per IGNORANZA ovvero per non inficiare le BUGIE RACCONTATE 'AB ILLO TEMPORE' dall'infedele 'VULGATA' atofasista -A TUTTI I COSTI- si dall'allora egemone 'SINISTRA' culturale (si fa per dire) che dall'ESERCITO 'insabbiatore' della VERITA' per non COMPROMETTERE la propria immagine stafregandosene di quanti -COME MIO PADRE- VENNERO FATTI AMMAZZARE DALL'ALLEATO INFEROCITO PER IL 'TRADIMENTO'.
    L'ORDINE DI RESISTERE INVIATO L'11 SETTEMBRE AL GEN. GANDIN DALLA COMBRICCOLA INFAME DEL GOVERNO 'BADOGLIANO' LO TESTIMONIA AMPIAMENTE.
    PER QUESTO N O N SE NE PARLA.
    avv Massimo Filippini Orfano del magg. Federico fucilato il 25 settembre

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  5. ..gent.mo,
    forse Lei ha avuta nota di un attacco partigiano,il 13 SETTEMBRE 1942;presso localita' GRACA /Croazia e conseguente violenta rappresaglia italiana per "onorare" la morte di 8 genieri ferrovieri,da esplosione di mina su massicciata ferroviaria?
    Roberto Bobbio

    roberto.bobbio55@gmail.com

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